Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  franco8 il 23/4/2007 12:48:27
prealbeCitazione:
Premessa: Franco8, io vedo che continui a dibattere e questo mi fa piacere, perché voglio pensare che tu sia in una posizione ‘aperta’ riguardo all’argomento.

Mi dispiace sinceramente di non poter dire propriamente la stessa cosa di te...
(Per le ragioni abbondantemente spiegate in precedenza)...
Accontentiamoci di provare a riflettere sui contenuti...

prealbeCitazione:

Francamente, “capire cosa sia la nostra natura” la considero impresa piuttosto improba e probabilmente oltre le nostre forze (dei qui presenti ma anche di chiunque altro); io personalmente mi accontento di constatare la nostra natura.
....

"capire quale sia", "constatare", "conoscere",... magari mi sono espresso male, ma il senso mi pareva chiaro... "capire quale sia" mi pare un passo che precede il "rassegnarsi"...
(Esempio stupido: so che devo morire, sono rassegnato - non posso far nulla per evitarlo - Ma di certo non mi suicido, nè son contento di morire...).

Tu hai spiegato con ciò che cosa intendi in questo caso per "rassegnarci alla nostra natura"?

prealbeCitazione:

citazione-
Il risultato è che, in un gruppo l'auotorevolezza e il peso nelle decisioni viene riconosciuto a persone diverse nelle diverse situazioni.

Ma a qualcuno viene riconosciuto, volta per volta. Lo stai dicendo tu. E io concordo. E scommetterei anche che c’è più di uno che, in un gruppo, non occupa MAI il ruolo di “punto di riferimento”; perché non ne è all’altezza?


Il punto è un'altro. Il "riconoscimento" che può avvenire di volta in volta (cui avevo accennato io) e anche il concetto di "gerarchia naturale" cui fai riferimento tu (come abbiamo detto) è comunque del tutto diverso dall "autorità" delle "mega-strutture" che vorrebbero "legittimarsi" basandosi su questo presunto "senso della gerachia".... (non si basano assolutamnete sulla "qualità" delle persone)

Si ripete costantemente la stessa storia : non solo pretendi che un qualcosa sia un "dato di fatto" non negabile, ma ne sembri dedurre altre cose che non sono affatto deducibili da questa ..

Le differenze, poi, sono molteplici (ormai dovrebbe essere più che chiaro).
Tanto per fare un esempio terra-terra :
Supponiamo che in un gruppo "naturale" ci sia quello che non è "all'altezza"... il gregario che segue sempre gli altri... Supponiamo invece che un giorno gli girino le scatole, oppure ha una illuminazione... e gli sembra insensato un qualcosa che gli hanno "ordinato" di fare...
Il capo/punto-di-riferimento, a meno che non sia un po' coglionaccio, non gli dirà:
"stai zitto e ubbidisci perché sei una nullità e devi solo fare quello che ti dico...!"
E non avrà alcun mezzo per "costringere" il tipo in questione... Che fa? Manda la polizia? Andrà dagli altri è dirà: "guardate! Mi ha disubbidito!.."
Sempre che non siano un'organizzazione di neo-nazisti, gli altri gli direbbero: "'Mbe'!? E tu chi sei?!..."
E quindi, tranne che il "ribelle" in questione non sia un serio pericolo per gli altri (anzi, in tal caso è più probabile che lo sia il "capo"), si prenderebbe solo un bel po di pernacchie...

Quindi non è il bambino che strilla a squarciagola “No! No! No! Non è vero! Non mi piace! Non lo voglio!”. (Perché vuole il cioccolato e non accetta il fatto che troppo cioccolato gli fa male al pancino... Una volta l'esperienza e la maturazione.. hanno fatto il loro..Cosa c'entra l'autorità!?)
Ma è la persona adulta e responsabile che dice semplicemente: "E No! Scusa tanto! Ma che diritto hai?"
(a meno che tu non voglia ammettere che quel qualcuno che non è "all'altezza" non possa mai diventare adulto e responsabile) (PRE-giudizio)

Quindi... siamo sempre lì: "gerarchia naturale" boh! Vabbè ...Ma bisognebbe vedere anche cosa se ne potrebbe dedurre...

prealbeCitazione:

Franco8, il senso è abbastanza semplice: la cultura umana si innesta sulla parte istintuale, la argina, le da una direzione piuttosto che un’altra, la “canalizza” diciamo… NON LA ANNULLA AFFATTO!!! L’istinto sta sempre lì, sotto il ‘pelo dell’acqua’, sempre pronto a riemergere ad ogni ‘distrazione’. E’ primario. E’ strutturale. E’ in-dis-trut-ti-bi-le. Non “ce l’abbiamo”, “lo siamo”.

/Anche se non sono proprio d'accordo su tutto) No. Non lo annulla. (Chi mai ha detto questo?!)
Il punto è che il risultato di quel che "siamo" è SEMPRE il combinarsi delle due cose (cultura/apprendimento e natura/instinti ecc)... Cosìcchè la "natura umana" è assolutamente una astrazione... impossibile a "constatarsi"

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Se arturo (e anche NERONE) motivassero un po' di più (con dei contenuti) gli apprezzamenti alla "LINEARE LOGICA" di prealbe, mi farebbe piacere...
(anche qui.. lo dico per loro)

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prealbeCitazione:

citazione-
Quello che hai descritto è un gruppo di pari "grado". Non avere superiori non significa essere tutti uguali o non avere anche autorevolezza diversa o competenze diverse in campo diversi o in altro.

Questa non l’ho capita bene, mi dispiace.

Non avere superiori non significa essere tutti uguali.
Non significa non avere anche autorevolezza diversa o competenze diverse in campo diversi.

Puoi rileggerti la tua al numero 386:
prealbeCitazione:

I custodi stessi, naturalmente, che non saranno probabilmente un gruppo monolitico, non possono essere intesi automaticamente come un’unità indivisa; quindi ognuno di essi sarà sottoposto al controllo degli altri.

e tutto il resto.

I "custodi" non hanno "superiori". Hai considerato la cosa?

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