Re: Questo cazzo di voto

Inviato da  Pispax il 23/7/2010 13:14:14
florizel


Vado per pezzi riassuntivi.


Citazione:
Io ho precisato che il NON consenso, se non è già un'azione concreta che toglie credibilità, può diventare altro. Dissenso "organizzato" o cosciente che prevede non solo il rifiuto ma anche l'affermazione di altro, appunto.
...
Anche se solo si prende atto di un’aspettativa tradita dalla differenza abissale tra enunciato politico ed effetto concreto, si decide di non partecipare a quella che si avverte come una farsa. Questo può essere sviluppato e diventare altro.


MAGARI!


Il punto della questione è proprio questo.



Sia chiaro che io non voglio che tutti la pensino come me.

(Sai che palle dopo: non avrei più nessuno cn cui litigare. )


Tranne poche robe che mi fanno veramente schifo, per il resto mi vanno bene tutte le posizioni: anarchici, comunisti, democratici, dipietristi, socialisti (persino i socialisti craxiani) socialdemocratici, rivoluzionari, popoli della libertà variamente declinati, verdi, leghisti, leghisti verdi, eccetera.


Nessun problema, anche alcune di queste posizioni le trovo grottesche.
E' gente che ha fatto la sua scelta soggettiva. Ha stabilito le sue condizioni di vittoria e si muove con coerenza.


Se mangog venisse a dire che ha votato Berlusconi solo perché è un argine contro i comunisti a me scapperebbe da sorridere, però in linea di massima ho poco da obiettare.
Ognuno sceglie quello che vuole e per i motivi che vuole.



I no-voters hanno una posizione molto rispettabile, anche se molto difficile.


Non ho alcun problema con questa roba: la rispetto profondamente.
Basta che facciano anche qualche altra cosa.

Limitarsi a non votare non solo non serve a un cazzo, ma è anche controproducente.

.

Qui invece si cerca di convincermi che fare le manifestazioni "NOT IN MY NAME" stando ognuno comodamente seduto sul divano di casa propria, perché fuori è troppo caldo, sia una cosa nobile.

Certo, come no.










Citazione:
Quando non è già “altro” (ma in genere, anche in questo caso, ci pensa l’informazione omissiva a tacere o distorcere concrete esperienze costruttive e risultati positivi ottenuti o ottenibili al di fuori della logica del “consenso elettorale”).


Questo ostacolo non è insormontabile. La Storia ci dimostra che quando serve le informazioni circolano lo stesso, anche nei periodi di dittatura e con la censura più ferrea.

Oggi le cose sono più furbe: c'è una censura accuratamente calibrata per far credere che non ci sia nessuna censura.

Basta esserne consapevoli e calibrare a nostra volta la reazione, se serve.
Dire che "non faccio niente perché tanto se non mi fanno il servizio sul TG1 non serve a niente" è solo trovare una facile scusa per arrendersi.










Citazione:
Questo, tralasciando il discorso sulla tua evoluzione naturale dello stato


Ho la netta impressione che tu non abbia capito il senso di quello che ho scritto e che ti sia impuntata su un paio di parole che ti sono andate di traverso.

Prova a rileggerlo.









Citazione:
Non so te (pare di no), ma io trovo molto dignitosa anche una posizione apparentemente semplicistica come "non voto perché non voglio essere complice".
Se esamini bene le cose, pigrizia e codardia sono esattamente i motivi principali per cui si VA al voto.
...
E’ nel NON voto che viene introdotto il concetto di deresponsabilizzazione, come fai te, mentre invece c'è grossa responsabilità proprio nell’ esprimere il consenso ad un sistema che è marcio nei suoi meccanismi di autoaffermazione, di cui il voto è lo strumento principale.


Il non voto, per qualunque motivo venga scelto, anche per i più aberranti, spinge il mondo esattamente nella direzione che vuoi tu.

Mi sembrerebbe strano che tu lo guardassi senza simpatia.










Citazione:
Il voto è rassicurante, allinea, deresponsabilizza.


Sarà.
Ma se è così deresponsabilizzante, mi spieghi allora perché passo così tanto tempo a stabilire a chi darlo?
E com'è che poi non mi sento minimamente più rassicurato o più allineato di prima?









Citazione:
In senso astensionistico, ci sarebbe da interrogarsi circa il motivo per cui si tende a definire il numero di milioni di astenuti come il “partito del non voto“. E’ la sollecitazione a doversi riconoscere in un partito, mai in individui che fanno semplicemente una libera scelta.


Se è vero quello che dici, ti offro una chiave di lettura alternativa: non è che vengano definiti il Partito del Non Voto proprio per attrarre altri non votanti?

Non ti dimenticare che se te sei contrario al sistema, il fatto che tu non vada a votare rafforza incredibilmente il sistema stesso.

Non tutti quelli che non votano sono contrari al sistema, ma tutti quelli contrari al sistema non votano. E così il sistema va avanti.

Vedi? Semplice e indolore.









Citazione:
La strada da prendere è un’altra, ed è irta di difficoltà perché impone la disintossicazione del venire governati: REimparare ad essere. Autodeterminarsi.
Il fare è una sua conseguenza, smettendo gradualmente di “essere” si riterrà sempre opportuno che qualcuno faccia per noi.


Genericamente sono d'accordo. Ci mancherebbe.

Però poni l'asticella molto in alto, e questo esprime solo il TUO soggettivo punto di vista sugli obiettivi.

Per me uno che non va a votare perché prova schifo, di coscienza ne ha presa già abbastanza: ora è il momento che faccia qualcosa.

Decida lui cosa.








Citazione:
Quanto al fare: lasciamo ai maestri della demagogia questo verbo.


Quando Berlusconi "scese in campo" chiamò deliberatamente il suo partito Forza Italia.
Questa semplice cosa mi impedisce ancora oggi di fare il tifo per la Nazionale come vorrei.


Ora se ne vada tranquillamente in culo lui e la sua "politica del fare": non ho intenzione di farmi derubare di altre parole.


Tu?

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