Re: tragedia AirFrance 1 giugno 2009

Inviato da  redna il 13/6/2009 15:21:34
Oltre al gennaio 2008, ci fu un altro aereo disperso proprio nella zona di Los Roques, di cui non si sa nulla della sorte dei passeggeri:



A bordo del Cessna cinque ragazzi, tre di loro di origine italiana, e il pilota residenti in Venezuela
Continuano le ricerche dell'aereo scomparso nella regione Carabobo

Bienne, 14 Agosto 2006 - Il 24 luglio scorso in Venezuela è scomparso, nella regione del Parque Nacional "Archipiélago de Los Roques", un aereo da turismo con cinque ragazzi a bordo. Tre di essi sono cittadini italiani residenti con le famiglie, emigrate dalla Toscana e dalla Campania da molti anni nel Paese sudamericano, gli altri due sono di origine spagnola. A bordo del Cessna viaggiavano Gabriele Venturi, di 29 anni, Vincenzo Rotunno (29), Franco Rotunno (23), Marisela Castillo (29), Olga Rivero (30), tutti residenti a Galabozo (Guarico) e il pilota Rogelio Antonio Gonàlez. L'aereo è decollato da Los Roques ed era diretto a Valencia.
Le cause della scomparsa del velivolo dai controlli radar non sono ancora note. Si sa solo che quel pomeriggio del 24 luglio le condizioni meteorologiche erano buone. Tra le ipotesi più accreditate, l'errore umano o un guasto tecnico all'aereo. Ma non si scartano ipotesi come il rapimento per motivi di estorsione oppure un "incidente" causato dai militari, visto che in questa regione opera una delle più importanti basi delle forze armate del Venezuela.
Amici e conoscenti in Svizzera delle famiglie dei ragazzi scomparsi sono giustamente in ansia e molto preoccupati. Infatti, la signora Yonellys Hidalgo Sacino, di origine venezuelana, residente a Bienne (Svizzera), si è mobilizzata prendendo contatto, fra l'altro, con organi di stampa affinché facciano pressione sulle autorità venezuelane e italiane a dare maggior sostegno alle persone coinvolte. Infatti, le famiglie dei tre ragazzi italiani, Venturi e Rotunno, anche se ancora sostenuti da sempre meno mezzi messi a disposizione dall'esercito venezuelano, hanno deciso, sin dai primi giorni della sciagura, di partecipare direttamente alle ricerche anche con propri uomini e mezzi con la legittima speranza di poter riabbracciare i loro cari. Comunque, se il destino dovesse rivelarsi crudele fino all'estremo, almeno assicurare una degna sepolturare ai loro cari.
Da parte delle nostre autorità italiane in Venezuela e a Roma, presso il Ministero degli esteri, "ci sono state le solite frasi di circostanza e nulla più" ci hanno dichiarato in una intervista che pubblicheremo nel numero di domani di Rinascita i papà Bruno Venturi e Michele Rotunno.
Intanto, il console generale d'Italia a Caracas, Stefano Pontesilli, ci ha informato che il suo ufficio "è in costante contatto con la famiglia, cui stiamo fornendo tutto l'appoggio possibile. In particolare, l'Unità di Crisi della Farnesina assieme ad Ambasciata e Consolato italiani in Venezuela stanno facendo costante pressione sul Governo venezuelano affinchè metta a disposizione (e continui a mantenere a disposizione finché ci saranno speranze) la maggior quantità possibile di risorse, come elicotteri militari e della Guardia Nazionale, mezzi e volontari della locale protezione civile, volontari di altre organizzazioni di salvataggio, contributo economico per le spese di carburante, etc.. Le ricerche continuano, intense, e speriamo siano presto coronate da successo".
Un grazie particolare va a Ricky Filosa, direttore di "www.italiachiamaitalia.com." da noi sollecitato, per il suo contributo in questa tragica vicenda.


sarebbe il caso di capire perchè da quelle parti gli aerei spariscono e nessuno da spiegazioni. E le compagnie aeree continuano indisturbate a fare voli proprio in quelle zone senza alcuna
preoccupazione.


link dell'articolo

EDIT

Il Venezuela confina con il Brasile e con una zona che loro chiamano ' in reclamation'....



vedi caso corrisponde alla Guyana...che è francese, come l'airbus misteriosamente sparito nel nulla.

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SpikeZ

Citazione:
Redna ha scritto: Ho guardato le foto dei rottami dell'aereo.La Francia al momento non li ha controllati. Pertanto porebbero anche NON essere dell'airbus...

Scusa ma c'è il timone di coda con ben in vista i colori dell'Air France, o sbaglio?


intendevo dire che potrebbero essere di altri aerei francesi (molti fanno quella rotta...) e non nello specifico rottami del volo AF447.

Citazione:
Uhm... se non sbaglio un cadavere in mare va sempre a fondo per poi risalire dopo circa 48 ore, il tempo che si presentino i gas nello stomaco. Una volta che i gas non ci sono più il corpo affonda di nuovo. Ad ogni modo la tesi che l'aereo si sia "aperto" in volo non è da buttare. C'ho pensato anche io, in effetti mi sembra una teoria onesta. Coi suoi punti deboli però: un aereo che perde un pezzo della fusoliera non necessariamente precipita, ci sono dei precedenti e l'aereo è tornato sano e salvo. Ma dipende anche dall'altitudine ovviamente. Perdere un pezzo della fusoliera non preclude ai piloti di lanciare l'SOS. In ultimo: quei pezzi ritrovati sono così piccoli che suggeriscono un'esplosione.


Il fatto che nei polmoni dei cadaveri ripescati non ci sia aria da anche modo di pensare che quei cadaveri (irriconoscibili) potessero essere anche di 'altre' persone....Intendo dire : i cadaveri sono stati provvidenziali, specialmente senza acqua nei polmoni, quindi non si sa in che maniera sono morti.E qui si aprono scenari diversi....se avessero avuto acqua salata nei polmoni era evidente che erano morti in mare; se non c'è qualsiasi ipotesi potrebbe essere sostenuta.Anche quella che i corpi NON sono dei passeggeri (...per esempio).

Qui però, nell'intera tragica vicenda esistono i corpi e NON il contenitore cioè l'aereo. Se stabilissero che i cadaveri sono morti per un'esplosione e poi trovassero l'aereo intatto, come se la caverebbero..?!...Forse è proprio meglio che l'airbus rimanga dov'è....

PS-

Rivendicazioni territoriali del Venezuela

Come si è già avuto modo di accennare, il Venezuela ha una storica controversia territoriale con la Guyana che riguarda una superficie di circa 159.500 chilometri quadrati facenti parte della Guayana Esequiba situata lungo il confine orientale del Paese e ufficialmente indicata, anche in cartografia, come Zona en reclamación.

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