Darwin si, Darwin no, Darwin forse

Inviato da  Ashoka il 14/2/2006 15:58:31
Darwin si, Darwin no, Darwin forse

Lettera di Mauro Quagliati, dell'MMM Group al dott. Telmo Pievara dopo il Festival della Scienza del novembre 2005.

Eccone una parte:

Il primo problema è che non capisco il messaggio di totale chiusura del dibattito evoluzionista che emerge dalle tavole rotonde a fronte di proclami e titoli che invece accennano a “pluralità”, “dibattito”, “diversità”. Domenica scorsa avete chiuso la conferenza dal titolo ” Darwin si, Darwin no, Darwin" forse” asserendo che:

§ “l’evoluzione è un ormai un dato di fatto provato oltre ogni ragionevole dubbio e non più una teoria, per cui non vale nemmeno la pena discuterne”

Mi piacerebbe capire meglio, dato che le affermazioni apodittiche non mi piacciono (e non dovrebbero piacere a nessuno nella comunità scientifica), e soprattutto non mi piace la confusione strumentale che si fa tra i “dati di fatto” e la teoria esplicativa. Cerchiamo di dare il giusto senso alle parole. A me sembra che l’affermazione di cui sopra sia certamente condivisibile, intesa in questi termini:

§ “vi sono prove conclusive dimostranti che, da quando la vita è comparsa sulla Terra (2 o 3 miliardi di anni), vi sia stata una successione / trasformazione / evoluzione delle forme viventi, che si sono manifestate nelle successive epoche geologiche, secondo morfologie che presentano relazioni gerarchiche (Phylum, Classe, Specie) e una parentela con le forme viventi odierne”.

Spero che una formulazione del genere sia abbastanza sensata. Detto questo, la teoria dell’evoluzione darwiniana è una teoria sul meccanismo con cui funzionano le trasformazioni evolutive, ovvero sulle leggi che hanno determinato quelle forme biologiche. Secondo tale modello esistono due forze motrici dell’evoluzione:

- la grande varietà dei caratteri prodotta dal rimescolamento sessuale (l’enunciato originale è oggi corretto dalla formulazione neo-darwiniana, che prevede l’intervento “creativo” della mutazione genetica);

- l’intervento continuato e su tempi molto lunghi della selezione naturale, forza cieca e imparziale che opera per ottimizzare gli individui e le specie secondo severi criteri di utilità e vantaggio.

La domanda è la seguente. E’ possibile, nel mondo scientifico, contestare questo paradigma esplicativo vecchio di un secolo e mezzo, che pretende di spiegare tutte le manifestazioni naturali? Da quel che capisco uscendo dalle conferenze del Festival pare che non sia nemmeno legittimo. Il Comitato Scientifico non si è affatto occupato di confutare le obiezioni al darwinismo.


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