Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 2/4/2007 11:02:55
nichilistaCitazione:
non sono un ermeneuta, ma traggo le mie conclusioni da quelle che sono le parole dei vangeli. in quanto semplice interpretazione non può essere "certa" , ed io infatti non lo ero.

Qui non si tratta di semplici interpretazioni.
E’ storicamente accertato che c’è di mezzo qualcosa e qualcuno che ha stravolto il pensiero cristiano, e a cui non sarebbe convenuto che esso fosse trasmesso nella sua totalità e nella sua essenza.
Le “correzioni” effettuate dalla chiesa ad ogni concilio è storia, e quindi dovresti fare i conti con l’eventualità che anche (e soprattutto) i riferimenti all’autorità possano essere stati passati al vaglio di quegli “aggiustamenti” per ragioni politiche ed ideologiche.

O dovresti considerare che gli stessi Vangeli, nel riportare l’insegnamento cristiano, siano suscettibili delle interpretazioni e trascrizioni dei vari apostoli. Sorvolando sull’occultamento dei Vangeli apocrifi.
Dell’interpretazione di Mises, ti assicuro, non tengo minimamente conto.
Citazione:
potresti darmi la tua di interpretazione e dirmi sopratutto dove è scorretta la mia.

Riguardo all’episodio di “Cesare” l’ho fatto, e secondo la “mia” interpretazione quella che tu definisci sottomissione all’autorità “divina” nelle parole di Cristo è una distorsione imposta dalla chiesa.
La fede, per il Cristo, era una pratica quotidiana, non demandabile al “regno dei cieli”: ad esempio, se cerchi di interpretare il “porgi l’altra guancia” potresti scoprire che quelle parole non esprimono la resa alle offese e alle ingiustizie, o allo "stato delle cose", come converrebbe alle “autorità”, ma la diretta responsabilità di chi le subisce e la possibilità di riscattarsene “qui ed ora”, accogliendole come opportunità di comprenderne le cause.
Comunque, concatenando una serie di domande ne stai implicitamente reiterando la tua interpretazione:
Citazione:
gesù non pensava che dio fosse il nostro padre ed autorità suprema? non eravamo uguali e suoi figli davanti a lui? non esiteva quindi il rapporto padre figlio?dove si trova il rifiutò di cristo nell'autorità in quanto tale e non solo nella sua forma terrena?

L’idea stessa di dio come autorità suprema potrebbe essere una delle distorsioni di cui sopra, e credo che non bisogna tralasciare l’ipotesi che Cristo abbia strategicamente sostituito l’idea di un’autorità, quella delle istituzioni romane, con quella di un dio a cui fare unico riferimento, parlando ad un popolo definitivamente piegato a quella logica.
Non capisco, poi, per quale ragione il rapporto “padre – figlio” debba essere necessariamente inteso come rapporto basato sull’autorità, e non interpretato invece come trasmissione del sapere, cosa che si può ravvisare nello stesso rapporto che legava Cristo agli apostoli.
Citazione:
anche la morte è immanente è connaturata alla natura umana.

Poi mi spieghi che c’entra la morte con il “potere”, essendo TU ad attribuirgli un’inevitabilità che non tiene conto della capacità umana di superarlo.
Ci stiamo prendendo per il culo, o che cosa? Il “potere” è un’espressione “sociale”, non una peculiarità intrinseca all’esistenza.
Citazione:
si può anelare ad un sempre più ampio incremento della libertà ed iniziativa individuale. ma sino ad un limite.

nichilista, fammi indovinare: ne discende, per caso, che quel “limite” individuale, di cui l’individuo non sarebbe capace, debba essere imposto da una qualche “autorità”?
A me pare che siano le “autorità” a non avere più limiti.

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