Re: La spietata mattanza dei delfini

Inviato da  Timor il 25/4/2007 17:25:15
Chiamatela coincidenza o sincronicità, oggi anche il buon Blondet mi sovviene in soccorso per definire l'astruso problema della presenza nella corporeità.

Dall'articolo sul Limbo di oggi che per la maggior parte non condivido, una piccola perla

Citazione:
L’idea che per il santo l’aldilà sia già l’aldiquà è adombrata nel detto buddhista per cui il Samsara è il Nirvana stesso, visto e vissuto da chi «non trema più»: san Francesco che ringrazia Dio per l’acqua e per «sora nostra morte corporale» è già nella beatitudine, mentre soffre ancora qui.
Santa Bernadette che negli ultimi istanti ringrazia per la sua malattia, «le piaghe di fuoco e di fumo», per il giorno doloroso in cui suo papà vedendola vestita da suora, intimidito, le diede del voi anziché chiamarla «figlia mia», ha raggiunto lo stato dell’essere in cui il «samsara» (il dolore desiderante, insito nel vivere naturale) è identico al «nirvana» (dove tutto è perfetto e sensato, anche il dolore); è lo stesso concetto per cui non basta «accettare» la croce, bisogna «amare» la croce.
Dire infinitamente sì alla sua volontà.


Com'è dunque possibile stravolgere a tal punto la natura del corpo che la nostra presenza sia in grado di distillare l'estasi dal dolore ?

Un mistero misterioso

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