Re: Idrogeno energia pulita

Inviato da  Makk il 31/1/2011 18:52:13
Citazione:
Bubu93 ha scritto:
Citazione:
Makk ha scritto:[...]

Si quindi è come dicevo io, solo che non avevo voglia di spiegare la teoria degli urti
Beh, non l'ho spiegata neanch'io. Ho solo messo a disposizione quello che so nella forma più chiara che mi è venuta in mente.
(qualora ci fossero dubbi: non intendevo in nessun modo controbatterti. Respect, bro')

Citazione:
Qualcuno sa se c'è un metodo per recuperare il nanoalluminio utilizzato usando energia solare ?

Mah, non vedo la discriminante sulla fonte solare: l'energia è energia.
Comunque non ho letto niente in proposito.
Tuttavia c'è da dire che stanno studiando delle sfere di zinco (non nano che io sappia). Che potrebbero essere un vettore alternativo all'idrogeno (quindi off-topic qui).

Le cito solo per fare una grezzissima analogia fra metalli come vettori d'energia.

In sintesi lo zinco viene attualmente studiato per fare degli accumulatori, cioè delle batterie per motori elettrici. Ricaricabili. Ma a differenza delle normali ricaricabili non usano materiali inquinanti né rari, possono essere riciclate (ricaricate) all'infinito. E sono leggere, cosa non trascurabile nell'autotrasporto.
Il problema delle pile zinco-aria è che non possono essere ricaricate "attaccandole alla presa di corrente", ma solo in un deposito/facility attrezzato.
Per questo il loro impiego d'elezione sono le flotte aziendali (o anche meglio una compagnia di mezzi pubblici). Il dover fisicamente staccare i grossi accumulatori esausti per mettere al loro posto accumulatori rigenerati è un'ostacolo, intuitivamente: "fare il pieno" è una faccenda lunga (e anche muscolarmente impegnativa).
Ed ecco perché le sfere di zinco: si è studiato un modo di separare il contenitore/estrattore d'energia dallo zinco, cosicché "fare il pieno" significa svuotare il contenitore di quelle esauste mentre si riempie il contenitore di quelle cariche già pronte. Il tutto in circa un quarto d'ora per far viaggiare per 3-400Km un pullman o camion. Non male (anche se ancora un po' trafficoso per l'utente normale). La facility di rigenerazione è in bassa-media tecnologia e può essere economicamente sensato installarla per servire una piccola azienda con 20-30 veicoli.

Tutto qui. Non risponde alla tua domanda su come riciclare il nanoalluminio ossidato, ma dà un'idea su come (se fosse possibile) si potrebbe sfruttare un eventuale ciclo di rigenerazione del nonoalluminio.


Citazione:
Perchè altrimenti ->non<- siamo di nuovo legati ad un carburante ed è di nuovo come prima...
Interpreto che il "non" è un errore di battitura e volevi dire che SIAMO di nuovo legati a come si produce l'energia per invertire l'ossidazione.

Secondo me questa è una questione generale delle rinnovabili e non dell'alluminio o dell'idrogeno in particolare.

Mia personalissima opinione:
i problemi sostanzialmente si riducono a uno : l'energia o si produce on demand o si accumula. L'accumulatore è un componente inalienabile di qualsiasi impianto distribuito (cioè domestico, residenziale, cittadino, purché localizzato) che voglia usare le rinnovabili, per rimediare al fatto che le rinnovabili sono sempre energia libera e mai on demand.

Per gli impianti fissi (non autotrazione), l'idrogeno è un "accumulatore" a perdere, diciamo che il 70% dell'energia comunque prodotta andrà dispersa nel ciclo. Ma non è una grossa perdita se il risultato è trasformare energia libera in energia on demand. Il ritorno è nel sottrarre le rinnovabili all'alea della gestione centralizzata, colle sue diseconomicità (so benissimo che questo è opinabile, ma è la mia idea). Quindi trovo interessante qualunque tecnologia per la produzione e lo stoccaggio dell'idrogeno. Ma il nanoalluminio è superfluo, perché il suo vantaggio è nella compattezza volumetrica: questo avrà sicuramente dei "prezzi" energetici da pagare che eventualmente si pagano volentieri nell'autotrazione ma potrebbero essere eccessivi nel residenziale.

Per gli impianti da autotrazione l'idrogeno è poco pratico. Le soluzioni che vedo sostanzialmente "si arrampicano sugli specchi" delle numerose sfide tecnologiche, il "netto" di energia cinetica che si riesce a far arrivare alle ruote è comunque pochino, le altissime tecnologie coinvolte dicono che, comunque, il "promettente" futuro visibile al momento è di trovarci in fila al "benzinaio" dove compriamo sostanzialmente acqua: costo minimo al produttore, costo di mercato (simile a quello petrolifero) per il produttore. Enormi profitti centralizzati e diseconomicità per il singolo. Però sei tutto contento perché produci vapore acqueo e pochissimi Nox.
Insomma: ecologia a caro prezzo, nella migliore tradizione dell'eco-radical-chic.

Ad occhio non vedo grandi soluzioni per l'autotrasporto, ma sono certo che:
Più ecologia = possibilissimo.
Meno idrocarburi = tranqui che al peak "essi" non ci arrivano impreparati.


Un'applicazione del nanoalluminio simile allo zinco, cioè negli "accumulatori"* per autotrazione, come vettore/estrattore on demand di idrogeno relativamente facile da "ricaricare", potrebbe cambiare il quadro e "far rientrare dalla finestra" l'idrogeno se migliorasse il bilancio energetico di tutto il circuito produttivo, ma è davvero futuribile.


*le virgolette sono perché le pile zinco-aria, che ho usato come paragone, in effetti sono delle vere e proprie celle a combustibile, quindi sono sia accumulatori [edit: di energia libera] che produttori di energia elettrica. Un altro vantaggio rispetto al nanoalluminio che (almeno in quell'articolo) è solo un medium per estrarre l'idrogeno.

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