Re: Preoccupante articolo sul 29 Febbraio..

Inviato da  ohmygod il 16/2/2012 16:16:06
Da un anno e mezzo nei giardini della Casa Bianca si sta scavando un gigantesco cantiere "Manutenzione" è la versione ufficiale. Ma poi un funzionario ammette: "Questioni di sicurezza". È lì che scappò il vicepresidente Cheney l´11 settembre. I lavori potrebbero servire ad ammodernare quelle stanze. Il "grande buco" è sempre più vicino all´area del rifugio presidenziale ed è ormai visibile anche dalla tribuna delle televisioni

NEW YORK. L´ultimo mistero che appassiona gli osservatori della Casa Bianca è il Grande Buco. Non è una metafora che allude alla voragine del deficit pubblico, è un buco vero e proprio. E neanche tanto segreto: è ben visibile non solo dalle finestre del presidente, ma perfino dalla postazione sopraelevata che usano i corrispondenti dei tg nazionali per le cronache politiche. Un immenso cantiere scava le viscere della terra, sconvolge il giardino che separa la Casa Bianca dalla sua dépendance, l´Old Executive Office.

Tutto normale, in apparenza: sembra uno degli effetti della "manovra per la crescita", il primo atto deciso da Barack Obama quando s´insediò alla Casa Bianca nel gennaio 2009: ben 787 miliardi di spesa pubblica in funzione anti-recessiva, buona parte dei quali investiti in cantieri per la manutenzione e il miglioramento di edifici federali, autostrade, ponti, infrastrutture. In questi giorni Obama sta attraversando l´America per "vendere" all´opinione pubblica e al Congresso l´urgenza di un nuovo "piano per il lavoro", a base di ulteriori opere pubbliche. Proprio come fece Franklin Roosevelt per uscire dalla Grande Depressione, costruendo il ponte Golden Gate di San Francisco e altre grandi opere. Ma il Grande Buco è lì da 17 mesi, una durata inusuale per l´America dove i cantieri si aprono e chiudono velocemente. Lì sotto il prato della Casa Bianca giganteschi blocchi di cemento e altri materiali pre-fabbricati continuano ad arrivare e regolarmente vengono sprofondati gli uni addosso agli alti. La curiosità dei media è stata eccitata dalle risposte molto vaghe, sulla finalità di quell´immensa escavazione.
Una fonte ufficiale, la General Services Administration che coordina tutte le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria degli uffici federali, per molto tempo ha insistito su questa versione: là sotto si sta «rinnovando l´impianto di aria condizionata». Una funzionaria portavoce, Sara Merriam, ha dichiarato che «gli impianti di nuova generazione per l´aria condizionata vengono messi sotto terra, cominciando da tutte le apparecchiature che servono per la West Wing (ala occidentale) della Casa Bianca». Ma dopo 17 mesi di questo cantiere dalle dimensioni titaniche, e viste le dimensioni dei blocchi di cemento che continuano ad arrivare, la storia dell´aria condizionata ha cominciato a insospettire.
Qualcuno si è accorto che i lavori sono sempre più vicini alla zona dov´è sotterrato il Presidential Emergency Operation Center. Quello è il bunker sotterraneo dove scappò a rifugiarsi l´allora vicepresidente Dick Cheney la mattina dell´11 settembre 2011: subito dopo l´attacco alle Torri gemelle, quando sembrava che un jet dirottato fosse ancora in viaggio per andare a colpire proprio la Casa Bianca; e mentre George Bush veniva costretto a restare sull´Air Force One, impossibilitato a fare ritorno. Fuoco, fuochino: vuoi vedere che la voragine aperta da 17 mesi serve a costruire un nuovo bunker, più spazioso, sicuro ed efficiente, aggiornato anche alla nuova generazione di minacce, provvisto di ogni gadget tecnologico a prova di blackout e cyber-attacco? Dopo tante pressioni e insistenze una fonte anonima dell´Amministrazione ha finito per ammettere che quei lavori sono «connessi alla sicurezza». Anche se ha dovuto aggiungere: «neppure noi sappiamo esattamente di cosa si tratti».

La funzione di un bunker a fianco alla Casa Bianca è sempre stata considerata cruciale, e coperta dal massimo riserbo. Fu Roosevelt il primo a pensarci, per il pericolo di attacchi giapponesi o tedeschi nella seconda guerra mondiale: risalgono al presidente del New Deal i lavori originari e il primo sotterraneo anti-bombardamento. La questione si fece più grave durante la guerra fredda, per "l´equilibrio del terrore" fra Usa e Urss con migliaia di missili atomici puntati dalle superpotenze l´una contro l´altra armata. Era essenziale garantire «la continuità del governo», mai doveva interrompersi la catena di comando tra il capo supremo delle forze armate e le istituzioni-chiave. Il bunker fu poi affiancato da altri rifugi, nelle cosiddette "località non-individuate" (dove spesso Dick Cheney spariva nei momenti più caldi della guerra in Iraq). Di alcuni in realtà si conosce l´ubicazione, spesso su montagne remote come Mount Weather in Virginia. La minaccia del terrorismo ha richiesto ulteriori aggiornamenti: più che lo scenario apocalittico dell´"inverno nucleare", il presidente degli Stati Uniti deve proteggersi da attacchi improvvisi, asimmetrici, in grado di accecare gangli vitali o paralizzare la nazione. Guarda caso, i pagamenti per "l´aria condizionata" non vengono dalla manovra anti-crisi ma attingono a un fondo di dotazione speciale, creato nel settembre 2001.

Federico Rampini
Fonte: www.repubblica.it

ognuno ne può desumere ciò che più gli aggrada.
così come da più parti vi sonno accenni ad una probabile tempesta solare
dalle conseguenze inimmaginabili.
queste,tempeste solari, sono probabili nella loro incertezza,abbiamo la crisi finanziaria e gli stessi che l'hanno causata tentano di anno in anno di metterci una toppa,un po come mettere il dito nella falla di una diga.
Aggiungo l'instabile equilibrio sul quale poggia la dinamica nucleare,anche
se eliminerei questa congettura in quanto a nessuno dei sopravvissuti piacerebbe ritrovarsi in un mondo inospitale.
Meglio una pandemia aliena da addebitare agli alieni.

In fondo prepararsi ad una possibile rivoluzione globale non è nei loro piani.
C'è di che sbizzarrirsi e come tutti spero che non accada mai nulla di catastrofico, anche se catastrofico potrebbe rivelarsi il modo di vivere delle future generazioni.

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