Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  prealbe il 27/3/2007 20:41:09
Allora: seguono risposte calme e ragionate. Spero anche semplici.



x fiammifero: "La mia era una semplice domanda"

Dopo le due domande precedenti

Citazione:
fatte queste presse,ancora parli di autorità?
Siamo ancora al bambino che ha bisogno del tutore?


la domanda

Citazione:
quindi ti piace lo stato di fatto?


mi era sembrata retorica; comunque ciò di cui parlo non è riferito allo "stato di fatto" (che non condivido assolutamente; consideriamolo assodato, da qui in avanti.). Per quanto riguarda le "interferenze", la "democrazia" non c'entra nulla di nulla col mio ragionamento, che era il seguente:

Citazione:
Io sono invece convinto che la sostanza dei rapporti umani stia propriamente nello scambio continuo, nell'interferenza anche forte, anche invadente, con 'l'altro' da noi. Certo, la possibilità di interazione negativa aumenta, ma altrettanto quella di interazione positiva; come in qualunque espressione umana ci vuole coscienza, attenzione, cura, e l'accettazione preventiva della possibilità di sbagliare. Ma sempre meglio della gelida, disumana infallibilità dell'astenersi, del non interferire per non sbagliare: alla larga!




FlorizelCitazione:
Quindi, dal momento che TUTTA la nostra vita è una sequela di cose non scelte, se ne dedurrebbe che il confronto con esse sarebbe significativo. Potresti spiegare di COSA?

Non ne capisco il senso come domanda. Se crede, può riformularmela.


Per quanto riguarda il rifiuto dell'autorità è una mia (mia = soggettiva) valutazione.



PikeBishopCitazione:
No, e' un'altra cosa:...

Non mi pare che porti nulla di simile ad un argomento. Riprendo atto della sua insofferenza.



PausaniaCitazione:
E magari sapere anche perché tutte le pretese di oggettività sono idiozie, tranne la sua,

Mai detto. Né sottinteso. Né pensato. In caso contrario, mi si citi pure.



Franco8Citazione:
quei "HO GIA' RISPOSTO" non mi dicono nulla (e mi pare che non sono il solo a sentire questa "mancanza").

Erano semplicemente un tocco di ironia verso Pausania che in un altro post in un altro 3D mi diceva
Citazione:
Mi sono sempre piaciuti quelli che in cento post scrivono solo che hanno già risposto. E' una tecnica diffusa e di certo efficace. C'è uno che conosco che sul thread delle scie chimiche fa lo stesso... vi conoscete?
Comunque, ironia o meno, ho risposto anche a lui.

Citazione:
Complimenti per lo stile, ma non riesco ad afferrare completamente il contenuto del discorso ovvero il senso complessivo...Che penso vada sicuramente oltre il provocatorio:
Citazione:
P.S. Starò cercando di farmi notare?
o all'ironia di cui parla Santaruina.

Va certamente oltre il provocatorio; anzi, nelle intenzioni l'ironia servirebbe ad alleggerire il tono di discussioni 'ponderose' e a stemperare gli eccessi di coinvolgimento emotivo nell'argomento. Dai risultati, in questo contesto non pare avere gli effetti sperati.

Per quanto riguarda lo stile, la fretta non ha consentito l'opportuna limatura. Ci farò più caso. Ma di sicuro non me la stavo tirando perché, mi si creda oppure no, non me ne può fregare di meno.


Citazione:
Continuo a non capire quale "realtà-situazione" stai dipingendo.

Non sto dipingendo nessuna "realtà-situazione"; sto semplicemente cercando di mettere in luce alcuni aspetti secondo me fortemente errati e pregiudiziali della percezione del concetto di autorità, secondo me perfettamente naturale nel contesto umano.

Citazione:
- una cosa è vedere gli uomini secondo una o più "scale di valori" (che possono anche essere più o meno oggettivi)
- altra cosa è identificare una scala, una "piramide" che dia a quelli che stanno sopra un potere su quelli che stanno sotto

Provo a chiarirmi.

Intanto le scale di valori, COME QUALUNQUE ALTRA COSA CHE SIA IL RISULTATO DI VALUTAZIONI UMANE, sono SOGGETTIVE. (su questo concetto spero di essermi espresso con chiarezza definitiva, perché mi sembra basilare per questo e qualunque altro ragionamento che riguardi il contesto umano). Quando nel primo post ho scritto Citazione:
scala di valori 'oggettiva'
(e l'ho anche sottolineato in chiusura del secondo post) il termine 'oggettiva' era tra virgolette, il che voleva significare che si trattava di un'oggettività relativa al contesto umano in cui veniva applicata e riconosciuta. Per dirla con altre parole, di una soggettività condivisa estesamente nella comunità.

Per quanto riguarda la "piramide" ed il "potere", che mi sembrano "parole detonatore" rispetto alla sensibilità di molti, ho l'impressione che qui (e altrove) aleggi un'idea di società molto simile ad una 'gita fuori porta', intendendo con ciò un contesto sostanzialmente pacifico, amichevole, rilassato, armonico, privo di qualsivoglia problematica legata alla sua gestione perché privo di obiettivi collettivi diversi dall'occupare tranquillamente il proprio tempo libero. Un'Arcadia, praticamente.

In un contesto così, l'"autorità", il "potere" e la "piramide sociale" li buttiamo serenamente nella prima discarica. Sono d'accordo anch'io. Anzi, dove si firma?

MA E' REALISTICA UNA VISIONE DEL GENERE?

Secondo me (e qualche millennio di storia) semplicemente no. E sinceramente trovo anche un po' intellettualmente presuntuoso prospettare il contrario.

OK. Allora diciamo che il quadro realistico è questo: un gruppo di persone disomogeneo per caratteristiche (intellettuali, morali, caratteriali, e chi più ne ha più ne metta) e degli obiettivi collettivi (probabilmente complessi ed onerosi) da raggiungere insieme: che si fa? Presumibilmente ci si organizza. Bene. Ma come? Già. Mmmmhh, fammi pensare un attimo.

Vabbé, penso che le mie conclusioni possano essere intuite: "si adotta una scala di valori e su tale base..." ecc. ecc.


Prealbe


P.S. Poi cercherò di riprendere e spiegare meglio altre parti a quanto pare ostiche del mio secondo post.

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