Re: i fatti di rosarno calabro ed il prof.panebianco

Inviato da  florizel il 11/1/2010 11:34:06
@ baciccio

Preso atto della conferma di quale sia diventato il tipo di lettore affezionato di Blondet, tutto questo copia-incolla per dire cosa, scusa? Mi sembra di aver letto una serie di sfoghi individualistici su interpretazione (e mistificazione) della realtà degna del più brillante celodurismo alla borghezio … altro che Sud, Napoli e Meridione!

Farneticazioni di individui disposti a pagare un abbonamento pur di continuare a dare sfogo al sentimento xenofobo, che altrove verrebbero smerdati in quattro e quattr’otto se solo avessero il coraggio di esibire il loro nostalgico "quando c'era lui" confrontandosi apertamente.

Non sto quindi a replicare alle puttanate di chi non può controbattere, ma un paio di cose le vorrei precisare; si è fatto un gran parlare della donna che avrebbe perso il figlio che portava in grembo in seguito all’aggressione degli immigrati: tutto falso.

Castelvolturno: a parte che dopo quella strage i casalesi continuano a spacciare, che c’entra la rivolta dei braccianti di Rosarno con quelle vicende?
Mi pare un becero modo di intendere strumentalmente le cose, di farsi servi volontari di padroni a cui conviene intorbidire le acque, e di tacere sul fatto che in merito allo spaccio molti autoctoni, a Castelvolturno, si sono visti togliere la polpetta dal piatto da chi era più ricattabile di loro.

Insomma, se agli scritti di Blondet si volesse attribuire una funzione pedagogica, sarebbe il caso di dire che gli allievi hanno superato il maestro.

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