Re: Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche

Inviato da  Pausania il 28/6/2007 18:44:50
Gran post Gaia...
Proprio oggi leggevo "l'articolo" del Corriere in cui si trattano da zotici egoisti provinciali quelli che si ribellano alle decisioni che arrivano "dal palazzo".

Lo scollamento tra cittadini e istituzioni sta avvenendo, evidentemente, se in tanti lo temono e cercano di allontanarlo in tutti i modi.

Io credo che stiamo assistendo ad una lenta ma inarrestabile rivoluzione in Italia. Da noi lo Stato e le sue istituzioni sono sempre state più o meno accettate in quanto erogratici di emolumenti. Soprattutto dagli anni '70 in poi, con l'apogeo del craxianesimo, lo Stato è divenuto la vacca che in molti mungevano e da cui tutti traevano beneficio, a diversi livelli naturalmente. I più poveri avevano sempre poco, ma quel poco che bastava per avere una vita dignitosa e migliore di quella dei loro padri, cresciuti nella miseria delle campagne del sud o del nord-est d'Italia.

Solo che ogni vacca produce una quantità limitata di latte e non la si può mungere tutti e all'infinito. Si è cominciato a capirlo ad inizio anni '90, quando esplose Tangentopoli: all'epoca gli imprenditori, che per anni avevano fatto soldi foraggiando i politici per avere appalti, cominciavano a non avere più un ritorno economico dalla corruzione (la mammella cominciava a dare segni di secchezza) e quindi andavano spontaneamente dai giudici a raccontare le loro "marachelle" (fatte a spese del contribuente, cioè del povero pirla di lavoratore dipendente cui il denaro viene soffiato da sotto il naso ancor prima che gli entri in tasca).

Oggi i politici e i loro cagnetti da compagnia, i giornalisti, ci raccontano le storie di giudici cattivi e politici verginelle, ma sono bugie, come quelle cui ci hanno abituato sul terrorismo e amenità varie.

Tuttavia niente è cambiato da allora. La corruzione è la stessa di un tempo, solo che la mammella è praticamente a secco, e anche i normali cittadini cominciano a rendersene conto.

Un tempo si poteva giocare a fare il comunista e il democristiano, perché finché hai casa, lavoro e sanità più o meno assicurate te lo puoi permettere. Puoi permetterti l'illusione che il tuo tifo elettore si traduca in un mondo migliore.

Oggi non è più così. Oggi puoi votare chi ti pare, tanto non hai soldi comunque. Paghi i contributi per una vita, ma non hai la pensione; paghi le tasse ogni anno, ma quando vai dal dottore devi pagare ancora; quando guadagni meno di quanto spendi, e non sai più quale spesa ridurre, non hai tempo per avere fiducia nelle istituzioni.

Ecco servito lo "scollamento" tra cittadino e Istituzioni. Un parlamentare guadagna in un mese quanto un lavoratore normalmente guadagna in un anno; quanto un precario guadagna in una vita.

Ecco servito lo "scollamento".
C'è solo un modo per evitare questo scollamento: ritornare a riempire la pancia all'elettore. Ma la mammella è secca, e quel poco latte che esce se lo arraffano gli amici degli amici.

Dio benica questo scollamento. Speriamo solo che finalmente si capisca che non è grazie ad un Parlamento o ad una elezione che miglioreremo la nosta situazione.

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