Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  prealbe il 26/3/2007 20:43:28
Questo primo veloce giro di risposte mi consola alquanto, perché mi conferma fortemente la correttezza delle premesse del mio post.


Ad esempio il buon Pike reagisce prontamente (con la consueta espressività, pacatezza e profondità di analisi ) evocando 'stivali chiodati sulla sua faccia' nonché 'spiedi nei polpacci' e 'pollici negli occhi' dei titolari di quegli stivali; a leggerlo, viene in mente un reduce (malconcio) dell'Ungheria del '56 o di qualche analoga circostanza. Siccome però dubito che ciò possa essere, direi che in realtà ci sta parlando di ciò che la parola 'autorità' ISTINTIVAMENTE gli provoca: "viscerale rifiuto" e "avversione radicale". Per l'appunto.


Dorian, invece, solleva il più classico (ed elementare ) dei quesiti relativi alla questione: "Chi decide cosa è giusto e cosa no?". Che è una bella domanda, senza dubbio. Solo che ha il difetto di presupporre che, in mancanza di una soluzione OGGETTIVA al quesito, venga inficiata la possibilità di esprimere un sistema di valori socialmente vincolante. Ora, sia detto una volta per tutte, 'sta maledetta questione dell'oggettività applicata al contesto umano E' IMPROPRIA PERCHE' SEMPLICEMENTE ILLUSORIA. (In sintesi, una caxxata. ). Di più. Trattandosi di un problema senza soluzione (mescola categorie incompatibili), l'unica funzione che può svolgere qualora lo si prenda sul serio è quella di paralizzare chi pretenda di risolverlo. La realtà umana, e quindi sociale, non è basata sull'oggettivo ma sull'INTERPRETAZIONE della realtà, e si capisce dal termine stesso che stiamo parlando quindi di SOGGETTIVITA'. Però, attenzione: parlare di soggettività non significa assolutamente parlare di arbitrio incondizionato e capriccioso. C'è un ampio territorio psicologico, emotivo ed esistenziale comune che unisce SOSTANZIALMENTE gli esseri umani, sulla cui base è possibile (come è sempre - 'sto 'sempre' mi costerà caro - stato fatto) costruire sistemi di valori condivisi.


A Santaruina (Che SERIAMENTE stimo per lo stile davvero sempre misurato e rispettoso dei suoi post. Grazie davvero.) rispondo che il punto centrale non è il rifiuto dell'autorità – che in certi casi è perfettamente legittimo se non doveroso – ma è il rifiuto aprioristico di ogni scala di valori su cui l'autorità dovrebbe basarsi. Tra l'altro percepisco tra le righe il concetto sottinteso della sostanziale equivalenza tra un individuo e l'altro, laddove ogni e qualunque osservazione obiettiva del contesto umano dice, qualunque sfaccettatura si voglia prendere in esame, qualcosa di profondamente diverso, cioè che la qualità delle persone, il loro valore (concetto 'verticale'), è profondamente differente. E io ritengo che questo lo sappia perfettamente, se appena appena si permette il pensiero 'eretico', anche ognuno dei qui partecipanti.

Inoltre, riguardo al "valore dell'interazione" che sussisterebbe solo se "liberamente scelta" (e sorvolo su quel 'liberamente', ché mi pare che 'libertà' sia un termine parente di 'oggettivo' quanto a reale applicabilità all'uomo) ciò semplicemente non è vero; aggiungo anzi che spesso sono proprio le interazioni non "liberamente scelte" che rivestono una significatività elevata, se non per altro perché ci costringono a confrontarci con situazioni ed aspetti della realtà e del nostro prossimo (e di noi stessi, naturalmente) che per mille motivi, compresa la paura o la semplice incapacità di coglierne gli aspetti costruttivi per noi, eviteremmo con cura.

Infine, l'introduzione dell'aggettivo 'tirannica' nella discussione laddove nel mio post non era presente né implicitamente né esplicitamente, rimanda ulteriormente all'"avversione" e al "rifiuto" di cui sopra.


Fiammifero fa una precisazione semantica ed un paio di osservazioni. La prima non contrasta minimamente con ciò che sostengo e anzi lo riconferma. Le osservazioni le trovo semplicemente improprie (mai parlato positivamente dello "stato di fatto") e, senza polemica, spero che la notte possa essere stata consigliera ad entrambi.


[Ironic mode ON]
Pausania sa perfettamente che non gli rispondo mai. Ma mai mai mai. Anzi, che gli rispondo solo che gli ho già risposto. Quindi, che interviene a fare? Gli ho certamente già risposto, per definizione! Si vada a rileggere i post!
[Ironic mode OFF]

Comunque poi FORSE gli rispondo.


BREVE INTERMEZZO

A rispondere punto per punto - a tutti e ad ognuno - non ce la posso fare (già così ho un po' il fiatone ); penso però di stare sviscerando adeguatamente il mio punto di vista - oltre al fatto che alcune osservazioni paiono ripetersi – per cui, per favore, ognuno cerchi di recepire le mie risposte anche da ciò che ho risposto agli altri. Grazie.

PROSEGUIAMO


Franco8, in particolare, è "d'accordo con Santaruina e con Fiammifero". Per la maggior parte delle questioni lo rimando quindi alle risposte che ho dato loro.

Specifico in più che:

1) quando dico "attualmente" intendo "attualmente" (già da un po' di anni, si capisce, e sempre di più); ciò riguarda anche l'atomizzazione sociale

2) che se l'autorità che viene riconosciuta a qualcuno riguarda la sfera della gestione del potere, la "struttura gerarchica" ne consegue di suo; il che NON implica una qualche "autorità imposta" ma una autorità operativa, che si attua.

3) Inoltre (magari se su questo punto non ci caschiamo ogni volta, è meglio... ) non è che se un gruppo esprime certi valori OGNI INDIVIDUO di quel gruppo abbia od esprima quegli stessi valori o ne sia automaticamente all'altezza; sarebbe come dire che siccome la nostra cultura esprime un alto contenuto tecnologico ognuno di noi sa progettare e realizzare un computer.

4) la rottura col passato riguarda il fatto che il relativismo etico odierno è, appunto, odierno (adesso per favore non mi si chieda cosa intendo con "odierno" ).


[Ironic mode ON]
Florizel ha sempre la usuale affascinante prosa che già le riconoscevo. Solo che si rifà ad un ceppo della lingua italiana che non mi risulta comprensibile; ho proprio delle difficoltà logico-simbolico-sintattico-semantiche.
[Ironic mode OFF]

Seriamente. La comunicazione presuppone la condivisione di almeno alcuni postulati di base. In mancanza, comunicare è, sic et simpliciter, impossibile. Con Florizel io mi trovo in questa imbarazzante situazione. Ogni volta che leggo ciò che mi risponde non trovo alcuna attinenza di significato con ciò che scrivo io; al limite c'è qualche superficiale aggancio ad alcune parole, ma al significato mai. Non importa. Certamente limite mio.


E adesso recuperiamo Pausania, và.

Citazione:

Potresti portare alcuni esempi per capire in che senso parli da un lato di autorità dall'altro di avversione radicale?

HO GIA' RISPOSTO in riferimento a Pike.

Citazione:
Spiegheresti come sia possibile rifiutare radicalmente ogni autoritá e insieme legare le idee di società e di Stato?

HO GIA' RISPOSTO quando dico "L'ipotesi di società che ne consegue è quella di una organizzazione essenzialmente orizzontale, in cui lo stato è visto con una funzione di fornitore di servizi o poco di più."
Aggiungo senza polemica che sarebbe bello superare il livello letterale delle parole, se no diventa un po' duro comunicare. "Avversare radicalmente" si riferisce ad un sentimento di insofferenza profonda; la parte fattuale è un altro discorso. Poi magari ci torniamo su.

Citazione:
Poichè la società non può fare niente, in quanto non esiste un soggetto dotato di pensiero e coscienza e voce propria chiamato società, diventa a questo punto interessante capire chi, materialmente e concretamente, dirige-decide-interferisce-premia-punisce.

HO GIA' RISPOSTO quando... No, a questa non ho già risposto. Allora: dirige-decide-interferisce-premia-punisce chi nella piramide sociale occupa posizioni superiori.


Per Nichilista: "rotherbardiano" ci sarai tu e tre quarti della palazzina tua!!!

A parte gli scherzi, apprezzo l'apporto culturale di livello, ma ho paura che se diciamo che
Citazione:
non si possa proseguire nel discorso prima di aver creato un punto di connessione dato dalla risposta a tali domande, che prendono spunto dall'autore di socialismo, lo stato onnipotente, ed altri saggi che stanno alla base del successivo pensiero rotherbardiano (anarcocapitalista), e della rinascita dell'individualismo nella sua eterna lotta contro il collettivismo e le sue forme.

in realtà stiamo dicendo semplicemente che (qui) NON SI PUO' proseguire nel discorso. Magari ci vediamo alla sala conferenze dell'università ("Segue dibattito.").


Infine, visto che (ormai) conosco i miei polli: io 'oggettiva' (nel post iniziale) l'ho messo rigorosamente fra virgolette; che nessuno ignori la cosa, altrimenti rischiamo serie incomprensioni ed un traffico superfluo di bit.


Prealbe


P.S. Nessuno si offenda per l'ironia. E' per me una seconda pelle, non intendo sbeffeggiare nessuno.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=3291&post_id=83384