Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 2/4/2007 20:08:36
NERONECitazione:
Per riconoscere l’autorita’ , è necessario volerlo, quindi presuppone una certa misura di liberta’, che nel contempo, assoggettandosi al potere viene di fatto limitata.

Si, buonanotte...!
Stai saltando il passaggio nel quale l'autorità svela il suo potenziale di "potere".
Tra l'altro dovresti comprovare IN CHE MODO la libertà sceglierebbe di eleggere un'autorità. (Ovviamente, in un contesto sociale)...
nichilistaCitazione:
non nego, ma anzi confermo che la chiesa nel corso dei secoli abbia operato sapientemente sulle sacre scritture

E questa cosa sembra essere assodata. Ma se poi affermi
Citazione:
non possiamo che fare affidamento sui vangeli

permettimi di chiederti quale sia, per te, la base su cui sviluppare un dato discorso. Praticamente, dai per certa una determinata cosa pur sapendo che poggia su basi fittizie su cui tu fai comunque affidamento malgrado la loro inattendibilità...? E' così?
Citazione:
un rivoluzionario sudamericano come tu sembri dipingerlo

Poi mi spieghi da dove sarebbe venuta fuori questa "ideologizzata" iconografia del Cristo?
Perchè io non lo immagino certo così...
Comunque, andiamo avanti.
Citazione:
negare che cristo credesse in una autorità celeste mi pare un po' forzato.

Stai incrociando i piani del discorso: se dai miei discorsi percepisci che Cristo negasse l'autorità è perchè abbiamo due visioni differenti del rapporto con dio: tu definisci "autorità" quello che poteva essere un rapporto con dio differente da come lo descrivono la chiesa o i vangeli "pezzottati"...
Citazione:
se tutti fossimo in grado di autolimitarci per conseguire una benefica cooperazione generale, e quindi di seguire da noi tale precetto, non si porrebbe neppure il problema di quale governo possa essere il migliore , ne tantomeno si potrebbe parlare di autorità.

Insomma, la favoletta me l'hai voluta raccontare a forza.
Citazione:
il potere potrebbe essere considerato come libera energia

No. Per me il potere è l'espressione della limitazione dell'energia, la propria e l'altrui.
Ed in genere il potere, come forma coercitiva, è esattamente ciò che "distrugge", che "limita" l'espansione di quell'energia.
E qui devi però avere la buona fede di distinguere tra "potere personale" di decidere qualcosa per e su se stessi, e "potere DI qualcuno" su altri.
Nel primo caso, il "potere" lo definirei "possibilità", "opportunità", potenzialità". E ci sta anche l'energia...
Nel secondo caso, il potere ne esclude automaticamente il primo.

Non c'è nulla da fare: arrendiamoci all'amara idea che l'umanità si divide tra coloro che sono ormai convinti dell'ineluttabilità del potere, e quindi di un "tutore", o autorità, che ne gestisca le "fuoriuscite" (salvo accettarne poi come "fisiologici" ed inevitabili gli abusi della stessa autorità, "connaturati" a quella gestione) e chi deve subirlo ugualmente, anche se ne farebbe molto volentieri a meno.

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