Re: i fatti di rosarno calabro ed il prof.panebianco

Inviato da  florizel il 15/1/2010 14:50:56
RedK
Citazione:
di fatto questo provvedimento previene la formazione di "classi ghetto", in cui scaraventare gli immigrati per tenere i piccoli ariani al sicuro.

Ciao, Red.
Non sono sicura che si prefigga lo scopo di prevenire le classi-ghetto, anzi crea dei ghetti nelle classi, appunto riducendo il numero di figli di immigrati in relazione ad una maggioranza di italiani.

Al di là delle difficoltà circa i risvolti didattici (attualmente e facilmente superabili, a mio avviso) è proprio il fatto che il provvedimento giunga a seguito dei fatti di Rosarno a destare preoccupazione: è come se si volesse creare una pregiudiziale anche in ambito scolastico, e fra minori, a riprova del fatto che sia il numero di immigrati a determinare dinamiche negative, e NON invece la capacità di interazione e di accoglienza.

Citazione:
trovo assurdo che un bambino italiano vada a imparare a leggere e scrivere l'Italiano insieme a chi non ne capisce una parola.

Quando i bambini imparano a leggere e a scrivere non partono da quello che già sanno, ma dall'inizio, davvero dall'ABC.

Onestamente, non vedo difficoltà particolari nell'insegnamento, da questo punto di vista.
Bisognerebbe sentire la versione di qualche insegnante, che potrebbe dirci la sua con maggior cognizione di causa.

EDIT: lascio qualche link.

''Perche', se contemporaneamente mi dici il 30%, poi si riduce il numero delle classi perche' si riducono gli insegnanti, come si tengono insieme queste due cose?'', ha aggiunto. ''Occorre uscire dalla propaganda. Il tema non e' buonismo o repressione. Il problema e' lavorare sulla conoscenza e sulle identita'''.

Tetto del 30%, insegnanti dubbiosi.

"PIÙ CHE IMPORRE un tetto massimo per gli stranieri nelle scuole, occorrono consistenti risorse, indispensabili per avere personale fisso per la prima accoglienza e per la gestione di corsi di alfabetizzazione per i minori. È questo il parere unanime dei dirigenti scolastici e di docenti (soprattutto delle scuole elementari dove il problema è maggiore) comaschi in merito al tetto del 30% preannunciato dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ovvero il numero degli alunni stranieri presenti in ciascuna classe (si comincia con le prime di ogni grado) non potrà superare, dall’anno scolastico 2010/2011, il 30% del totale degli iscritti quale esito di un’equilibrata distribuzione degli alunni con cittadinanza non italiana tra istituti dello stesso territorio."

A scuola chi è nato in Italia.

"Si riferisce solo agli studenti non nati in Italia il tetto del 30% annunciato due giorni fa dal ministro Mariastella Gelmini per gli alunni stranieri nelle scuole. Lo ha precisato lei stessa durante un’intervista della giornalista Lucia Annunziata nel corso della trasmissione «In Mezz’ora». Il ministro ha voluto precisare e tranquillizzare dopo le polemiche create dall’anuncio del nuovo provvedimento. Oltre all’intervista il ministero ha infatti anche diramato una nota in cui si specifica che lo sbarramento riguarderà in media meno del 5% degli istituti in prevalenza collocati al nord. E ha ribadito che il tetto non sarà affatto perentorio o invalicabile: qualora gli allievi stranieri fossero in possesso di «una adeguata competenza della lingua italiana» potrebbe essere aumentato dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. La deroga al 30% potrebbe scattare, indica sempre il ministero dell’Istruzione, anche negli «stati di necessità provocati dall’oggettiva assenza di soluzioni alternative»: quindi laddove non vi fossero alternative valide all’inserimento scolastico - ad esempio nelle zone isolate, montane o nelle isole - gli Usr potrebbero precedere ad un innalzamento della soglia massima."

Dato che il provvedimento non mira a nessuna sostanziale differenziazione tra un prima ed un dopo, e vista la marcia indietro per chi è nato in Italia, credo sia fondata l'opinione che sia stato emesso a scopi strumentali.

A mio avviso, emesso ora e quasi impulsivamente prima di eventuali "riaggiusti", contribuisce ad aumentare la percezione di "pericolo" circa l'immigrazione, generalizzando una marchiatura nei confronti dell'immigrato, non certo a chiarire le vere responsabilità di un disequilibrio che viene utile ad altri che non ai docenti.

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