Re: Civiltà Ebraica

Inviato da  edo il 4/12/2010 18:32:11
Disastro nel nord di Israele, almeno 40 morti a causa di un incendio divampato sul Monte Carmelo. Iniziata l’evacuazione di massa.

Mentre scrivo queste righe, i reparti dei Vigili del Fuoco israeliani stanno combattendo contro le fiamme. Essi disperano di poter riportare l’incendio sotto controllo in tempi brevi. “Abbiamo perduto il controllo dell’incendio”, ha dichiarato il portavoce dei Vigili del Fuoco di Haifa. “Non ci sono in Israele risorse antincendio sufficienti a spegnere le fiamme”.

Il Primo Ministro Netanyahu è accorso giovedì sulla scena del disastro. Ha chiesto a Stati Uniti, Grecia, Italia, Russia e Cipro di inviare forze supplementari in appoggio ai pompieri israeliani. Un paese normale avrebbe probabilmente richiesto l’aiuto dei propri vicini, ma lo stato ebraico non ha nessun vicino. Ha trasformato tutti i propri vicini in nemici.

Ma questa vicenda ha molte altre implicazioni. L’incendio che ha devastato il nord di Israele non è affatto una coincidenza. Il paesagio rurale israeliano è ricco di alberi di pino. Questi alberi sono una novità assoluta per la regione. Fino agli anni ’30 del Novecento, non esistevano. Gli alberi di pino vennero introdotti nel paesaggio palestinese nei primi anni ’30 per volere del Jewish National Fund (JNF) nel tentativo di “appropriarsi del territorio”. Nel 1935, il JNF aveva già piantato 1,7 milioni di alberi su un area totale di 1.750 acri. Nell’arco di cinquant’anni, il JNF ha piantato oltre 260 milioni di alberi, soprattutto su terre confiscate ai palestinesi. Lo ha fatto nel disperato tentativo di nascondere le rovine dei villaggi palestinesi, spazzati via dalla pulizia etnica, insieme alla loro storia.

Nel corso degli anni, il JNF ha portato avanti uno spietato programma di eliminazione della civiltà palestinese e del suo passato, ma ha anche cercato di dare alla Palestina l’aspetto dell’Europa. Le foreste naturali palestinesi sono state sradicate. Allo stesso modo sono stati divelti gli alberi di ulivo. Gli alberi di pino hanno preso il loro posto. Nella parte meridionale del Monte Carmelo, c’è una zona che gli israeliani hanno chiamato “Piccola Svizzera”. Ieri sera sono venuto a sapere che la Piccola Svizzera è andata a fuoco.

In ogni caso, i risultati sul territorio sono stati piuttosto devastanti per il JNF. Gli alberi di pino non si sono adattati al clima israeliano più di quanto gli israeliani si siano adattati al Medio Oriente. Secondo le statistiche del JNF, su 10 arbusti che vengono piantati, 6 non sopravvivono. I pochi alberi sopravvissuti non rappresentano altro che un’esca per le fiamme. Al termine di ogni estate israeliana, ogni foresta di pini in Israele diviene una potenziale zona del disastro.
A dispetto della sua potenza nucleare, del suo esercito criminale, dell’occupazione, del Mossad e delle sue Lobby sparse in tutto il mondo, Israele sembra essere molto vulnerabile. Si è alienato in mondo devastante dal territorio di cui esige la proprietà. Proprio come gli alberi di pino, Israele e gli israeliani sono stranieri nella propria regione.

Versione originale:

Gilad Atzmon
Fonte: http://www.gilad.co.uk/
Link: http://www.gilad.co.uk/writings/gilad-atzmon-the-burning-bush.html
2.12.2010

Versione originale:

Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
3.12.200

Traduzione a cura di GIANLUCA FREDA

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=4503&post_id=181325