Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere

Inviato da  ivan il 25/8/2012 0:12:57
1. Da qui link

Citazione

La prossima porcata

NORMA RANGERI
24.08.2012

E nel paese che aveva avuto un regime mediatico ventennale seguito da un successivo governo della Goldman Sachs, per non interrompere il serial si andò alle elezioni inventando un superpremio di maggioranza al primo partito, un inedito mondiale (Grecia a parte). Gli elettori furono chiamati anticipatamente alle urne per volere del capo dello stato che dettò le condizioni di un'alleanza centrista, sfasciando del tutto il già disastrato campo della sinistra. La fantapolitica è spesso anticipatrice della realtà (il 1994 ce lo ricorda) e in Italia potrebbe accadere di nuovo: votare con un sistema frankestein (metà Mattarellum, metà tedesco, metà spagnolo), scelto da partiti al minimo storico del consenso, dopo appartati conciliaboli in comitati ristretti.
L'intesa su una nuova legge elettorale, annunciata dal vicesegretario del Pd, Enrico Letta («l'accordo c'è e verrà comunicato tra poco»), è stata raggiunta perché, scrivono i giornali del centrodestra, anche Berlusconi avrebbe seppellito il «porcellum» sciogliendo la riserva sulle elezioni anticipate. Naturalmente sperando di vincerle o, più realisticamente, di non perderle.
Non importa a quante giravolte assisteremo prima della definizione degli ultimi, decisivi, dettagli (percentuale del premio di maggioranza, dimensione dei collegi...), quel che sappiamo basta per dire che alle porcate non c'è limite.
Una legge elettorale che viene decisa a ridosso del voto è un'indecenza di per sé. Non solo esiste una direttiva europea che invita i paesi a mettere un anno di distanza tra le riforme elettorali e il voto. Non solo cinque anni di legislatura non sono bastati per sostituire il «porcellum» e offrire al paese un tema serio, un dibattito alla luce del sole. Non solo una proposta referendaria che aveva raccolto un milione e mezzo di firme è stata cassata. Ma questo arzigogolo elettorale è in tutta evidenza costruito per facilitare una grande coalizione in continuità con il governo Monti. Sempre che, alla fine, il Pd non abbia lavorato per il re di Arcore. Come è altamente probabile, alla fine berlusconiani e leghisti faranno cartello (riprendendosi anche la loro quota di transfughi grillini) mentre a sinistra la coppia Bersani-Casini farà molto male alla speranza di spegnere la musica di Monti, gonfiando invece la protesta contro questi partiti.
È l'inganno perpetuo: come nel referendum del maggioritario (lo ricorda ai lettori la copertina del '93 che ripubblichiamo oggi), con l'80 per cento di «sì» il popolo pensò di essersi liberato del vecchio regime, della partitocrazia e invece cambiarono solo le facce (e non tutte), così domani lo strombazzato funerale al bipolarismo potrebbe tradursi, senza soluzione di continuità, in una farsa del proporzionale, con gli stessi partiti, e persino le stesse facce di oggi, al governo di domani. ....



2. Da qui :
link


Mario Ciaccia, vice ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha avuto un'idea geniale grazie all'esperienza maturata come magistrato della Corte dei Conti (che in questi anni ha visto il debito pubblico salire a 1976 miliardi di euro senza battere ciglio). L'idea è defiscalizzare in parte le Grandi Opere per rilanciare l'economia. Neppure Tremorti osò tanto. Ha detto proprio "Così possono decollare quei progetti che oggi non sono bancabili". Bancabili? In altre parole progetti insostenibili dal punto di vista economico. E quali sarebbero questi progetti in perdita prima di cominciare? Quelle infrastrutture di cui il Paese ha disperatamente bisogno? La Gronda? La Tav in Val di Susa? Un rilancio del Ponte di Messina? Tutte infrastrutture realizzate con il meccanismo del project financing. In sostanza, in caso di mancato ritorno economico, si consente alle imprese di scaricare i costi delle cosiddette Grandi Opere sullo Stato. Inoltre, di solito le imprese sono finanziate da banche compiacenti. Ciaccia, che ha un senso dell'umorismo britannico, ha proclamato "Penso ad una sterilizzazione totale dell'Iva con un impatto di 5-6 punti di Pil e la creazione di centinaia di posti di lavoro". La Confindustria di Stato ha applaudito senza freni. Più PIL e Pilu per tutti. La prima Grande Opera che dovrebbe far ripartire il Paese è la fondamentale Orte-Mestre (mai più senza), di 10 miliardi di euro, per interconnettersi con il corridoio transeuropeo n. 5 Lisbona-Kiev. Poi di autostrada in tunnel, in sopraelevate e ponti, scavi e raccordi, tangenziali e triple corsie, di cui nessuno sente il bisogno, dovrebbero essere investiti 300 miliardi di euro in 7 anni. Defiscalizzati. E il cui costo finale graverà quasi sicuramente per intero sulle spalle degli italiani.
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha detto in preda a un orgasmo: ''Puntare in modo deciso sull'utilizzo della fiscalità come leva per favorire gli investimenti in infrastrutture è una scelta che Confindustria condivide pienamente (e ci credo, ndr)''. Queste opere di grande non hanno nulla e soprattutto di utile. Faranno aumentare il debito pubblico e arretrare l'Italia. Se il Governo dispone di risorse finanziarie diminuisca le imposte sulle imprese (in particolare le piccole e medie imprese), elimini l'Irap, non richieda l'anticipo dell'IVA, renda deducibili i costi dei progetti di ricerca e restituisca alle imprese i 120 miliardi di cui è debitore. Questo serve per far ripartire l'economia. Forse Rigor Montis non lo sa, e neppure l'ovetto kinder Passera, ma nella pancia delle imprese che hanno finora sviluppato infrastrutture con il meccanismo parassitario del project financing ci sono 150/200 miliardi di euro che potrebbero essere scaricati sul debito pubblico a breve e a medio termine. La via dell'inferno è lastricata di infrastrutture inutili a carico del contribuente.


Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=4269&post_id=220584