Re: corpo e sé (titolo provvisorio)

Inviato da  gandalf il 12/9/2007 22:06:19
Io credo che noi si sia troppo abituati a identificarci con il nostro corpo: il dolore, le cicatrici, i ricordi, le sensazioni fisiche sono i segni che il tempo incide sulla nostra carne e le marchia indelebilmente. Se il mio corpo soffre io soffro, se il mio corpo muore io muoio, ma è davvero così? Ne siamo così certi?

Dall’Illuminismo in poi, come giusta reazione a tempi in cui si bruciavano le streghe, abbiamo eletto la ragione e la scienza a nostra unica guida e il metodo scientifico come l’unico in grado di esplorare la nostra realtà e disegnarla. A parte alcuni paradossi presenti nel modo in cui le scienze dipingono la nostra realtà credo che pensare che solo ciò che è reale e tangibile possa essere considerato vero sia una forte limitazione che non ci consente di comprendere appieno la nostra realtà…

Dov’è Timor? Dov'è Davy? Dov'è Fiammifero?
Dove sono i tuoi pensieri, dov’è la tua coscienza? Nel cervello? Nel cuore? O c’è un qualcosa che di noi travalica il piano fisico e ci pone in una dimensione che non è accessibile ai nostri sensi e alla nostra ragione?

Perché (abbandonando per un attimo i ricordi) io mi sento lo stesso bambino che stava seduto sulle ginocchia di mio nonno ad ascoltare i suoi racconti sulla guerra? Perché mi sento lo stesso sbarbato che giocava a nascondino in campagna, che si arrampicava sugli alberi, nonostante io sia cresciuto, abbia figli, nonostante io abbia percepito il tempo trascorrere sulla mia pelle??

Io non mi sento crescere, al limite mi vedo crescere: io mi sento lo stesso di quando mio nonno mi chiamava al telefono per raccontarmi una favola… Il mio corpo è cresciuto, i miei ricordi, il mio essere fisico è passato attraverso il tempo e vi transita anche ora ma la mia “essenza”, il mio Sé direbbero in India, è sempre quello, immutabile e immutato…… Ed è per questo che soffriamo con la morte delle persone care: perché crediamo di avere solo una via per accedere all’altro: la via del corpo, la via del tempo, la via dei sensi e quando il corpo si spegne non abbiamo più strumenti per comunicare, interagire, avere un contatto…

Ma io SO’ che mio nonno non era quel corpo alla fine affranto e piagato dal tempo, io so che mio nonno non era quell’odore di acqua di colonia, io so che mio nonno non era quella voce pastosa e carezzevole…. Mio nonno era (o meglio è) quell’”energia” che i scaldava il cuore, quell’amore che mi trascinava a se senza condizioni……


Io credo che esista un tempo per il nostro corpo, nel quale siamo immersi, nel quale soffriamo, amiamo, moriamo, ma noi non siamo il nostro corpo, noi siamo energia, pensiero, coscienza e questa non si distrugge, si trasforma…

Come dice il Nobel Carlo Rubbia, il 98 per cento della nostra massa è costituita da Biofotoni e i fotoni in talune condizioni
SONO SENZA TEMPO.....

Mi ha molto stupito leggere alcuni libri sulle esperienze di premorte, ancora di più sapere che tra di voi alcuni ne hanno vissute:
in ogni esperienza descritta in questi libri ( parlano di persone che sono state clinicamente vicine alla morte, a volte anche dichiarate tali ma che da essa sono tornate) a prescindere dalle credenze, dalla cultura, dalla religione e dalla nazionalità di chi ha vissuto tale esperienza vi sonop alcuni passaggi che sono presenti SEMPRE:

vedere il proprio corpo dall’alto, dal di fuori

rivedere in un attimo la propria vita

vedere una luce che tutti definiscono di una bellezza indescrivibile e con la quale tutti sentono il bisogno di unirsi…



Ecco io credo che la nostra essenza sia parte di quella luce e che ad essa apparteniamo anche ora e che essa travalica in nostro IO cosciente e ci comprende e ci unisce tutti in un’altra dimensione a noi fisicamente inaccessibile…. Solo modificando il nostro stato di coscienza possiamo accedere a una scintilla di tale luce……

Possono sembrare discorsi deliranti e misticheggianti ma credo che un fondo di verità lo contengano…..

Le scienze hanno sempre difficoltà quando incontrano concetti come zero o infinito e la matematica, che ne rappresenta il substrato, più di tutte…. I modelli scientifici sono appunto modelli e quindi semplificazioni (per quanto sofisticate) della realtà che ci circonda…. E la coscienza non potrà mai spiegare se stessa così come la parola ROSA o qualsiasi altra parola ad essa collegata, non può riprodurne la bellezza e il profumo…



Pensa che vi sono esperimenti in cui si è DIMOSTRATO che noi diventiamo coscienti di un fatto 150 millisecondi dopo che abbiamo ad esso reagito….

(http://www.internetbookshop.it/code/9788860300850/LIBET-BENJAMIN/MIND-TIME-FATTORE-TEMPORALE-NELLA-COSCIENZA.html )



Che cosa significa ciò? Che siamo delle macchine? Che abbiamo il dono di una “supercoscienza” che agisce al di là del nostro IO consapevole facendoci reagire a cose di cui non siamo ancora coscienti? Sono domande enormi a cui non potremo MAI dare risposte definitive: la coscienza non può studiare e dimostrare se stessa se non in modo “incosciente”……


Un abbraccio sincero a Davy e Timor...

Alla vostra fratelli

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