Re: i fatti di rosarno calabro ed il prof.panebianco

Inviato da  florizel il 14/1/2010 12:54:42
RedK
Citazione:
Mi sembra lampante che Florizel abbia ragione. Il sistema è concepito per assicurarsi l'irregolarità permanente della manodopera servile; fa contenti tutti


Non è questione di voler avere ragione, personalmente me ne frego di averne o non averne: è questione che qui non si tratta di leggere tra le righe di un fatto "a caccia" della verità. Le cose sono chiare, chiarissime, negarle significa alimentare un'ingiustizia e farsene complici.

ivan
Citazione:
E' come se un fantasma che negli anni passati aleggiava sempre piu' sinistro ma restava sempre etereo adesso si stesse materializzando, stesse prendendo forma.


Caro ivan, non è che non ti sei spiegato bene te, è che forse ho saltato qualche passaggio, spiegandomi male io.

Postavo l'articolo sui sans papier proprio in risposta a quello che tu chiami "un fantasma" che oggi si materializza: quella lotta, fatta da immigrati e da cittadini francesi, fu proprio la risposta all'esasperazione di uno stato di cose che aveva raggiunto un punto altissimo di contraddizione.

Quindi, ci si auspica (ma augurarselo non basta) che a contraddizioni lampanti corrispondano risposte che le rendano evidenti e ribaltino le cause che ne sono alla base.

Il provvedimento di Sacconi, ad esempio: la proposta di "investire", nella raccolta di prodotti agricoli, su giovani e studenti in attesa di occupazione andrebbe APPARENTEMENTE a "risolvere" sia il problema del reclutamento di immigrati irregolari che quello della disoccupazione (almeno transitoriamente).
Invece, come tu stesso lasci supporre, se le regole di un mercato globale sono quelle, e restano quelle, possiamo intuire che l'unica cosa che si otterrebbe sarebbe quella di spostare la manodopera a basso costo da un settore all'altro (vedi anche l'edilizia di cui parla l'articolo postato da lezik). Ma non solo: si spinge anche a radicalizzare una conflittualità tra immigrati e cittadini italiani.

Sciogliere la contraddizione significherebbe, a mio avviso, rivendicare un pari diritto alla regolarizzazione in TUTTI i settori lavorativi, e per TUTTI.

Era questo il senso dell'articolo sui sans papier: quelle lotte constrinsero le istituzioni a mostrarsi nel loro BISOGNO di alimentare la conflittualità tra individui, ed a mostrarsi per quello che sono.

Insomma, smascherare il demone per quello che è.

"Leggi e decreti che nascono da un bisogno interno di individuare un caprio espiatorio per la crisi sociale..."

"Un nuovo paradigma si apre con l'apparire di un nuovo soggetto frutto della dialettica inclusione/esclusione che domina la società di oggi: il soggetto dei "senza", i senza documenti, i senza fissa dimora, i senza lavoro, i senza assistenza. I sans papiers sono diventati il simbolo di tutto questo, dei soggetti che non si riconoscono per l'appartenenza ad un settore produttivo, a un luogo, o perché hanno in comune competenze o comportamenti, ma che legano la produzione della propria identità sulla mancanza di qualcosa, sull'essere "sans". E per noi, quell'essere senza ci regala il sogno di una speranza. La speranza che arrivi il giorno in cui si possa vivere senza documenti, senza lavoro, senza miseria, un giorno in cui Stato e mercato inizino a invertire la loro corsa, per ritirarsi fino a sparire dalle nostre vite."

Un'utopia, dirai. Vero, ma è più utopico credere che le cose possano risolversi raffazzonando provvedimenti che puntano solo ad ulteriori divisioni tra sfruttati, come lo sarebbero anche studenti e giovani a cui viene fornito il mezzo per smetterla di lamentarsi...

Subdolamente in linea con le politiche del mercato globale, e speculare a quelle degli stati-padroni.

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