Re: i fatti di rosarno calabro ed il prof.panebianco

Inviato da  baciccio il 11/1/2010 16:34:15
Blondet nell’articolo che ha suscitato tante proteste tra i suoi lettori dice anche:
“Non vogliono immigrati? Vadano a raccogliere loro i pomodori e le arance: a Sud il lavoro c’è per chi non sa leggere nè scrivere, e non sa parlare se non in dialetto, e crede che i moldavi vengano dall’Africa. Ci mandino i loro figli, «giovani disoccupati meridionali».

A mio modo di vedere in queste due frasi vi è l’equivoco di fondo, la maggioranza dei 147 commenti all’articolo di Blondet, l’hanno posto in evidenza.

Gli italiani non possono più raccogliere pomodori , e le arance per il semplice fatto che ci sono moltitudini di immigrati , per lo più irregolari,che sono disposti a farlo al prezzo che sappiamo.

Costituzione della Repubblica Italiana
Articolo 36
-Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

E’ evidente innanzi tutto che lo Stato ha rinunciato a tutelare i propri cittadini, questo è un fatto! Sul perché dell’abdicazione in merito ai poteri dello Stato ci possono stare anche le” Farneticazioni di individui disposti a pagare un abbonamento pur di continuare a dare sfogo al sentimento xenofobo”, così come le interpretazioni di chi è orientato verso il politically correct.
Opinioni sono le une e le altre, e il diritto ad esprimerle dovrebbe valere per entrambi gli schieramenti.
Ad un lettore che ha scritto:
”Perchè i calabresi non ci mandano i figli loro a raccogliere le arance a 20 euro al giorno?( - è una frase estrapolata dall'articolo di Blondet -) Sono sorpreso dalla volgare banalità di un simile ragionamento. Quegli euro, per quanto pochi e maledetti, sono un patrimonio una volta inviati nel proprio paese terzomondista, in Italia non bastano a comprarsi un pasto quotidiano di sussistenza.
Qui bisogna smetterla di addossare su intere popolazioni colpe che appartengono a sistemi politici ed economici governati da pochi, sui quali a chiacchiere è facile intervenire, ma all'atto pratico è tutto un altro discorso.
Certe realtà bisognerebbe viverle per poterle capire e soprattutto giudicare.

” Blondet ha risposto così:
” Scusami, te lo dico sinceramente, ma questa tua frase rivela tutta una mentalità. Non si va a lavorare solo per il salario. Si lavora perchè lavorare è un bisogno dell'anima, per chi vuole essere uomo. Il lavoro è prima di tutto una pedagogia educativa. Se i calabresi (e i nordici) mandassero i propri figli una volta a cogliere le arance, questi apprenderebbero la fatica del lavoro, a non aver vergogna di lavorare con le mani, a pretendere dignità per le proprie mani coi calli; e a 20 euro al giorno, apprenderebbero cosa significa "sfruttamento" e che si deve lottare per la giustizia. Tutte cose che non imparano a scuola né in famiglia.
Una sola settimana a cogliere arance e pomodori insegnerebbe ai nostri giovani la Civiltà del Lavoro, che è la base della vera cultura - la cultura civile.”

Io sono d’accordo con Stefano.mc, l’autore del commento summenzionato. Perchè?
Consentitemi di esprimerlo, e per l’ultima volta con una citazione di un altro utente -Sart:
“Appena potevo, già quando frequentavo le superiori, lavoravo per MOLTO MENO di 20 euro al giorno. Sa cosa facevo?, indovinato!, come tutti quelli come me, facevo l'operaio e, come tutti gli studenti in vacanza di San Giuseppe Vesuviano, scaricavo camion.
A Poggiomarino (città che confina con la mia) i braccianti locali sono stati tolti di mezzo - pardon... l'economista direbbe: "messi fuori mercato" - dai braccianti marocchini per il fatto che questi lavoravano per la metà del già ridicolo salario.”

Forse sbaglio, ma ho il convincimento che ciò che accade a Poggiomarino accade anche in tutti i paesi ne città d’Italia....e poi hanno la faccia di dirci che i nostri giovani non vogliono fare più i lavori umili… La possibilità di lavorare con una paga congra ci è stata sotttratta forse per sempre da coloro che abbiamo votato da trent’anni a questa parte.

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