Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  prealbe il 11/5/2007 1:21:02
Citazione:

Prealbe Citazione:
... ma io lo vedo dappertutto, nel mondo del lavoro come nella scuola, nella famiglia come nella società in generale: non appena qualcuno, a qualunque titolo, prova anche solo a ventilare una qualunque limitazione in qualunque direzione e per qualsiasi motivo alle azioni di chiunque, la prima generalizzata e veemente reazione è del tipo “E tu chi saresti per …” seguita subito dopo dall’appello alla “Sacra e Inviolabile Libertà dell’Individuo” (con tutte maiuscole) ecc. ecc.


Forse metti insieme i fatti e interpretazioni dei fatti.

Si. In effetti usa così, nelle discussioni.

Citazione:
.. Nel senso che.. piuttosto che interpretabile solo come "generalizzata e immatura ribellione" è almeno anche da unire a questa una generalizzata e (altrettanto immatura?... il pesce puzza dalla testa) prevaricazione da parte delle autorità o di chi a uno qualsiasi tipo di straccio di "potere materiale" in mano (e disprezzo delle "regole" che sanciscono diritti e doveri, mansioni e responsabilità ecc ecc e anche limitano non solo la libertà individuale ma anche l'autorità e i poteri decisionali).

Per cui (ammesso che la tua osservazione sia corrispondente a dati di fatto): ci sarebbe un generalizzato e irrazionale rifiuto dell'autorità? Dipende! Ma non è che... per caso... c'è una generalizzata e insensato perdita del rispetto dello spirito delle leggi (*) anche e soprattutto da parte delle "autorità"?!... per cui quel "e tu chi saresti per..." non sia diventato una quasi automatica difesa contro abusi non giustificati (**)?... (magari, te lo concedo, usato a volte a sproposito).
Ma il "e tu chi saresti per..." può essere senz'altro un richiamo a quelle regole...

(*)(Qualunque cosa sia il fantomatico "spirito delle leggi" che è a monte delle regole e riconosciuto dalla "comunità" nella sua interezza... perdonatemi il termine ipotetico.. Di certo quando l'autorità crede di essere lei a dover dettare le regole contro il senso comune lo scollamento si attua.. Vedi ad esempio certe direttive della chiesa cattolica: negare la comunione ai divorziati e le altre cui i "fedeli" sono in buona parte in disaccordo)

(**)(intendo: abusi secondo lo "spirito", ma solo formalmente giustificate prendendo a pretesto cose come "efficienza", "superiori necessità" o altro...)

Franco8, c’è senza dubbio una coesistenza di fattori; per cui, come dicevo, ci sono moltissimi elementi concreti cui agganciare il proprio ribellismo, ma questi continua ad avere nella stragrande maggioranza dei casi una causa emotiva e non analitica. Perché sostengo ciò? Con le tue parole:
Citazione:
La mia modesta e ristretta osservazione della realtà (soggettiva quanto vuoi) vede invece l'individuo sempre meno maturo e più "addomesticato". Incapace non solo di "ribellarsi" doveroso ma anche di "farsi carico" delle scelte che competono a tutti e a ciascuno.

E infatti il ribellismo “adolescenziale” di cui parlo io si coniuga a perfezione con l’immaturità, che appunto porta a dirigerlo verso obiettivi sbagliati, trasferendo impropriamente le manchevolezze degli attori di QUESTO contingente sistema ai meccanismi quali autorità e gerarchia, di per sé stessi biologicamente normali e socialmente funzionali (anzi necessari). Si confonde cioè superficialmente (mi verrebbe da dire “stupidamente”, ma non voglio offendere nessuno) tra lo strumento e chi lo adopera. Per carità, è psicologicamente comprensibilissimo, ma razionalmente rimane un errore.
Detto in altre parole e per farti capire che non siamo così in disaccordo (almeno su questo punto ): gli elementi necessari e sufficienti a motivare una ribellione ci sono tutti.
Ma non sono quelli alla base dell’atteggiamento che indico io: alla base di quest’ultimo c’è piuttosto la stessa spinta che sostenta il movimento consumistico in generale, cioè l’affermazione infantile del proprio ego che rifiuta ogni e qualunque limitazione a sé stesso (che si manifesta pari pari in certe convinzioni ideologiche che non sto qui a precisare meglio ).

Citazione:
In ogni caso, come dicevamo sin dall'inizio nessuno ti ha detto che non puoi avere certe impressioni, ma appunto:
1) dal momento che altri hanno impressioni diverse... perché non fai riferimento a fatti più concreti? Finora non mi pare tu l'abbia fatto malgrado gli inviti.

Franco8, ai miei occhi la cosa riveste una tale evidenza che non mi soffermo più sui singoli fatterelli; così all’impronta mi sovviene l’ultima che ho notato: la ribellione dei genitori di fronte alla, ragionevolissima, proposta di vietare l’uso dei cellulari in classe. Ma cose del genere non si contano più e sono osservabili a qualunque livello. Ad esempio io, pur da maschio con livelli ormonali nella norma , mi sono abbondantemente stufato di subire in ogni occasione l’osservazione obbligata delle mutande delle infinite sgallettate che circolano; non me ne importa una sega dal punto di vista morale, mi sembra semplicemente un’espressione di cattivo gusto e stupidità. Ma se si prova a dirlo, immediatamente partono le invocazioni alla “Libertà di Espressione dell’Individuo” con sullo sfondo il fantasma della “Violazione dei Diritti Umani”, delle dittature del XX° secolo e, perché no, anche dell’Imperatore dell’Universo. O no?
(E adesso, su questo passaggio, aspettiamo pazientemente qualche imprevedibile commento idiota da parte di qualche imprevedibile soggetto; chi sarà? )

Citazione:
2) Mi va bene la tua osservazione per come l'hai presentata adesso (nel senso una tua opinione, se vogliamo una tua osservazione anche se non la condivido non c'è molto da obiettare se non facendo presente altre idee) Ma in precedenza non l'avevi presentata in questi termini... ma piuttosto com evidente e innegabile fatto che solo per "accecamento ideologico" gli altri non vedevano... o almeno questo arrivava.

Molti, molti post fa ho scritto: “Per quanto riguarda il rifiuto dell'autorità è una mia (mia = soggettiva) valutazione.”; ma nel caso specifico tra “soggettivo” e “campato in aria” c’è parecchio divario.

Citazione:
La mia modesta e ristretta osservazione della realtà (soggettiva quanto vuoi) vede invece l'individuo sempre meno maturo e più "addomesticato". Incapace non solo di "ribellarsi" doveroso ma anche di "farsi carico" delle scelte che competono a tutti e a ciascuno.
Disinteresse per le "cose comuni", alimentato da chi le "cose comuni" le considera ormai "roba proria"...
Immaturo, per esempio star lì a chiedere, ad "elemosinare" aiuti, lavoro, dallo Stato o dall' Impresa... Ma chi alimenta questa "immaturità" Cui prodest?
Immaturo e utopistico, ad esempio, credere ad un lavoro che "realizzi la personalità di ciascuno". MA chi lo alimenta? Forse la scuola, i media ecc... (Ma non sono questi proprio derivazioni delle istituzioni autorevoli?) E allora... Cui prodest?

L’importante, per il momento, è concordare che tale immaturità ci sia; e fissare il concetto che “immaturità” e “consapevolezza” non possono accompagnarsi l’una all’altra, e che quindi il ribellismo corrente non é frutto di consapevolezza.

Citazione:
Esempio pratico : condominio. (Non so come va a voi, ma la mia impressione e questa)
Tutti o quasi sono lì a preoccuparsi se sono "in regola" o no coi pagamenti...
...Visi inespressivi davanti al "non è questo il problema!"
A nessuno o quasi viene in mente di andare a controllare puntualmente come vengono spesi i soldi... Tutti vogliono solo evitare "rogne".
Tutti lì ad aver bisogno di una "autorità" di cui potrebbero benissimo fare a meno.
Non sono (non siamo) capaci di autoorganizzarci...perché siamo immaturi...
Il riconoscere un'autorità rende forse più maturi? No affatto. Tutto il contrario.
Si demanda a qualcuno... Paghiamo.. pensa a tutto lui... Rende "efficiente" il tutto? Mah?!
Risultato: abbiamo il "professionista" dell'amministrazione del condominio pagato (non chissàchè, è vero, ma pur sempre spese evitabili - ma basterebbe organizzarsi un pochino... )

Ma non lo si fa; il fatto rimane questo.

Citazione:
"Assemblea permanete" sarebbe improponibile? E perché mai?
Ma è già così, almeno sulla carta,.. le decisioni le deve prendere l'assemblea (Ci sarebbe qualcosa da ridire sulla "plutocrazia"...) ma di fatto nel condominio, l'autorità , legalmente E' l'assemblea.
Da che derivano le difficoltà dell'assemblea? Ma dall'immaturità, ovviamente. No c'è nessun impedimento materiale, nè nessuna necessità di un amministratore esterno (potrebbe esser fatto a turno, o altro.. non è una cosa impossibile)

Tralasciando per il momento di insistere sull’improponibilità dell’assemblea permanente, ti quoto nuovamente sull’immaturità, ribadendo le considerazioni precedenti.

Citazione:
E analogamente abbiamo i "professionisti" della politica (funzionari di partito, rappresentanti del consiglio di quartiere, comune, provincia, regione, parlamento nazionale, parlamento europeo e chi più ne ha più ne metta...
risultato: più sei "rappresentato" e meno conti...

Lo stesso vale per la "complessità"... Il più delle volte non necessaria ma alimentata dai soliti interessi...

Franco8, però, non neghiamo l’evidenza: non ci sarà grande complessità a decidere il nuovo colore di un palazzo, ma gestire un contesto sociale complesso è un’altra storia, decisamente complessa.


Citazione:
Citazione:
Ma quello che io vedo (qui come altrove) non è un’analisi che genera un rifiuto razionale, ma un’emotività che ricerca una giustificazione a sé stessa tramite un’apparenza di analisi (che infatti rimane assai grossolana e manichea).


Puoi fare degli esempi?

Pike e Florizel.

Citazione:
Sulla "grossolanità", a volte, delle analisi, posso essere anche d'accordo (dopo tutto qualsiasi tentativo di dare una descrizione generale implica delle generalizzazioni e delle semplificazioni....)
Sulla emotività mi sembra di essere del tutto in disaccordo... Ovvero mi sembra una tua interpretazione. Diventa poi impossibile separare l'emotività, non si può metterla in soffitta o pretendere una asettica esposizione dei fatti. L'importante avere un certo grado di collegamento con la realtà.

E’ quello che dico anch’io. E’ una questione di misura. E in molti casi il collegamento con la realtà è molto labile e l’emotività assolutamente preponderante.

Citazione:
Non può, ad esempio, non suscitare un certo... non saprei . Questa tua:
Citazione:
L’accumulo di esperienza di una società, per il differente arco temporale come per l’ampiezza intrinseca, è naturalmente diverso e maggiore di quello possibile all’individuo; quando questo si affaccia nel contesto sociale lo fa nell’ambito di un processo già in corso da tempo di cui, ovviamente, non possiede gli estremi ed è quindi naturale e facilissimo che non capisca il senso delle regole esistenti, e che di conseguenza le possa percepire come “vessatorie” a prescindere dalla loro sensatezza.


una "società" (soggetto) (Eccolo di nuovo!) che accumula esperienza!?
Anche qui:
Citazione:
E’ un problema di crescita anche questo, solo del gruppo sociale anziché dell’individuo.

Citazione:
...il “ciclo vitale” delle società ..


Hai davanti quindi una specie di "super-organismo" in cui gli individui sono solo cellule... ?!
Non si può essere indifferenti a certe conclusioni (Vedi anche il post di Pausania)

Franco8, mannaggia! Come vedi ti rispondo con rispetto, però certe considerazioni...
Il soggetto rimane sempre l’uomo, per forza! Come potrebbe essere altrimenti?
Però alla mia osservazione
Citazione:
Ricordando che l’insieme non è uguale semplicemente alla somma dei suoi componenti: se così fosse, la questione sarebbe assai più semplice.

tu rispondi:
Citazione:
Assolutamente sì.

quindi tu stesso comprendi e confermi che in un certo senso (non alla lettera, si capisce; ma c’è bisogno di specificarlo, santo Dio?!?) si, la società è un organismo di cui gli individui sono “anche” (non “solo”!!!) le cellule. Che significa? Significa semplicemente che nel suo insieme la società possiede funzioni e processi che non sono presenti a livello del singolo (e viceversa).

Citazione:
Perché mai l'individuo non dovrebbe capire il senso delle regole esistenti?!
Se non le capiscono gli individui... Chi le capisce?
Voglio dire: il non capire pienamente il senso delle regole esistenti (che ripetiamo è cosa un po' diversa dal discorso "autorità") deve essere l' eccezione non la regola, il transitorio non la condizione stabile.

Franco8, la trasmissione di regole che riguardano la sfera dei rapporti umani non è esattamente come il manualetto tecnico di una lavatrice, ma è cosa un pizzico più complessa.
Ma è davvero necessario chiarire concetti del genere? E, scusami tanto, tu davvero sei convinto che tutti possano comprendere allo stesso modo?

Citazione:
Citazione:
Si. In teoria e se tutto va bene. Il dato però rilevato da moltissimi osservatori competenti (psicologi e sociologi innanzitutto, mica un Prealbe qualsiasi) è che nella nostra area culturale la fase adolescenziale si sta prolungando sempre di più fino ad invadere abbondantemente quella che in precedenza era l’età adulta. In realtà gli anagraficamente adulti contemporanei sono perlopiù ragazzoni smarriti e assolutamente privi di quelle caratteristiche di consapevolezza e affermatività che sarebbero gli attributi della fase adulta. Si può quindi ben dire che spessissimo gli mancano gli attributi.


E agli osservatori competenti risulta un generalizzato rifiuto delle autorità? E quando pongono questo "rifiuto"? Quando chiedono il "reddito di cittadinanza"? Oppure chi... gli ambiziosi in carriera?
Che genere di ribellioni? Cose come il movimento No-TAV?!
Poi, comunque, se i gli osservatori competenti sono gli stessi che dicono "i trentenni non vogliono andarsene di casa"... io qualche dubbio l'avrei... perchè a me pare più che sensato immagginare che il dato non sia che "non se vogliono andare", ma il più delle volte con non possono andarsene (In ipotesi cioè, per una serie di motivi, cioè, la situazione è vissuta come una necessita e non come una scelta "libera").

Gli anagraficamente adulti contemporanei sono per lo più ragazzoni smarriti...? Già ma, ammesso che sia vero e completo.. Perché accadrebbe ciò? Siamo nel campo delle interpretazioni dei fatti, naturalmente, ma non è forse in gran parte colpa proprio dell'indottrinamento subito, dal sistema di valori creato da scuola, televisioni ecc.. ovvero dalle autorità?

Da queste autorità.

Citazione:
Ma appunto gli "attributi" servono per assumersi le proprie responsabilità, compreso il ribellarsi quando serve, non certo per accettare una qualsiasi autorità di cui non si comprende l'utilità (o, meglio, la si comprende bene, purtroppo).

"ribellarsi responsabilemente" vuol dire saper rifiutare gli svantaggi e i vantaggi... costruire l'indipendenza...

Come sopra: “immaturità” e “ribellione responsabile” non vanno d’accordo.

Citazione:
Ma, infatti, il punto è questo : sei tu che la fai troppo semplice!

E non direi proprio.


Prealbe

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