Re: Il rifiuto della comunità.
Inviato da mc il 6/11/2007 16:45:42
Ormai avevo smesso di parlare di fini... (che palle!) ... disquisivo con il Prealbe e discutevo di saccenza...
Citazione:
Ma voi due (anzi voi tre, con Fini), secondo voi, avreste una visione generale della societa', concretamente legata alla sua realta', o vi limitate a decifrare e trarre conclusioni dai risultati ottenuti da questa stessa societa'?
I risultati ottenuti sono corrotti da altri interessi. Cio' che si manifesta nella societa' moderna, io sostengo sia, non la concretizzazione dei voleri della popolazione, e nemmeno dell'attuazione dei suoi idealismi, ma l'affermazione di modelli di omologazione.
Inoltre, ho come la sensazione che voi stiate valutando la percezione, del tutto influenzata dal come viene presentata e letta e non per come davvero e' vissuta, della concezione di societa'.
La perdita dei valori e' contestabile in generale, si, ma e' una prevaricazione della realta' il valutarla definitivamente e diffusamente cosi'.
E' in questi termini che va letto il commento " Non ci si puo' deprimere per il "vuoto" altrui".
E poi:
C'e' differenza tra il valutare le azioni di qualcuno che opera consciamente secondo i propri ideali e colui che operi, costretto dagli eventi, nella direzione opposta ai suoi, o no?
Questo affermavo.
mc
Citazione:
Il "vuoto" non è "altrui" perché è di tutti in generale e di nessuno in particolare...
Ma voi due (anzi voi tre, con Fini), secondo voi, avreste una visione generale della societa', concretamente legata alla sua realta', o vi limitate a decifrare e trarre conclusioni dai risultati ottenuti da questa stessa societa'?
I risultati ottenuti sono corrotti da altri interessi. Cio' che si manifesta nella societa' moderna, io sostengo sia, non la concretizzazione dei voleri della popolazione, e nemmeno dell'attuazione dei suoi idealismi, ma l'affermazione di modelli di omologazione.
Inoltre, ho come la sensazione che voi stiate valutando la percezione, del tutto influenzata dal come viene presentata e letta e non per come davvero e' vissuta, della concezione di societa'.
La perdita dei valori e' contestabile in generale, si, ma e' una prevaricazione della realta' il valutarla definitivamente e diffusamente cosi'.
E' in questi termini che va letto il commento " Non ci si puo' deprimere per il "vuoto" altrui".
E poi:
C'e' differenza tra il valutare le azioni di qualcuno che opera consciamente secondo i propri ideali e colui che operi, costretto dagli eventi, nella direzione opposta ai suoi, o no?
Questo affermavo.
mc
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