Re: Una linea-guida per capire la spiritualità

Inviato da  florizel il 2/11/2011 12:42:24
Notturno


Citazione:
Allora, tu dici che siamo noi ocidentali che deleghiamo alla sola scienza la conoscenza, mentre "altri" la utilizzano anche fuori della scienza, in ambito spirituale per "fare esperienza di accadimenti interiori".


No. Sto dicendo che è proprio la dicotomia tra "scienza" e "spiritualità" a parametrare il campo della conoscenza in termini di validità o non validità.

La prima, la scienza, determina la validità di qualcosa in relazione alla sua "spiegabilità" che viene basata sulla ripetibiliità di una data cosa, ma sempre dall'osservazione di tale cosa deve partire per dimostrarne la fondatezza.

La seconda non necessita di dimostrazione, perchè la sua validità è data dall'esperienza diretta che se ne può fare. E quell'esperienza la maggior parte delle volte NON è ripetibile, perchè strettamente connessa a chi la fa.

Il problema, a mio modestissimo avviso, sta tutto nei PARAMETRI che circoscrivono un'indagine: se la scienza pone come presupposto di "validità" l'applicabilità di qualcosa a tutti, ed in modalità generalizzata, difficilmente esaminerà la natura di quel qualcosa: la costringerà semmai nei SUOI parametri di base. Non riuscirà ad afferrarne l'interezza, ma SOLO il modo in cui si esprime soggettivamente, ritenendola per questo NON valida.

La "conflittualità" tra oggettività e soggettività sono due termini che pure andrebbero rivisti, ad esempio.


Citazione:
Riportare accadimenti soggettivi e personali come fossero regole applicabili ad altri?
In tutta franchezza, Flo, tu te ne sentiresti soddisfatta?


Certamente non mi sento soddisfatta di come la scienza intenda estendere in maniera generalizzata determinati accadimenti, precludendo l'esperienza soggettiva. Io parto dal presupposto che OGNI individuo è risultato e causa di storie ed esperienze personalissime, e trovo assurdo che debba essere questo a doversi parametrare ad un'indagine, e non viceversa.


Citazione:
Io mi sento pienamente nell'insieme di tutto il resto!
Mi sento fatto di atomi tanto quanto Andromeda.


Certo, ma io parlo di un'esperienza che puoi SENTIRE, non che puoi SOLO COMPRENDERE.
Siamo sempre lì: comprendere è sentire?

Io non mi pongo sempre il problema del "comprendere", per me il sentire non è ipotetico: in certi casi mi conferma semmai delle intuizioni.

Il problema è che se si parte da un dato parametrato, senza accorgersene si cerca di far rientrare l'esperienza in quei parametri.
Partendo dall'esperienza, invece, si è costretti ad ampliarli, quei parametri, perchè se ne evince che non sono più idonei a spiegare il TUTTO.

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