Re: RAI: la paura della libertà

Inviato da  padegre il 29/3/2010 14:01:09
Tutti i movimenti di massa in assenza di un obiettivo importante e possibile si esauriscono e la gente ritorna nel proprio frustrante individualismo.
Un altro fatto incontrovertibile è che gli italiani difficilmente trovano un punto di incontro, un obiettivo tattico su cui unirsi per vincere e poi ognuno per la sua strada, ma vanno a marcare e sottolineare le differenze e forte è il narcisismo di capi e capetti che vogliono continuare a fare i galletti nel proprio pollaio e non accettano le decisioni collegiali o a maggioranza semplice.
Nemmeno quando sono responsabili delle sconfitte, e parlo delle sinistre, questi capetti si ritirano a vita privata, ma sono lì ad impedire qualsiasi rinnovamento.

Io credo che i partiti che oggi sono in Parlamento, con un leggero distinguo sull’IDV di Di Pietro, difendono l’occupazione della RAI, difendono i sontuosi stipendi e le relative pensioni, difendono il finanziamento pubblico, accettano il ruolo e il peso del Vaticano, accettano tutti la gestione capitalista della economia.
L’unico spazio che esiste, realmente, è quello evidenziato da Santoro nella recente iniziativa di Raiperunanotte, che ha messo in piedi una comunicazione di massa con tre milioni di persone che hanno voluto testimoniare la propria adesione ad una iniziativa necessaria per uscire dalla dittatura monopolistica sui mezzi di informazione, in particolare sulla incredibile occupazione di Rai1 e Rai2 da parte degli sgherri del Cavaliere.

Se io fossi Santoro e veramente cercassi di sottrarre il “servizio pubblico” al dominio dei partiti, chiederei a questi 3 milioni di persone di non pagare più il canone alla RAI e di versare quell’importo ad una “public company” che deve essere subito costituita, con garanti come Santoro e Travaglio, con il fine di far finire l’illegale occupazione dei partiti politici. Da sostituirsi con una gestione nuova, senza pubblicità, senza canone obbligatorio(lopagano solo coloro che vogliono tale servizio pubblico), dove il direttore generale plenipotenziario viene eletto ogni 5 anni dai cittadini che pagano il canone, tra personalità indipendenti da potentati economici, finanziari, confessionali, politici. Per aprire questo mezzo alle organizzazioni reali dei cittadini, ai movimenti, alla satira intelligente, ad una informazione che sale dai territori, ad inchieste sull’ambiente, sulla salute e sul lavoro, ad inchieste per smascherare gli inganni della pubblicità, ai problemi reali dei cittadini che devono essere trattati senza alcuna censura preventiva e in piena libertà.

Solo questo potere di autogestire un vero servizio pubblico può controbilanciare il potere privato dei media, e senza questo contrappeso c’è solo l’attuale regime monopolista che ha fabbricato gli zombi del pensiero unico, ha inventato le toghe rosse e i complotti, gli insulti quotidiani alla magistratura e l’obbrobrio delle leggi ad personam spacciate per riforme liberali.
Senza il monopolio dei media il potere di Berlusconi non sarebbe durato 15 anni.

E’ ora di gettare tutto il peso di chi non desidera Berlusconi al potere, di chi non vuole più monopoli o il ripetersi di fenomeni del genere (regola fondamentale: non si puòpossedere piùdi una rete nazionale), su un solo obiettivo, quello di pretendere che la RAI sia proprietà dei cittadini, il cui responsabile sia eletto dai cittadini stessi che liberamente pagano il canone,per l’indipendenza di questa azienda da qualunque potere o ingerenza.
Santoro facci sognare!
Agli scettici e ai rassegnati ricordo che un partitino dell’1%, quello radicale (il cui metodo di lavoro di allora è tuttora valido), organizzò una campagna politica su temi molto più pesanti per una nazione cattolica, quelli del divorzio e dell’aborto e incredibilmente ottenne la vittoria e addirittura il voto di moltissimi credenti.
E’ ora di volare alto e di costruire un pilastro della democrazia, senza il quale siamo solo sudditi.
Paolo De Gregorio

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