Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  franco8 il 31/3/2007 11:37:23
Emmm... dunque!

prealbeCitazione:

[EDIT] E per maggiore chiarezza aggiungo che non é neanche necessario ragionare a livello INTERDISCIPLINARE ma é anzi forse più chiarificatore farlo a livello INTRADISCIPLINARE: spero nessuno vorrà sostenere che tutti i carpentieri (o architetti o medici o quello che si vuole) (a parità di esperienza - lo dico io prima che qualcuno sollevi l'obiezione ) abbiano lo stesso grado di competenza e riuscita professionale. [/EDIT]

La tua precisazione aggiunge poco o nulla, secondo me...
(non c'è problema, solo visioni diverse)
A parte la distinzione tra autorità e autorevolezza (come ha detto anche nichilista), io ci vedo nei vostri discorsi (come avevi detto scherzando tu stesso) una "impostazione filosofica".
E' un dogma non dimostrato (pur essendo "fondante" e direi.. ampiamente accettato) il fatto che tra due cose, tra due carpentieri, tra due medici ecc.. io debba (o possa, dipende) o valutare, sia pur più o meno soggettivamente e approssimativamente, chi è meglio e chi è peggio, chi è più bravo e più capace... (piuttosto che, ad esempio, dire "è capace"/ "non è capce"... o che so' io...) senza che per questo caschi il mondo.
E' un dogma alimentato e perpretato dalla società stessa (in questo senso è "fondante") si insinua sempre l'idea che il ricco è ricco perché lui (o i suoi avi) è stato bravo e capace ecc ecc... E chi comanda, comanda perchè "sa" di più e naturalemente un operaio val meno di un direttore ecc ecc ecc...

L'esempio di NERONE (sulla redazione di Luogocomune) può essere chiaro e più o meno appropriato... ma, francamente, anche lì, non mi pare che aggiunga o tolga niente alle considerazioni precedenti...

Citazione:

negare l'autorità ( e quindi il potere) come entità immanente e pressochè sempre presente nella vita umana mi pare un po' forzato

Appunto: "ti pare forzato" per impostazione "filosofica"...
Che vuol dire, poi, "entità immanente"?

Citazione:

ricordo che anche i genitori sono autorità
(anche quando non sono autorevoli. ed ecco i dissidi in famiglia)

... esempio significativo: una volta che i figli sono "adulti"... l' "autorità" si riduce (se va bene ) ad "autorevolezza" ... Quanto ai dissidi in famiglia e alla "naturale" e "adolescenziale - e anche "funzionale", se volgiamo - messa in discussione di tutte le autorità, tradizione e quant'altro.. quello sarebbe un altro paio di maniche...

Citazione:

La moltitudine degli uomini, raccolti in gruppi sociali, ha dovuto darsi delle regole e creare una scala sociale di autorita’.

"hanno dovuto creare una scala sociale di autorità".. E' il "dovere necessario" ti contesto...
(che derivano da quei dogmi di cui sopra..)
E che, tra l'altro, ha avuto storicamente i suoi controesempi....

Comunque, siamo certamente d'accordo che i veri problemi nascono appunto quando:
le "regole" non sono date da i gruppi sociali stessi ma imposte da fuori (e allora ecco, ad esempio i briganti, le streghe, i "selvaggi"

Le moltitudini degli uomini hanno avuto necessariamente delle regole (in pratica, senza regole, non potevano interagire), ma queste regole sono state le più diverse ... e quelle possibili fino prova contraria non necessariamente implicano una gerarchia.

Il "potere" esiste ma è, più che altro, funzionale a sè stesso..

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