Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  mc il 11/10/2007 16:47:13
Prendo atto dei commenti di Francotto e di Prealbe, visti i quali sono costretto a rileggermi con molta piu' attenzione gli spunti in questione.

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Banalita'.
Non dice nulla che io non abbia gia' analizzato, valutato e processato per trarne insegnamento.
Non mi riconosco nella descrizione dello squallore etico con il quale contraddistingue la nostra societa' (chissa' se riferita solo all'italia o piu' in generale all'occidente...) ed anzi la trovo molto superficiale (che poi e' proprio il difetto riscontrato nei miei posts: non e' che e' solo una opinione proprio come la mia??!!) perche' si ferma all'apparenza dei risultati che sono frutto del lavoro svolto dal sistema, non la volonta' della popolazione (per lo meno NON della sua maggioranza).
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Non mi dice niente che possa aiutarmi a capire meglio l'argomento del 3d. Non mi fornisce nessuno spunto interessante.
Ora che non l'abbia capito per la seconda volta, puo' benissimo essere, ma evidentemente non ci posso fare niente.
Beato te, Prealbe, che ne puoi godere la profondita' estrema!


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Per Francotto, ti prego, non ti dispiacere per cosi' poco!!!
Su con la vita che non siamo ne' talebani, ne' kamitestedikazi e nonostante tutto abbiamo un concetto preciso e personale di lotta per la liberta'.
Volgio dire, meglio una catastrofe planetaria, chesso' un incenerimento improvviso del pianeta, che il bizzarro anelito di una condizione invivibile che sproni all'ascetismo. .
Ah... e' solo una provocazione!? ... Piu' che provocatoria mi pare una cazzonata.
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A proposito di superficialita':
se io mi riferisco allo stato economico di una certa (piuttosto che una altra) classe sociale (i lavoratori, per esempio) non e' per sottolinearne
l'indigenza, ma e' per segnalare che chi muore di fame spesso non riesce a pontificare grandezza. E, sinceramente, questo pare sfuggire al Fini.
Le Lotte che elevano sono forzatamente bramate come unica speranza di sopravvivenza in quei casi estremi: non una scelta filosofica consapevole, non una forma di ascetismo... eccheccaz...

Alla stessa maniera in Italia chi ha a che fare con i conti dell'ultima settimana e ne rimane puntualmente schiacciato non puo' permettersi di discutere a fondo di alti concetti filosofici o di spendere soldi per accrescere la propria cultura ed in questo modo ambire alla crescita evolutiva. Soprattutto se l'insicurezza generata da questa situazione prende il sopravvento. Quell'evoluzione sociale che il Fini sembra agganciare senza alternative possibili alla tragedia e al dramma, qui in Italia si riferisce ad una situazione dalla quale si sopravvive fisicamente ma che difficilmente e' superabile intellettualmente, concettualmente... e grazie a cio' e' molto spesso procrastinabile quell'evoluzione (oltreche' molto difficle!!!!): e' una sconfitta parziale, parzialmente accettabile ( sigh...). E per questo che trovo le sue affermazioni, abbastanza banali.
A maggior ragione, se dietro al tutto ci sono vari registi che pretendono che ce la si faccia da soli... anche chi non ha i mezzi per farlo.

I vari personaggi televisivi potrebbero in qualche modo aiutare ma seguono un copione consapevolmente o meno, poco importa. A meno che tu non creda, come sembra credere Fini, che la tv passa solo cio' che la gente vuole.
Se cosi' fosse, lasciamo perdere ...

ciao

mc

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