Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Kirbmarc il 5/4/2007 23:20:00
Citazione:
Non pensoquindi che il benessere derivi dalla “condivisione, ma che l’accordo libero fatto da un druppo di individui , più ampio possibile e tutelato, possa raggiungere un compromesso molto più adatto a quello di una marea di singole entità atomiche sregolate.

Ok,ma l'accordo presuppone una libertà di partenza. Attualmente non mi sembra che sifacciano firmare contratti per entrare in uno Stato. Ci si nasce.
Citazione:
manca quasi sempre questa possibilità

Non accadrebbe se non ci fosse un monopolio della violenza da parte del cosiddetto "arbitro".
Citazione:
sicurezza poi è meglio gestibile se è un nutrito gruppo rispetto ad un singolo a finanziarla e controllarla.

Non mi sembra che la mia personale difesa sia meglio gestita da un mercenario che da me. (Non sto parlando solo di difesa militare.)
Citazione:
. Se una persona nasce all’interno di un sistema preesistente e non si riconosce chiaro non farà parte ne della maggioranza istituzionale ne della minoranza istituzionale. Semplicemente perché non crede nell’istituzione.

E che fine fa? O accetta o va in gulag democratico?
Citazione:
Quello di cui sembri parlare tu è una contrapposizione tra il sistema stesso e chi ne fa parte e il rsto dei non aderenti

O si è liberi di entrare o uscire dal sistema oppure no.
Nel primo caso la società di base,su cui si organizza l'accordo (fra chi lo sostiene),deve esere per forza libera,altrimenti non avrebbe senso la libertà di poter reare questo sistema.
Se non c'è liberta di entrare o uscire, se il sistema è dato e dante, allora è autoritario.
Alla fine il problema non è un fantomatico "ifiuto dell'autorità" ma semplicemente la possibilità di scegliere liberamente di aderire ad un sistema o ad un altro, o a nessuno,contrapoposta al sistema che esclude dalla società (con la forza o in altro modo) chi non lo accetta.

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