Chiesta estradizione per l'hacker britannico che buco' la nasa...

Inviato da  mc il 8/5/2006 21:18:51
l britannico Gary Mc Kinnon è accusato di aver lanciato «il più grande attacco di sempre» ai sistemi informatici Usa. Rischia l'estradizione e 70 anni di carcere. Ma lui si difende: «L'ho fatto per dimostrare la fragilità della sicurezza»
Francesca Bria

Liberazione, 30 luglio 2005

E' un britannico di 39 anni originario di Glasgow, ex amministratore di rete, amante della fantascienza e dei computer. Capace di entrare e sentirsi a casa propria in quelli che dovrebbero essere i sistemi informatici più sicuri al mondo: i cervelli elettronici del dipartimento americano della Difesa. E ora viene accusato di aver commesso «il piu grande attacco (hacking) di tutti i tempi a sistemi informatici militari».

Gary Mc Kinnon, nome in codice "Solo", è accusato di essere entrato in migliaia di computer militari Usa e della Nasa nel 2001 e 2002 e di aver immobilizzato il distretto militare di Washington DC per ben tre giorni. Gli Usa hanno stimato a un milione di dollari l'ammontare dei danni e dei costi di riparazione. Mckinnon è apparso mercoledi 27 luglio davanti alla Bow Street Magistrates Court di Londra per l'udienza di estradizione che è stata aggiornata al 18 ottobre.

Il giudice Nicholas Evans ha deciso per la libertà provvisoria dietro versamento di una cauzione con l'obbligo di firma ogni due settimane. Come parte delle misure cautelari McKinnon non potrà richiedere nessun documento utile per l'espatrio e non potrà in alcun modo collegarsi ad internet. Ora il procedimento passa all'Home Secretary, che deciderà sull'effettiva estradizione della persona ricercata. Gli Usa chiedono la sua estradizione e promettono una condanna a 70 anni di carcere. Ma lui si difende cosi: «E' stata la pericolosa negligenza dei sistemi informatici a renderlo possibile e per quanto riguarda i danni al sistema non erano deliberati, ma sono avvenuti accidentalmente mentre cercavo di coprire le mie tracce. Chiamano danni al sistema il fatto che sono riuscito a infiltrarmi senza autorizzazione».

Mckinnon era stato individuato e arrestato una prima volta nel 2002 sulla base del "Computer misuse act" dal UK national high tech crime unit, un'unità specializzata nel crimine informatico. Otto le imputazioni per crimini informatici commessi in 14 paesi diversi. Rilasciato senza alcuna accusa né altri procedimenti a carico, era stato nuovamente arrestato nel giugno del 2005 e poi rilasciato sotto cauzione. Se verrà estradato negli Usa e condannato, McKinnon rischia oltre 70 anni di carcere, anche se lui fa sapere di voler contrastare il procedimento di estradizione e di voler affrontare il processo nel Regno Unito. Oggi è accusato di 20 reati diversi, tra cui attività fraudolenta con i computer, furto di files delicati, accesso a materiale secretato che potrebbe essere «utile ai nemici», danni intenzionali a computer protetti e interferenza nei mezzi di navigazione marittima nel New Jersey. Secondo le parole dell'accusa statunitense «ha causato guasti e ha danneggiato l'integrità delle informazioni... Il distretto militare statunitense di Washington è diventato impraticabile e il costo delle riparazioni per l'interruzione è stato di 700mila dollari... questi attacchi di hacking sono arrivati immediatamente dopo l'11 settembre». L'accusa, rappresentata da Mr Summers, ha dichiarato che l'attacco informatico sembrerebbe essere avvenuto da casa di Mckinnon a nord di Londra da cui avrebbe avuto accesso agli accounts amministrativi, installato accessi remoti non autorizzati e software di amministrazione cosidetti "remotely anywhere", che gli hanno permesso di controllare e alterare i dati sui computer statunitensi senza essere fermato.

Sfruttando la vulnerabilità del sistema operativo Windows Nt, sarebbe riuscito a sondare oltre 73mila computer del governo statunitense e di passare da network a network, entrando in ben 97 computer, cancellando files e mettendo fuori uso per 24 ore un intero network di circa 2mila Pc nel distretto dell'esercito a Washington. «Disturbando in maniera significativa le funzioni governative». Mc Kinnon ha ammesso di aver lasciato una nota in uno dei computer dell'esercito americano che diceva «la polica estera degli usa è uguale al terrorismo di stato…sono "Solo", continuerò a creare disagi ai più alti livelli».

Karen Todner, l'avvocato di McKinnon all'uscita dal tribunale ha dichiarato ha contestato vigorosamente l'estradizione negli Usa dal momento che, secondo il legale, nonostante il Regno Unito abbia dato attuazione alla decisione quadro sul mandato d'arresto europeo con l'Extradition Act 2003, entrato in vigore il 1° gennaio 2004 «gli Stati Uniti e il Regno unito non hanno firmato alcun trattato di estradizione».

La storia di Mckinnon appare realmente bizzarra e vale la pena di raccontarla. Il suo interesse per la fantascienza lo ha portato in un primo momento alla ricerca dei siti governativi riservati per provare l'esistenza di una vita extraterrestre. In un intervista rilasciata allo scrittore Jon Ronson per il quotidiano The Guardian una settimana prima dell'udienza di estradizione, McKinnon spiega i motivi intimi che lo hanno spinto a violare i computer protetti. La sua prima motivazione era ritrovare le prove che dimostrerebbero l'esistenza degli Ufo e di una tecnologia antigravità in grado di fornire alla terra una fonte di energia libera. Secondo Mc Kinnon la tecnologia antigravità è già in possesso dei militari americani ma viene nascosta alla popolazione per mantenere la dimensione attuale dell'industria petrolifera e per continuare la guerra del petrolio.

«Ho cominciato per questa ragione, poi quando ho avuto accesso ad alcune informazioni riservate è cresciuto l'interesse e il sospetto per l'11 settembre e per la gestione della sicurezza durante quella giornata. Ci sono centinaia di domande senza risposta sul 9/11 e non c'è mai stato un reale accertamento delle prove».

La sua storia solleva argomenti critici sui diritti dei cittadini britannici accusati di aver commesso crimini negli Stati Uniti, sul livello di sicurezza dei sistemi informatici troppo facilmente aggirabile. «Mi sono sempre spaventato quando mi accorgevo non ero il solo ad aver aggirato i sistemi di sicurezza. C'erano molti altri indirizzi Ip da tutto il mondo che si aggiravano nei siti militari. E' molto preoccupante che sia cosi facile violare la sicurezza dell'unica superpotenza globale».

Ma quello che al momento angoscia veramente Mckinnon è il pericolo di venir estradato negli Usa. «Avevo molto lavoro da completare come ingegnere e programmatore di computer e ho perso tutto a causa della mia libertà provvisoria sotto cauzione. Il mio padrone di casa vuole sfrattarmi perché ho attirato l'attenzione dei media e della polizia e questo va avanti dal 2002. L'unica speranza che mi è rimasta è che sto ricevendo un forte sostegno politico e legale per lottare contro l'applicazione della legge di estradizione. E non sono il solo a lottare per questo». A giudicare dal sito che chiede la sua libertà http: //www. spy. org. uk/freegary/ la solidarietà non manca. Lui però può solo farsi stampare le email perché ha il divieto di creare un suo indirizzo e di collegarsi a Intenet.






Una montatura ?

...ehehehhe...

mc

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