Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere

Inviato da  ivan il 17/12/2012 4:01:16
link I Maya qualcosa hanno “visto”. Berlusconi e Grillo lo “sentono”

Citazione:


...
Quindi Berlusconi deve aver saputo qualcosa anche dell’Apocalisse Maya. E tenta di comunicarcelo. Per responsabilità e per non scatenare il panico non può dirci tutto o forse non è in condizione, non è libero di dirci tutto. E’ come se fosse legato, rattenuto, quindi si muove a scatti, però è proprio con la sua agitazione apparentemente scomposta che comunica con noi. Il Berlusconi che dà di matto ma che ovviamente matto non è, il Berlusconi che fa il confuso ma che ovviamente confuso non è, è questo il “segno”. Segno sul quale riflettere: a prima vista uno vede Berlusconi e dice, almeno pensa, sia il caso e l’ora di chiamare gli infermieri. Chi invece sa “cogliere il segno” comincia a sospettare che i Maya non avessero tutti i torti con questa storia del dicembre 2012.

Anche perché di “segno” ce n’è un altro. Uno degli uomini più intelligenti del pianeta, uno che guarda lontano e già vede insieme al suo amico e fratello il futuro di Gaia dopo la guerra dei mondi. Uno che ha trovato la formula magica per abbattere capitalismo, dittature, globalizzazione, finanza e potere: gli fai “vaffanculo” e quelli crollano tutti come le mura di Gerico o si scansano come quando dici alle porte della caverna del tesoro “Apriti Sesamo”, uno così che si fa vedere si mostra furioso e furente per due, quattro, cento scalzacani che se non c’era lui neanche esistevano. Un Beppe Grillo che sappiamo astuto, abilissimo e preparatissimo che si fa ritrarre e riprodurre mentre sibila e tuona: “Sulla democrazia non rompetemi i coglioni, chi fa domande va fuori”, insomma la migliore imitazione finora del “Non sono io che son razzista, sono loro che sono meridionali”. Ma andiamo… se fa così è un “segno”. Anche lui deve aver saputo qualcosa, sentito qualcosa, non si vive nella Rete invano, senza sviluppare di queste sensibilità.

I Berlusconi e Grillo agitati “sentono” e segnalano qualcosa: non può che essere così. I due “sentono” i Maya? Il dubbio s’insinua, scuote, inquieta. Oppure può essere andata in un altro modo: 1.500 anni fa i Maya ebbero una visione del mondo e anche dell’Italia dicembre 2012, videro Berlusconi e Grillo e, sgomenti alquanto e un po’ pure increduli, si diedero di gomito dicendosi: “La fine del mondo!” Poi qualcuno studiando i Maya scambiò e confuse quella didascalia Maya giustapposta alla visione del dicembre 2012 italiano niente meno che con una profezia. Lassù sulla piramide i sacerdoti avevano solo visto Berlusconi alla presentazione del libro di Vespa e Grillo alla cacciata di Favia. Un flash, una fugace visione, per raccontarla alla loro gente i sacerdoti, volendo e dovendo mischiare risa e stupori, dissero in maya: cosa abbiamo visto? La fine del mondo!




------------


Lo stesso fenomeno:

link Grillo/Berlusconi sbatti i Duce in prima pagina. Gli fai un baffo, ai loro piace

Citazione:

di Lucio Fero

ROMA – Beppe Grillo fa il Duce, mento in alto e pancia in fuori e La Repubblica gli sbatte in prima pagina l’epiteto che dovrebbe sgambettarlo, quello appunto di “Duce”, cioè Mussolini, cioè altro che democrazia, cioè il lupo travestito da agnello. Non funziona, non va: anche se sbatti in prima pagina Beppe Grillo con le mani nella marmellata “ducesca”, di danno politico e di immagine a Beppe Grillo capo di 5Stelle gliene fai meno di un baffo. Non funziona, non va, non è solo La Repubblica, sono un po’ tutti i giornali perché un po’ sono maledettamente i fatti a dire che Grillo “duceccia”. Quel suo gridare “attenti a non rompermi i coglioni”, quel suo “chi non è con me, quella è la porta…”. Prove di “Duce” ci sono, almeno forti indizi. Però esporle non intacca l’aureola di Grillo. Grillo fa il Duce? Ammesso che sia così, ai “suoi” piace. Gli fai vedere una foto di Grillo dal “balcone”? I “suoi” replicano con un embè!
...
Sulla prima pagina dell’altro grande quotidiano italiano, il Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia espone una tesi sempre ardita anche se non proprio inedita: qualunque critica a Berlusconi lo rafforza, i suoi avversari, fossero intelligenti, dovrebbero astenersi dal dargli “aiuto”. Aiuto a Berlusconi è secondo Galli della Loggia ogni parola contro Berlusconi che venga dall’Europa, dalla Germania, da Obama, dalla Confindustria, dal Vaticano, dai giornali stranieri e non sia mai…da una Corte di Giustizia. L’editorialista del Corriere argomenta: esiste un’Italia che “è tentata di dare ascolto anche alle più sballate promesse che da qui a febbraio il Cavaliere saprà escogitare”. Quindi? Quindi “la Sinistra dovrebbe trovare il modo di avvertire il Financial Times, l’Economist, Barroso, Schultz, il Parlamento europeo, l’Europa che ogni loro bordata contro Berlusconi lo fa apparire come coraggioso paladino”.
Non si legge nell’articolo cosa dovrebbe fare il Ppe, Partito Popolare Europeo di cui il Pdl fa parte e che ha già “aiutato” Berlusconi avvertendolo pubblicamente che quanto lui va dicendo e inventando sull’euro, l’Europa, la Germania e la Merkel non è compatibile con l’unione, la federazione, la casa europea di tutti i partiti che si dicono e sentono moderati e di centro. Secondo la logica di Della Loggia il Ppe dovrebbe tacere per far “danno” a Berlusconi o parlare per “aiutarlo”? Non si sa. Si intuisce però che la logica del “non fate il gioco del nemico” dottamente esposta ha una qualche familiarità con la battuta, greve in verità, che ci si scambiava ai tempi della scuola. Ci si raccontava di “non agitarsi quando il nemico…fai solo il suo gioco”. Ma era una battuta, greve, tra i banchi di scuola. Ora è editoriale di stampa importante. Editoriale e tesi che assumono anche un po’ della logica secondo la quale se uno ti stupra meno ti muovi e meglio è.

Eppure, nonostante poggi su una logica storta e contorta, nonostante spacci il paradosso come empirica ovvietà e viceversa, in una cosa Galli della Loggia ha ragione: dimostri che tutti o quasi al mondo hanno fondato timore di quel che Berlusconi può fare, allinei i sudori freddi e le mani nei capelli che alla sua ricomparsa viaggiano da Washington a Bruxelles, dalla destra alla sinistra americana ed europea, i brividi che fa venire alla Chiesa e al mondo delle industrie, lo sconforto che semina nel mondo della finanza e del lavoro e, anche a Berlusconi come a Grillo, di fronte ai “suoi” non gli fai un baffo. Anzi, fai i “suoi”, anzi i “loro”, perché sono due, Berlusconi e Grillo, più convinti e determinati che il loro uomo è quello giusto, giusto anche un po’ santo, di sicuro martire.

Non gli dai un baffo né un graffio a Grillo se dimostri che la democrazia non è nei suoi usi e costumi, potresti perfino dimostrare che la democrazia è proprio e soprattutto quelle istituzioni che Grillo chiama “casta”. Ma lasciamo queste finezze e sottigliezze, sono i confini e i connotati della nostra civiltà ma non facciamolo sapere ai cultori della democrazia diretta, hai visto mai uno choc? Beppe Grillo non è il Duce, non è Mussolini redivivo e di esserlo neanche se lo sogna. Non è neanche un fior di democratico, la democrazia come volontà popolare, delega, equilibrio dei poteri e quindi nulla a che fare con la volontà generale non saprebbe nemmeno spiegarla. Però se gli gridi “Duce” ai “suoi” sta bene. E se tutto il mondo avverte che Berlusconi potrebbe sfasciare l’Europa e l’euro, ai “suoi” di Berlusconi sta bene.
....

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=4269&post_id=226990