Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  PikeBishop il 23/4/2007 16:35:03
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Verità e nichilismo: le mistificazioni della Randazzo su ComedonChisciotte.

Particolarmente pertinente lo stralcio:
Come riesce il gruppo dominante a metterci una divisa emotiva, psichica o ideologica? Attraverso le mistificazioni, cioè le mezze verità, le falsificazioni o le trappole emotive. Per secoli ci ha raccontato la filosofia che ha voluto, ci ha detto che la scienza è verità inoppugnabile o che esiste una realtà "oggettiva" a cui riferirsi. Questa realtà ce la indicavano le autorità religiose o, per chi non aveva fede, gli "esperti scienziati". Per intraprendere il percorso di cui ho già parlato, occorre innanzitutto chiedersi come questo gruppo di persone manipola la nostra mente, facendoci acquisire concetti di base propri della loro mentalità e non della nostra.

Ad esempio, il termine "idealista" indica nella nostra tradizione filosofica l'essere sganciati dalla realtà, come se il pensiero in sé non possedesse alcuna vera realtà, o non fosse esso stesso una realtà. Ora, dato che l'attività di pensiero è fondamentale per gli esseri umani, costituendone l'essenza, ritengo che essa debba essere considerata realtà in sé. Anche se non sempre ciò che si ritiene in teoria ha una valenza euristica o produce effetti concreti, è anche vero che nessuna realtà è divenuta tale senza esser prima stata creata dal pensiero. Di conseguenza, distinguere fra realtà cosiddetta "concreta" e realtà "teorica", nel senso imposto dall'élite, significa separare nettamente l'idea prodotta dal pensiero, intesa come non realizzabile, e la realtà "concreta", considerata vera perché già realizzata.

Ovviamente, l'élite punta a farci credere che l'unica realtà possibile sia quella che essa stessa ha creato, nascondendo che tale realtà è soltanto una parte di ciò che potrebbe essere. Per dirla in modo più chiaro, all'interno di questa logica, se si viene tacciati di essere "idealisti" o "utopisti", e questo viene a significare "non sei concreto" o "non accetti la realtà concreta", ciò potrebbe essere lusinghiero, poiché la realtà concreta che l'élite oggi ha costruito è una realtà criminale, e se si sceglie di adattarvisi solo per sentirsi "concreti" si diventa complici di crimini orrendi. Meglio passare per "idealisti".

Per demistificare, occorre dire che il sistema che attualmente ci viene indicato come verità concretamente possibile è basato sull'inganno. Dunque, la "concretezza" è oggi soltanto una truffa. Infatti, essa è piena di contraddizioni e paradossi. Pensiamo, ad esempio, al fatto che ci vorrebbero far credere che tutto è relativo, però al tempo stesso ci inducono a credere che la scienza è assoluta; oppure, ci fanno credere che la realtà più superficiale degli esseri umani è la vera (percezione, istinto, ecc.), ma allo stesso tempo ci trattano come animali, perché sanno che se gli esseri umani derogano alle proprie prerogative di autoconoscenza diventano uguali a qualsiasi gregge animale. Avete dubbi sul fatto che ci trattino alla stessa stregua di un gregge animale?

Pensiamo ai giornali o ai telegiornali che ci dicono parecchie falsità, perché lo fanno se non per metterci in una gabbia emotiva e psichica? Nella Storia ciò è avvenuto anche concretamente, nel senso che molte persone, specie in Vietnam, sono state rinchiuse nelle gabbie per animali. Diversi giornali raccontarono questi fatti agghiaccianti, ad esempio, il New York Times del 13 agosto 1973 scriveva: “Vo Thi Bach Tuyer venne picchiata e sospesa per i piedi sotto una luce abbagliante. Poi fu rinchiusa in una cella minuscola (gabbia per tigri), mezzo allagata, con i topi e gli insetti che si arrampicavano sul suo corpo”.

Si trattava, non a caso, di persone che avversavano il potere dell'élite, e il metterli in gabbia (come il torturarli) acquisiva il valore di metterli in schiavitù fisicamente, dato che non erano riusciti a metterli in gabbia psichicamente o emotivamente. Perché tanta ferocia? Perché le persone che oggi dominano sanno che il momento in cui la maggior parte degli esseri umani non avrà più bisogno di affidarsi ad un potere esterno coinciderà con la loro scomparsa. Più il momento si avvicina e più sfoderano tutte le loro capacità di ingannare e di brutalizzare. Ma il loro potere ha dei limiti, e per capire questi limiti occorre sapere su cosa esso si basa. Come abbiamo avuto modo di spiegare, delegare la propria esistenza conferisce un potere a qualcun'altro, e dato che ciò impedisce una reale crescita interiore, colui che si approprierà di questo potere è malvagio, in quanto basa il suo dominio sulla mancata crescita degli altri.

La sete di potere e l'avidità inducono queste persone ad approfittare della delega emotiva che viene loro concessa per accrescere le possibilità che tale potere si perpetui nel tempo, e giunga a produrre effetti su ogni aspetto dell'esistenza umana, persino sui settori che dovrebbero attuare la liberazione, come la religione, la cultura o l'arte. Su cosa si basa tale delega emotiva? Si basa sulla paura della propria emotività, ovvero degli aspetti di se stessi percepiti come negativi o da nascondere. Infatti, sin da piccoli subiamo condizionamenti che ci inducono, anche in maniera del tutto subliminale, a ritenere di essere nullità oppure "sbagliati" se seguiamo spontaneamente le nostre emozioni. E' un aspetto fondamentale del sistema quello di inviarci impulsi che ci inducono a sentirci inadeguati, ad avere scarsa autostima oppure a credere che c'è qualcosa in noi che non va. Ciò non è affatto sorprendente se pensiamo che l'intero sistema è improntato alla distruttività, ed essa viene diretta da noi stessi contro noi stessi, esprimendo il grado con cui noi introiettiamo la realtà esterna ritenendola più forte e più vera della nostra realtà interna.

Il sistema non potrebbe reggersi senza questa introiezione distruttiva. Dunque la paura è paura di noi stessi, ovvero degli aspetti che crediamo spaventosi, perché ci hanno indotti a crederlo. Per ovviare a questa paura ci appoggiamo a ciò che ci arriva dall'esterno, producendo in una certa misura (chi più, chi meno) una sorta di ottundimento emotivo, o di identificazione con la realtà esterna e la relativa rinuncia allo sviluppo e all'utilizzo di risorse interne. In altre parole, attuiamo una sorta di "congelamento" delle nostre vere risorse interiori, a favore di un sistema che in ogni aspetto plasmerà la nostra vita, e ci farà diventare ciò che ritiene opportuno, al fine di autoperpetuarsi. Va da sé che non ritiene affatto opportuno che molti di noi inizino a chiedersi chi sono veramente, cosa vogliono e, soprattutto, come cambiare i propri vissuti emotivi in modo da renderli meno distruttivi e più motivati alla vita e all'autorealizzazione.

L'élite si prodiga a cooptare tutto quello che potrebbe indirizzare verso questa strada, cioè la scontentezza, la rabbia o la frustrazione, ed ecco che spuntano i vari "guru", i "capi carismatici" o coloro che denunciano il sistema ma si guardano bene dall'indicare su cosa esso si basa realmente. Gran parte delle filosofie, delle religioni o dei numerosi sistemi pseudo-spirituali sono frutto di questi tentativi di impedire un vero percorso di crescita interiore, che può essere soltanto libero, cioè sganciato dalle autorità esterne. Infatti, se la realtà è unica, significa che la verità è dentro di noi come all'esterno, e che cercarla all'esterno senza prima averla trovata all'interno significa ritornare allo stato gregario di prima. Trovare se stessi non esclude di certo il formare gruppi o società organizzate sotto tutti i punti di vista, ma certamente esclude l'assetto attuale, in cui è un gruppo ristretto a dettare legge, e ad imporre ciò che la maggior parte delle persone riconosce come sbagliato e deplorevole. In altre parole, dalla realtà dei singoli si potrà creare spontaneamente una realtà collettiva, ed essa non potrà essere, in una società di persone libere, frutto di un atto di dominio o di sopraffazione.

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