Questo è uno schema semplificato dell'esprimento
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Interferometro-Michelson.pngIl moto della terra è assunto essere da sx a dx.
Sia t1 il tempo che ci mette il fotone per arrivare dal rivelatore allo specchio a dx e poi al rivelatore;
Sia t2 il tempo che ci mette il fotone per arrivare dal rivelatore allo specchio in alto e poi al rivelatore;
Sia L il tragitto percorso e sia dato che sia lo stesso per i due specchi.
Sia a la velocità della luce
Sia v la velocità della terra
Si può dimostre, con un pò di pazienza, che la differnza tra i due tempi t1 e t2 è data da:
t1-t2 = (2L/a)*(v^2/(2a^2))
Nel ben noto esperimento è apppunto noto che non si osservò alcuna frangia di interferenza; ossia si arriva alla conclusione che t1= t2 e che quindi he la velocità della luce sia sempre la stessa in tutte le direzioni, indipendentemente dallo stato di moto dell'osservatore; questa fu proprio la posizione assunta da Albert nel formulare il suo principio di relatività.
E' noto dalle cronache che questo esperimento è stata ripetuto tantissime volte nei decenni successivi tantiricercatori, nelle piu' svaraizte condizioni: ad alte quote, sotto la superficie terrestre, in diversi continenti e in stagioni differenti; usando luce stellare, luce laser e raggi gamma; il risultato `e stato inesorabilmente sempre lo stesso: nessuna frangia di interferenza.
Tutto a posto quindi, una prova sperimentale inconfutabile.
Ora, alla luce di infinitesimi ed infiniti, visto che :
v= 3*10 km/sec
a=c=3*10^5 km/sec
Si ha che la differenza tra i due tempi di cui sopra è data da:
t1-t2=(L/3)*10^-16 sec
Ossia essa e' dell'ordine dei 10^-16 secondi.
Ossia il detector lì usato (l'occhio umano) doveva poter risolvere figure di interferenza casuate da uno shift temporale dell'ordine dei 10^-16 secondi (0,00000000000000016 secondi , zero piu' zero meno) .
Non male come performances richieste.
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