Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 26/3/2007 13:14:02
Citazione:
L’aspetto dell’organizzazione sociale che è attualmente più fortemente soggetto ad un viscerale rifiuto e ad una avversione radicale è, senza dubbio alcuno, l’idea di autorità.

Scusa, la presunta attualità del rifiuto delle autorità è una tua constatazione personale o l'hai letto da qualche "fonte" che non hai citato?
Perchè, considerando quanta presa ancora faccia il richiamo alle "istituzioni" (che sono di fatto un'autorità) , tale auspicabile ipotesi parrebbe (ahinoi) del tutto campata in aria.
Citazione:
Si tratta, praticamente, di un tabù contemporaneo, uno dei cui logici corollari é il rifiuto di ogni struttura gerarchica.

Quindi, se è un "tabù", ne conseguirebbe che il suo rifiuto tanto "attuale" come si afferma, in realtà non lo sia.
In secondo luogo, far discendere il rifiuto "viscerale" dall'intoccabilità dell'argomento (il tabù, appunto) escluderebbe ogni ipotesi di un processo di comprensione del "potere" e dell'autorità.
Staresti, sostanzialmente, affermando che l'opposizione all'autorità ed al potere che esprime, sarebbe dovuta unicamente all'impossibilità di "comprenderli"?
Citazione:
Ciò dipende dall’affermazione di una visione dell’essere umano non più soggetto ad una scala di valori ‘oggettiva’ e condivisa, tramite cui sia possibile ‘pesarlo’ e determinarne la posizione nella piramide sociale.

Se la tua ipotesi fosse vera, dovremmo oggettivamente essere "governati" dal fior fiore di benefattori dell'umanità...A meno che con il termine "pesare" tu non ti riferisca alle note caratteristiche che contraddistinguono le attuali autorità che "governano" il (e sul) pianeta.
Citazione:
Il prezzo che ciò concretamente comporta è una atomizzazione sociale senza precedenti

Fermo restando che attualmente ci si trova perennemente sull'orlo del baratro della nuclearizzazione sociale (grazie alle "autorità) io sostituirei il termine "atomizzazione" con "sacrosanto diritto di sgusciare via dal gregge".
Citazione:
nell’assurda convinzione che il ‘rispetto dell’altro’ si concretizzi nella ‘non interferenza’ con le sue scelte, qualunque esse siano; nel rimanerne sostanzialmente spettatori, rinunciando a passargli, nel timore di condizionarlo e quindi ‘deformarlo’, le proprie convinzioni, i propri valori, le proprie conquiste nel vivere.

Volendo essere "oggettivi", le uniche ad "interferire" nella vita di miliardi di essere umani, e nelle loro scelte, sono appunto le autorità, di cui stai parlando dando per assodato in partenza che siano esse a permettere l'interazione tra gli individui.
Lo vediamo ogni giorno che invece il loro primario obiettivo è "dividere", "frammentare" e spezzare sempre più eventi ed esperienze sociali di comunanza e di condivisione.
E' attualmente che le autorità fanno di tutto per rendere l'individuo sempre meno bisognoso del suo prossimo, dotandolo dell'illusione dell'autonomia.
Citazione:
Ma sempre meglio della gelida, disumana infallibilità dell’astenersi, del non interferire per non sbagliare: alla larga!

Siamo per caso in periodo pre-elettorale e non me sono accorta...?

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