Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  franco8 il 18/4/2007 13:56:08
Citazione:
Franco8, comincio un filino a provare tedio nello scambio con te.

Ma dddai! Proprio adesso che stavo incominciando a capire qualcosa!?
Citazione:

Io vorrei aver ragione per forza... di ragionamento e di argomenti. Non ho mica tre anni, Franco8.

Ti ricordo che le parabole hanno una fase ascendente e una discendente...
Ad un certo punto.. le pagine della storia intorno al 1789 e le successive.. Puff! Svanite nel nulla ... Mai esiste!
Citazione:

Si rinuncia al “sarchiapone” (la “libertà”), senza dubbio. E’ un termine che inquina e fuorvia le discussioni come pochi altri al mondo.

Questo sarebbe un modo per risolvere l'illogicità del discorso.
L'illogicità, quindi, c'è. (Come dicevo sin dall'inizio... )
(N.B. INTERPRETRANDO) quello che dici:
Intendi che bisogna rinunciare al concetto di "libertà assoluta" (ma credo questo fosse chiaro sin dall'inizio), come se fosse unicamente l'origine della insensatezza del discorso (E non è così).
Oppure devo intendere che bisogna rinunciare in assoluto al concetto di libertà ?
...
Posto che autorità e libertà sono comunque non assoluti... secondo me l'errore di fondo del discorso di NERONE ( Scusa NERONE!, se sei sempre citato, come se avessi detto solo quella cosa lì... Rimedieremo in qualche modo) è di considerare autorità (esterna?) e libertà come se NON fossero "forze contrapposte"...
Forse si potrebbe dire che dorebbe esistere un "equilibrio" (non è come la penso io , ma non mi sembrerebbe illogico). (Spero sia chiaro, giusto per dare un'idea)
...
Comunque non intendevo affatto "infierire" sul discorso dell'illogicità ( me ne scuso ancora con NERONE sperando che capisca il senso del mio discorso).
Intendevo dire che 'andamento della discussione è "esemplificativo" del modo rispondere ad una obiezione:
piuttosto che riconoscere che il discorso non "fila", almeno in prima battuta, attaccarsi ai "pregiudizi" della controparte come fossero essenziali alla logica del discorso..

Citazione:

Se vuoi proseguire nel dibattito, fammi la cortesia di argomentare riguardo alle risposte che ti ho dato

Potrei rispondere:
Citazione:

Discorso ampio. Mi riservo la risposta.

Ma non lo faccio...

Visto che le regole le i limiti le fissa l'autorità stessa come può auto-limitarsi?
#379
Perché non è necessariamente composta da malati di mente con personalità narcisistico/paranoico/ossessiva?

1. 1) Non necessariamente, ma basterebbe che lo fossero appena un po' (Riprendendo il concetto di misura da te più volte ricordato)
1. 2) Non si tratta di essere malati di mente. E' il contesto che poi influisce pesantemente sul comportamento.
Per fare un esempio: nell'antichità era normale possedere egli schiavi.
(Almeno, nell'antichità, non si pretendeva che gli schiavi "partecipassero" alla "scala" di valori condivisa... Meno ipocrita la cosa...)
Chi sta in certe posizioni, si autoconvince di essere superiore agli altri

Perché può trattarsi di esseri umani (come me e te) che interpretano il loro ruolo non come semplice fonte di ingiustificati privilegi?

2. 1) E' il loro ruolo che li mette su un gradino superiore. E quasi automaticamente trovano una propria giustificazione per il ruolo che occupano... Come i re per "diritto divino" Il loro "ruolo" era quello, e proprio perchè erano essere umani come te e me.. si adattavano al loro ruolo...
Ma è il loro ruolo a renderli "diversi" dagli altri, nel sendo che per loro valgono "regole" speciali...

Per fare un esempio: I giudici che mandavano al rogo gli eretici non interepretavano forse il loro "ruolo"? erano forse malati di mente!?


Perché magari condividono essi stessi la scala di valori della società?

3. 1)Questo non si può escluderlo in assoluto. Ma fino a prova contraria è abbastanza improbabile che accada... soprattutto quando si siano formate delle classi sociali abbastanza distinte.
Ovvero come diresti tu : i fatti smentiscono permanentemente.

Forse questo è il problema fondamentale.
Pare infatti (basta guardare alla situazione politica attuale) che essi non condividano affatto la scala di valori degli altri (della maggioranza).

E forse vale la pena riprendere il punto accennato prima:
Ma le piramidi sociali reali si basano sul consenso generalizzato ecc. ecc. Sì o no?!

3.2) Il punto è che credono di condividerlo o, a volte, credono in buona fede di essere loro i "depositari" di questi valori... E, in ogni caso, questa "scala" la definiscono in misura preponderante loro....

Magari le "streghe" mandate sul rogo avevano una scala di valori non condivisa...

3.3) Per la verità. per me resta sempre da chiarire cosa è, in buona sostanza questa "scala di valori" ... Se ne esiste una e una sola e perché da questa se dovrebbe dedurre il diritto di qualcuno di decidere per altri (Poi magari questa è una mia INTERPRETAZIONE..Nel caso spiegami tu, se puoi vincere il tedio... e se non temi affrontare l'ovvio.. )

Citazione:

E l’automatica esclusione da parte tua (e di altri) di tali possibilità, sarà forse frutto dei famosi pregiudizi di cui sopra?

Mi pareva che quello che esclude automaticamente qualcosa, eri tu. (Quando si dice "due pesi e due misure")
Concordiamo (mi pare) che la maggioranza delle piramidi sociali reali attuali NON si basano sul consenso generalizzato, NON si basano su valori finalizzati etuttaquellarobalì.
Potresti, per capire, farci esempi pratici di società di cui cò si verifica?
Citazione:

TU non ti autolimiti nelle cose che fai? Stupri donne per strada? Pisci dalla finestra di casa tua sulla gente che passa di sotto? Guidi contromano sull’autostrada? Rubi sugli autobus? Dai fuoco ai barboni?
Do per scontata una serie di “No” come risposta

Mi pareva di aver capito dal tuo discorso che la libertà dell'indivuduo debba essere necessariamente limitata da una autorità...
Se, ad esempio, l'autorità stabilisse lo ius primae noctis...
...
Quindi: la libertà dell'indiduo deve'essere limitata dall'autorità (non può autolimitarsi)
mentre: l'autorità limità sè stessa.
Giusto?

#339

Citazione:

Sarà appunto un difetto di comunicazione, ma io avevo capito anche altre cose (ovvero NON avevo capito):
1) Qualsiasi gruppo organizzato per un fine necessita di una gerarchia.
Non ho capito se, per esempio, se faccio una società con altre persone ci debba essere qualcuno che comanda e decide per gli altri... ? Anche qui: non è che io abbia espresso giudizi di merito.. non ho proprio capito la logica..

Si. Ci deve essere se si vuole combinare qualcosa. Naturalmente per società si continua ad intendere qualcosa di strutturato e orientato al raggiungimento di obiettivi complessi.

Mi mancherebbe , se non ti dispiace, stabilire quando diventa necessaria.. Quanto grande e strutturata deve essere questa società?
Ovvero: conveniamo che (come dicevo) se mi metto in società con quatto amici (comunque complesso sia l'obiettivo che ci proponiamo) NON dobbiamo stabilire una gerarchia. Concordi su questo?!

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Comunque ti ricordo, di rispondere, con tutta calma alle domande che tu hai in sospeso. Non vorrei te ne sdimenticassi..

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