Re: Al Vaticano non basta la morte cerebrale

Inviato da  sever il 27/9/2008 16:34:12
Dopo aver letto quasi tutti i post mi ritrovo, quasi, più confuso di prima. Una cosa è certa: ognuno ha le sue convinzioni e non intende mollare di un millimetro. Penso, però, che il punto fondamentale non è stato affatto trattato, ma solo sfiorato. La prima domanda che bisogna porsi è: che cosa è l’uomo, come è fatto un uomo? Per i credenti la risposta dovrebbe essere semplice: l’uomo, innanzitutto, è uno spirito che abita momentaneamente in un corpo. Il vero uomo, quindi, è un essere spirituale incarnato in un corpo fatto di materia. La vera vita, l’energia che nutre il corpo fisico, è lo spirito. Fintanto che lo spirito resta attaccato al corpo, non ne esce, vuol dire che il corpo è vivo. Quando possiamo essere allora certi che il corpo è morto? SOLO dopo che il corpo comincia a puzzare. Infatti, per evitare di seppellire i morti apparenti, la tumulazione avveniva dopo tre giorni dalla presunta morte. Quante persone si sono risvegliate, evitando una morte “vera” ben più atroce? Tante! Per gli atei, che non credono nell’uomo interiore, spirituale, la cosa dovrebbe essere più semplice. Per loro l’uomo è un ammasso di cellule e l’attività cerebrale o il pensiero è il frutto delle attività elettromagnetiche dei neuroni. Cessata l’attività di queste cellule l’uomo non è che un corpo morto.
Il corpo, però, secondo il mio modo di vedere, non è che un mezzo utile allo spirito, il vero uomo, per agire nel tridimensionale. Se l’uomo si incarna è per fare esperienze e nessuno ha il diritto di “staccarlo” dal suo mezzo fisico. Questo distacco deve avvenire in maniera naturale, salvo casi di incidenti. Quando viene constatata la morte cerebrale da parte di una equipe medica, ci deve essere una legge che vieti di tenere la persona attaccata ad una macchina che ne tenga artificialmente in vita il corpo. Se la sua ora è giunta dipartirà senza problemi per nessuno, come natura comanda. Ma è proprio questo ciò che non vogliono i cardiochirurghi! Loro, come avvoltoi, sperano di prelevare gli organi di quello sventurato per trapiantarli in un altro più sventurato ancora. E’ per questo che si danno da fare per tenere in uno stato vegetativo un essere umano. E’ l’industria dei trapianti che spinge costoro a tenere un proprio simile in uno stato vegetativo. Se non ci fossero i trapianti, perché tenere in vita un “morto” dichiarato? Un tempo tutto ciò non avveniva, proprio perché non si praticavano trapianti. Oggi, ci siamo ficcati in un terribile labirinto che sta dilaniando le coscienze di tutti. Il caso di Eluana Englaro, e altri prima, lo dimostra.
Comunque, è Veronesi che dice: La morte cerebrale è ben diversa dal coma in cui il cervello, pur non funzionando, è invece ancora vivo.

Come si può vedere egli non fa alcuna distinzione fra coma e coma.

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