L’aspetto dell’organizzazione sociale che è attualmente più fortemente soggetto ad un viscerale rifiuto e ad una avversione radicale è, senza dubbio alcuno, l’idea di autorità.
Qualunque sia la forma, teorica o pratica, in cui essa si manifesti, le espressioni di rigetto che provoca sono senza compromessi. Si tratta, praticamente, di un tabù contemporaneo, uno dei cui logici corollari é il rifiuto di ogni struttura gerarchica. L’ipotesi di società che ne consegue è quella di una organizzazione essenzialmente orizzontale, in cui lo stato è visto con una funzione di fornitore di servizi o poco di più.
E così dovrebbe fare una società di uomini: esprimere una scala di valori, e su tale base relazionarsi con i propri membri, dirigendo, decidendo, interferendo, premiando e punendo. Certo, è rischioso, difficilissimo, come no; ma credo che fare diversamente porterebbe solo a disumani limbi sociali, asettici laboratori sociologici a cielo aperto. Rimedi assai peggiori del male
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