Re: Giovanni Passannante. Un anarchico che non muore.

Inviato da  _gaia_ il 10/1/2007 10:55:24
Altre interessanti informazioni.

Gaetano Bresci, l'anarchico che il 20 luglio 1900 uccise re Umberto I, rimpatriò appositamente dal New Jersey dove viveva per vendicare la strage di Milano del 1898: l'esercito, capitanato dal generale Bava Beccaris che aveva ottenuto i pieni poteri dal governo, sparò con i cannoni "ad alzo zero" su una folla di manifestanti, fra cui donne e bambini, che avevano alzato le barricate, uccidendo almeno un centinaio di persone e ferendone almeno 400 (bilancio ufficiale).

Lo stato d'assedio venne mantenuto anche quando i milanesi erano stati ormai ridotti in condizioni di non nuocere.
Per questo episodio a Bava Beccaris venne conferita la croce di Grande Ufficiale dell'ordine militare di Savoia, cosa che inasprì ancor più gli animi.
Il capo del governo Di Rudinì gli telegrafò: «Ella ha reso un grande servigio al Re e alla patria».
E meno di un mese dopo, il Re in persona mandava al Bava Beccaris il seguente telegramma: «Ho preso in esame le proposte delle ricompense presentatemi dal ministro della guerra a favore delle truppe da lei dipendenti e col darvi la mia approvazione fui lieto e orgoglioso di onorare la virtù di disciplina, abnegazione e valore di cui esse offersero mirabile esempio. A lei poi personalmente volli offrire di motu proprio la Croce di Grand'Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia, per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perché Le attesti col mio affetto la riconoscenza mia e della patria. Umberto».
Il 29 luglio del 1900, a Monza, Umberto I venne assassinato dall'anarchico Gaetano Bresci, che dichiarò esplicitamente di aver voluto vendicare i morti del maggio 1898 e l'offesa della decorazione a Bava Beccaris.


Bresci fu imprigionato in una speciale cella appositamente edificata per lui, di tre metri per tre, priva di suppellettili, nel penitenziario di Santo Stefano, presso Ventotene (Isole Ponziane).
Morì suicida il 22 maggio 1901 impiccandosi -secondo il racconto delle guardie carcerarie- con un fazzoletto o, più probabilmente, con un asciugamani; tuttavia le circostanze della sua morte hanno sempre destato perplessità.
Così come incertezza vi è anche sul luogo della sua sepoltura: secondo alcune fonti, fu seppellito assieme ai suoi effetti personali nel cimitero di S.Stefano; secondo altre, il suo corpo venne gettato in mare. Le sole cose rimaste di lui sono il suo cappello da ergastolano (andato distrutto durante una rivolta di carcerati nel dopoguerra) e la rivoltella con cui compì il regicidio.
Molti sono quindi i misteri che circondano ancora la figura dell'anarchico venuto dall'America, come la fantasia popolare lo aveva ribattezzato. Riguardano prevalentemente dei documenti spariti misteriosamente: non fu infatti mai trovata la pagina 515 che descriveva il suo status di ergastolano e le circostanze della sua morte; nessuna informazione su di lui è disponibile all'Archivio di Stato di Roma; non fu mai ritrovato - come testimonia una approfondita biografia di Arrigo Petacco - il dossier che Giovanni Giolitti scrisse sulla vicenda Bresci.


"Curiosità" #1:
Tutti gli amici più stretti e i parenti di Bresci vennero arrestati nel tentativo di dimostrare che Bresci non aveva agito individualmente ma aveva preso parte a un vastissimo complotto anarchico internazionale.
Anche la polizia di Paterson fu mobilitata per dimostrare l'esistenza di tale complotto, ma non trovò assolutamente nessuna prova.
L'Avanti, divenuto capro espiatorio nonostante non fosse affatto vicino agli anarchici, subì un'aggressione da parte dei conservatori, in seguito alla quale vennerro arrestati alcuni lavoratori del giornale e nessun aggressore.
Molti anarchici in tutta Italia vennero arrestati, colpevoli di apologia di regicidio. In effetti a Bresci venivano dedicate feste e brindisi, tanto in Italia quanto a Paterson.


"Curiosità" #2:
Anche Bresci compare con alcuni oggetti nel novero delle testimonianze presenti al Museo criminologico di Roma, insieme con i già citati Passannante e Acciarito che passarono per le mani del celeberrimo Cesare Lombroso: il grande studioso ebbe a dire, a proposito di un altro cranio che esaminò, quello di Cesare Villella, imprigionato per brigantaggio,
"Alla vista di quella fossetta [un'anomalia cranica che aveva scoperto su Villella] mi apparve d’un tratto come una larga pianura sotto un infinito orizzonte, illuminato il problema della natura del delinquente, che doveva riprodurre ai nostri tempi i caratteri dell’uomo primitivo giù giù sino ai carnivori"

.."illuminato"... Già.

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