Re: Questo cazzo di voto

Inviato da  a_mensa il 24/7/2010 22:19:48
@ pispax
Io vorrei concludere questo “bisticcio” in quanto tante cose ci siamo dette, a tante ci siamo dati anche delle risposte sensate, molte invece sono state ignorate, e non erano le meno importanti.
Una discussione, per definirsi tale, dovrebbe svolgersi in una sequenza più incalzante di domande /risposte tali da disegnare oltre che un pensiero, anche un percorso logico per giungere a una certa conclusione.
Per mezzo di post, inclusivi di troppi ragionamenti , domande, affermazioni contemporanee è troppo difficile mantenere quel “filo logico” che appunto contraddistingue una discussione.
Un blog è più simile ad una bacheca, in cui ognuno appiccica il proprio biglietto, senza vincolo per nessuno di rispondere/commentare, e sicuramente senza contingentamento dei tempi.

Ma per concludere il discorso sul voto, vorrei solo aggiungere che il mescolare a pari diritto il mio voto, ricavato da una analisi che ha richiesto tempi sia per raccogliere informazioni che per analizzarle, ha richiesto un certo impegno intellettivo per dedurre il significato di tanti interventi in campi diversi, con quello di chi si sveglia al mattino pensando “voterò xx” a me francamente non va proprio giù.

Dato che ritengo che la democrazia, che è una bellissima parola, che richiama un bellissimo concetto, necessità per prima cosa la consapevolezza di ciò che si fa, e vedendo che ci è stato venduto un bellissimo involucro vuoto, perché manca proprio la volontà di creare e mantenere tale consapevolezza, con informazioni essenziali ma corrette, con dibattiti tra persone ideologicamente sane, e non con ipocriti opportunisti, al fine nemmeno troppo nascosto di allontanare da tale tema le persone, per incomprensione, per noia, per difficoltà di linguaggio, ecc… cosa propedeutica proprio al potere che così può atteggiarsi a “dite, dite, ma non disturbate il manovratore”, allora denuncio con forza questo sistema ipocrita, e lo combatto nell’unico modo non violento che io conosco: non partecipandoci, non legittimandolo, subendo il danno ma non accettando la beffa della rappresentatività.
Una dittatura, più facile da gestire da parte del potere, ha il grosso svantaggio di rendere evidente il trucco, lo strapotere dei ricchi sui poveri, ed allora questi capiscono alla fine, chi è il loro nemico, chi è che devono combattere, senza pretese filosofiche, ma solo perché finalmente percepiscono la differenza tra un “loro” ed un “noi”.
Ma in una società evoluta è troppo facile il boicottaggio, troppo difficile verificare se viene dato “il massimo” nella produzione di ricchezza.
C’è bisogno della partecipazione, di far passare il messaggio che si è tutti uguali, che si è nella stessa barca ( si va beh, c’è chi rema e chi balla, ma nella stessa barca ci siamo proprio) per allontanare l’idea di chi rema, che sarebbe tutto più facile se si buttassero a mare quelli che ballano, di illudere soprattutto che chiunque può guadagnarsi il diritto di salire in coperta e ballare a sua volta.
Ma soprattutto dare la sensazione a chi rema che , tra coloro che suonano la musica, ci siano anche dei loro rappresentanti, che se solo avessero più accordo, più forza alle loro spalle, allora tutto potrebbe cambiare.
Ogni tanto cambieranno questi “rappresentanti” ma il gioco è fatto per sopravvivere a se stesso.
Questa finzione, ovvero che esistano dei rappresentanti dei “poveri” che onestamente li rappresentano, è la menzogna più abbietta, più schifosamente deprecabile, che il cinismo dei potenti è riuscito ad inculcare nella testa di chi, non potendo fare di meglio, spera che sia vero, e si comporta come se davvero lo fosse.
Rifiutare questa finzione non limita il danno, ma almeno evita la beffa.


ps. siedi in cabina un perfetto ignorante di volo. dagli la cloche ed invitalo a volare.
bene che vada non si solleverà da terra, ma il massimo che potrà fare sarà schiantarsi dopo la partenza.
vedi quanto è difficile dare anche solo una infarinatura sul funzionamento del sistema economico. pensa alla difficoltà di interessare alla comprensione della valenza dei provvedimenti che la politica ci somministra.
e con una simile ignoranza, ma cosa vuoi scegliere !!!

pps. dopo la guerra, erano frequentatissime le sezioni dei partiti.
si mangiava, a volte, si beveva , sempre e qualche volta si giocava, ma sempre si discuteva. e discutevano anche gli analfabeti, con una certa riverenza per le persone colte, m anon assecondandole in tutto e per tutto.
quello era il modo giusto per creare lo spirito democratico.
ma proprio per questo, disturbava molto il "potere".
poi venne la televisione...... e questaè l'unica storia dei "poveri" che si può scrivere.

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