Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 5/4/2007 13:28:10
E spiegare quale criterio sostiene l'assunto secondo cui delle caratteristiche "soggettive" (quelle che costituiscono la scala di valori, che, evidentemente non sono prerogativa comune a TUTTI gli individui) fonderebbero un sistema oggettivo e comune a TUTTI (la gerarchia, appunto)?
Citazione:
Questa ti chiedo di riformularmela (non di ripetermela pari pari come una volta precedente) perché non sono sicuro di averla compresa correttamente.

Non l’hai capita per le premesse della prima risposta che hai dato.
Innanzitutto,se affermi la concretezza storica di un dato basandola su elementi “strutturali” dell’essere umano

“per ricorrere con tale continuità, non può trattarsi di attributi occasionali e contingenti del tessuto sociale ma di qualcosa di profondamente connaturato all’essere umano quando si esprime nel sociale.”

non puoi prescindere dal dato ontologico, come sosteneva anche nichilista. O addirittura biologico, intendendo con questo qualcosa che si verifica inevitabilmente, a cui non ci si può opporre perché, appunto, connaturato all’individuo.

Che poi questo sia tutto da dimostrare, è tutto un altro discorso.
Fai bene, infatti, a dire “se effettivamente si tratta di un elemento strutturale dell’uomo”.

Dal momento che la tua è una deduzione basata su dati storici, per quanto concreti non supportati da un’indagine a 360° sulla strutturale tendenza dell’uomo alle gerarchie, spiega perché mai non si dovrebbe ritenere la tua analisi altrettanto intellettualmente arrogante.

La piattezza che tu stesso imputi alla tua deduzione scaturisce da un’indagine che non tiene conto delle varianti contenute al suo interno: affermare che “scala di valori” e “gerarchia” siano “caratteristiche comuni alla stragrande maggioranza delle società” non implica che lo siano, o lo siano state, IN TUTTE le società, e quindi in TUTTI i tempi e i luoghi.

Inversamente, un’indagine che parta dalla considerazione delle varianti contenute nell’indagine stessa, ci dimostra la fallacia della tua tesi, e di un approccio deduttivo che in se stesso fonda il concetto di “gerarchia”, poichè comporta l’annullamento degli elementi diversi.

Tornando alla mia domanda, non potresti rispondere senza far crollare l’intero apparato di congetture date per verità assolute, poiché, se è vero che quelle caratteristiche non sono comuni a tutte le società, ne discende che quei dati che stai dando come “oggettivi”, o connaturati, o strutturali, all’essere umano siano invece “soggettivi”.

Sarebbe piuttosto interessante, invece, capire come affettività, emotività, ed istinto di sopravvivenza si esprimono nei diversi contesti sociali, in quelli gerarchicamente organizzati ed in quelli in cui la gerarchia è del tutto assente.

E sarebbe eloquente di molte cose.

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