Re: Atlantide.

Inviato da  Freeanimal il 28/7/2010 11:02:10
A Temponauta:
I tuoi interventi trasudano stile e saggezza (non ti sto prendendo in giro!).
Tuttavia, se sono d’accordo con te che molte menzogne sono state propalate dalla cultura dominante, è anche vero che non dobbiamo fare l’errore contrario, andando cioè a finire in uno stagno melmoso di concetti inconcepibili, inverosimili e inesatti. Sai qual è il problema? E’ quello di dove porre la linea di demarcazione tra verità (sempre inseguita) e menzogne preconfezionate. Ovvero, quanto è falso e quanto invece è vero, di ciò che ci è stato insegnato?
Sia tu che il paleontologo di Milano (che oltre a studiare i libri, li scrive e va – beato lui – sui siti paleontologici a fare spedizioni scientifiche) siete animati da intenti sinceri. E di questo ne prendo atto. Ma la differenza tra te e lui, è che lui ha a disposizione migliaia di testi (che sono il risultato degli studi e delle riflessioni di altrettanti studiosi), mentre tu hai a disposizione pochi testi, che sono, a loro volta, il risultato di studi e riflessioni dei loro autori, con la differenza che, per istinto, mi danno meno affidabilità i tuoi autori preferiti, che non quelli su cui il mio “amico” paleontologo si è formato. E’ una questione di stagionatura!
Se mi parli di
a) Terra cava;
b) razze umane
e io scopro che:

a) prima di una tale data la teoria della Terra cava non esisteva e abbiamo nome e cognome del teosofo che l’ha inventata;

b) e poi leggo le descrizioni minuziose di Steiner o di Elena Blavatsky su com’erano i Lemuriani e come sono i venusiani o i marziani, allora mi dico: “Okay, signori teosofi e antroposofi, avete una fervida fantasia: vi leggo volentieri come un romanzo, ma se pretendete che io vi creda, scordatevelo!”.
Se tu vuoi che io sottoponga a giudizio critico i testi accademici della scuola e dell’università, permetterai che faccia la stessa cosa con i testi esoterici di coloro che (avranno avuto le loro ragioni) dissero cose che…..non stanno né in cielo né in terra. Del resto, mi sono imposto di indugiare il più possibile prima di emettere un verdetto di condanna, perché prove archeologiche o paleontologiche potrebbero sempre saltar fuori, ma, per il momento, scelgo di dar credito al “mio amico” paleontologo.
Per inciso, puoi dirmi su quali testi ti sei formato? Grazie.


Ad Ahmbar:
Il tuo gentile e documentato intervento, per il quale ti ringrazio, non contraddice quanto da me affermato. E’ noto alla scienza, infatti, che anticamente il deserto del Sahara fosse un’immensa foresta e dove ci sono foreste ci sono precipitazioni. Sembra pertanto che anche nella cultura ufficiale, a dispetto dell’umanissimo atteggiamento conservatore dell’egittologa che hai menzionato e di molti – troppi – suo colleghi, la datazione delle piramidi debba essere retrocessa di diversi millenni.
Non c’è dubbio, almeno per me, che in un lontano passato ci sia stata una comune civiltà altamente tecnologica, ma erano i greci dell’epoca di Platone a chiamarla Atlantide. Vai a sapere come si chiamava realmente!
L’idea non è nuova: molto prima di Barbiero (che, in tutta sincerità, non conosco), Kolosimo, Von Daniken e Charroux arrivavano addirittura a ipotizzare l’esistenza di sei o sette civiltà che ebbero il loro corso e poi scomparirono per le loro colpe e non necessariamente per aver fatto adirare gli Dei. Se così stanno le cose, dobbiamo constatare che l’uomo non impara dai suoi errori e magari prepararci a fare la stessa fine. Lo so, mi sento un po’ ridicolo a impersonare il ruolo del profeta di sventura, della serie: “Pentitevi, che la fine del mondo è vicina”, ma almeno sono in buona compagnia, dato che da una quarantina d’anni gli scienziati, proprio quegli scienziati tanto invisi e accusati di nascondere la verità, stanno lanciando proclami in stile Cassandra. Che, per una volta tanto, abbiano ragione?
Dici che a un certo punto la cultura che dominava il pianeta (quella che costruì piramidi un po’ dappertutto) scoprì l’agricoltura (e la metallurgia). Alcuni, specie i tre autori citati prima, arrivarono a sostenere che furono alieni a insegnarcele. Sitchin dice che furono gli Anunnaki. Ma io ti chiedo: forse non sarebbe stato possibile che l’ominide, che poi si sarebbe chiamato Homo sapiens, non ci arrivasse da solo? Se una scimmietta su un isola giapponese riuscì a capire che le patate dolci erano più gustose se lavate nell’acqua di mare, e a insegnarlo alle altre, vuoi che Homo sapiens, con un encefalo ancora più grande, non sia stato capace di scoprire le virtù magiche delle piante, in primis la loro riproducibilità? Vuoi che i nostri antenati, mediante l’osservazione, non siano stati capaci di scoprire che i minerali soggetti a calore cambiano natura e forma e diventano metalli? Abbiamo per forza avuto bisogno che ce lo insegnassero gli alieni? Tempo ne avevamo a volontà, intelligenza pure. Che poi siamo stati visitati e contattati, è possibile. I nostri antenati viaggiavamo per lunghe distanze. Basti vedere i Polinesiani a bordo dei loro gusci di noce, che facevano viaggi incredibili. Questa fantastica capacità di spostamento può essere alla base del fatto che si trovino piramidi da un capo all’altro della Terra: non è necessario che si spostassero interi popoli, ma bastava che lo facessero gli architetti. E quindi, a ben scavare, si trova sempre una spiegazione terrestre, senza far ricorso agli alieni. Quando lo si fa, è perché non ne sono state trovate di altre. Gli alieni come una specie di “passe partout”, una chiave universale che apre tutte le porte. Non c’è dubbio che gli argomenti siano intriganti, ma vanno presi…..cum grano salis.

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