Re: la riproduzione

Inviato da  a_mensa il 25/8/2009 15:25:56
le ultime frasi del mio post iniziale, aprivano alla possibilità di un "cambiamento" di atteggiamento nell'evoluzione del rapporto di coppia.
possso tranquillamente dire che nel corso della mia vita adulta ho incontrato tante persone, tante coppie, ed abbiamo parlato, io e mia moglie di molti argomenti , compreso l'avere figli e l'aborto.
ebbene, l'atteggiamento più comune riscontrato è proprio questo, una partenza con un criterio , e un campiamento proprio nel momento della prima gravidanza.
con il maschio sempre nel tentativo di assumere una posizione predominante sia verso il mantenimento della gravidanza sia verso al sua interruzione, ma ripeto , quasi sempre tentando di far valere la sua volontà su quella della compagna, a prescindere da come fosse iniziata la loro vita di coppia.
pare, o almeno secondo le esperienze da me vissute, che la prima gravidanza sia stata come una cartina di tornasole per la coppia, che ha evidenziato cioè se quanto stabilito per gli aspetti più materiali era valido proprio per tutto.
devo dire anche che un secondo cambiamento, sempre da parte maschile, avviene quando la paternità lo mette di fronte a quella esperienza di accudire, star svegli la notte, cambiare pannolini, ma soprattutto rubare tempi algli svaghi e soprattutto al lavoro.
il lavoro, per molti, diventa nuovamente l'alibi, per usciure da quella fase "romantica" della paternità, che porta all'accordo "basta figli" rispettato nella maggior parte dei casi per il resto del periodo fertile della donna.
ovviamente ci sono le eccezioni a questo comportamento maggioritario, e ne ho un esempio in famiglia col mio terzo figlio.
se possibile, il suo terzo figlio, ha anche aumentato la sua dedizione ai figli, quando è con loro ciò che appare è che goda effettivamente di stare con loro, di seguirli, accudirli, quasi "ruba" le occasioni alla compagna, mentre nella coppia della figlia di mia moglie (del primo matrimonio) il marito , dopo una fase di iniziale esaltazione verso la paternità, è evoluto verso un "non sopportare" i figli e svicolarli con ogni scusa possibile, dal lavoro, alla stanchezza per il lavoro a "impegni inderogabili".
sicuramente io non mi sento di giudicare gli altri, cerco al massimo di capire le tendenze, prendere atto dei vari comportamenti, e, anche senza la precisione di una società di indagine demoscopica, ricavare le tendenze dominanti di questo nostro tempo.
e in fondo è cosa tendo a fare anche qui.

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