Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  prealbe il 31/3/2007 0:27:39
Nichilista -
Citazione:
quando , secondo prealbe e nerone, sarebbe avvenuta questa perdita di fiducia e di rispetto nei confronti dell'autorità e delle connesse gerarchie ? perchè nel leggervi sembra che ci sia stata una particolare congiuntura storica in cui questa perdita è avvenuta.

cosa che però io non condivido . anche se la sfiducia (non mi piace "rifiuto") per l'attuale ordine sociale (democratico sopratutto) possa esserte connesso a fattori storici contingenti ed analizzabili. ma è un meccanismo che si ripete nel tempo questo


Allora, innanzitutto, se mi posso permettere, ti esprimo il mio apprezzamento per forma e contenuto dei tuoi post.

Dopodichè provo a rispondere alla tua domanda.

Non voglio infognarmi in particolari storici per non incorrere in contestazioni di dettaglio sulle virgole del discorso (ALLE QUALI QUI COMUNQUE NON RISPONDERO’ MANCO SCANNATO – NEL CASO SI APRE UN 3D A PARTE), per cui vedrò di tenermi (molto) sulle generali.

Diciamo che il punto di transizione può essere identificato quando la percezione del tempo storico si è trasformata da circolare a lineare (e l’Illuminismo in questo c’entra più di qualcosa).

La concezione circolare, ritenendo che la storia così come la vita dell’uomo ripetesse costantemente gli stessi cicli (cosa tutt’altro che campata per aria, secondo il sottoscritto), era una visione profondamente riguardosa verso il passato, che considerava un affidabile strumento di conoscenza per affrontare con cognizione di causa il presente e nei cui confronti si poneva in un’ottica di rispettosa continuità; in termini sociali ciò si traduceva in una alta considerazione delle figure in possesso di esperienza e conoscenza della vita (i genitori, gli adulti, gli anziani) che naturalmente erano anche figure che rappresentavano l’autorità. Il rispetto verso l’autorità e verso chi ne era investito faceva profondamente parte della formazione educativa di tutti.

La concezione lineare invece, interpretando la storia come un progresso continuo da un punto più ‘elementare’ ad uno più ‘complesso’ (e l’evoluzionismo in questo c’entra più di qualcosa) si pone automaticamente in una posizione di superamento costante del passato che, per il fatto stesso di essere ‘passato’ (cioè ‘superato’), è da ritenersi ‘inferiore’, ‘peggiore’ per definizione. In termini sociali ciò si traduce nell’affermazione di un approccio ‘progressista’, ‘rivoluzionario’ alle questioni sociali, al rifiuto costante dell’esistente che deve essere in continuazione ‘messo in discussione’, ‘superato’ e sostituito dal ‘nuovo’, migliore per definizione. E’ chiaro che questo orientamento alla rivolta permanente non può che rifiutare il concetto di ‘autorità’, con cui si trova per sua natura in antitesi. Da qui, ad esempio, la perdita del rispetto per gli anziani come per le figure genitoriali in genere e, per traslazione, verso le figure rappresentanti l’autorità.


Prealbe


P.S. Noioso tu? Io allora?

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=3291&post_id=84083