Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  Makk il 9/6/2011 18:25:30
Citazione:

Calvero ha scritto:
Citazione:
- un quesito proibiva al comune dove si costruiva la centrale di prendere alcuna remunerazione o rimborso per la costruzione

Scusa Makk, ho delle domande.

In soldoni: siamo sicuri che in Italia per 25 anni non vi sia stato accesso al Nucleare in nome dei risultati referendari?

Potrei dire sì e basta.

Ma elaboriamo: è verissimo che il nucleare si sarebbe potuto fare lo stesso.
MA

1- Devo scegliere un sito per fare la centrale. Per fare questo devo ottenere il parere del comune. Con la vecchia legge lo stato centrale poteva bypassare d'autorità questo parere se il comune non lo dava nei tempi. Al che l'amministratore locale in combutta con i politici nazionali non faceva che "fare ammuina" (ci vuole la valutaz d'impatto, il parere della commissione, questo e quest'altro) e lasciava scadere i tempi. A quel punto poteva rivendersela che non era colpa sua dei ritardi, intascava la bustarella promessa et voilà.

Uno dei referendum ha bocciato questo, il parere del comune rimane vincolante e l'amministratore locale si prenderebbe la responsabilità in prima persona davanti a elettori che lo guardano MOLTO da vicino e lui sa BENISSIMO che non sono contenti.
Cazzottino al fegato.

2- Ho una bella palata di quattrini da rovesciare sul comune che accetta una centrale sul proprio territorio. Esproprio di aree compensato, infrastrutture, remunerazioni varie. Soldi di Pantalone, ovviamente, mica degli "investitori" che piacciono tanto qua dentro.
I quattrini vanno in tasca ai soliti noti, ma sono copiosi e qualche briciola si lascia scivolare giù ai poveracci che lavoreranno al cantiere, alla centrale stessa una volta finita, all'indotto. Ognuno di questi poveracci ha famiglia e amici. E parleranno sperticatamente bene del nucleare. (dovevi essere a L'Aquila per sentire i "protetti civili" come difendono "Guido" e chiudono gli occhi su quello che stavano facendo agli aquilani, andandoci di mezzo il loro stipendio, ma poi hai benissimo presente i tuoi ex-colleghi e i loro discorsi, no?)

E così si crea il circuito della "remunerazione" del comune per aver accettato la centrale: pochi spiccioli distribuiti, passa-parola pro-nucleare, amministratori (anche di opposizione) "rifocillati", amministrati divisi (con quelli che ci tirano su il pane particolarmente aggressivi e attivisti a tempo pieno).

ma un altro dei referendum diceva "niente quattrini ufficiali a chi accetta la centrale sul proprio territorio".
Azz... allora i quattrini da redistribuire in gran copia non sono più quelli dello stato! Sono i privati che devono ungere tutte queste rotelline. E sottobanco, senza metterli a bilancio. E ce l'hanno la voglia di cacciare questa grana solo come pre-requisito agli affari che faranno poi? Ntz, ntz. Soprattutto in italia, l'impresa è abituata a farsi spingere dallo stato e poi blaterare che loro sono il motore dell'economia... esserlo davvero, il motore, è un altro paio di palle. Tanto più che di solito le mazzette e gli "incentivi" li cacci ma perché poi il "ritorno d'investimento" è parecchio più lucrativo del normale (= le mazzette sono incorporate nel quantum che verrà riscosso, che poi sia fuori mercato sticazzi).

Non ci stanno mica, così! I costi nascosti del nucleare se li cuccano gli stati, ed è così in tutto il mondo (il nucleare è "strategico" e super-assistito rispetto a qualsiasi altra fonte energetica, inquinante o meno). Questo era il patto.

Il povero sindaco si troverebbe a dire sì alla centrale, senza prebende da distribuire, senza tornaconto personale e senza la rete di connivenze di buon appetito con la quale lavora di solito. Chi cazzo gliela fa fare!? Ci ha la legge dalla sua (primo quesito) e può dire "no, non da me, io ai miei cittadini ci tengo"
[vedi, senza bisogno di chissà quali interessi economici, i governatori PDL del Veneto e Lombardia alle amministrative appena conclusesi: il nucleare sì, ma non da me. E adesso che vedi che proteggo i tuoi interessi, votami la Moratti e gli altri, susssù da bravino]
uppercut dal basso in alto, mentre ancora boccheggi per quello al fegato


3- Ok, ma io al nucleare ci credo. Non lo dicono sempre i nuclearisti?
E sono in buona fede: sissì!
Per cui il terzo quesito non mi ferma mica. Io voglio continuare a investire nella ricerca sul nucleare, ci credo tanto! Certo, il terzo quesito mi impedisce di fare delle joint-venture con partner d'affari esteri: quindi la ricerca che faccio deve essere davvero disinteressata. La faccio perché credo nel futuro di questa tecnologia, per il bene dell'umanità, per arrivare a risolvere i problemi come quelli delle scorie, dei carburanti fissili ultra-tossici, della brutale meccanica di raffreddamento delle (allora) attuali centrali...
... penso che nel radioso futuro i miei migliori cervelli avranno lavorato per un nucleare più presentabile (magari la famosa fusione, calda o fredda).
E, cavoli! Il referendum non blocca mica i parternariati scientifici, solo quelli economici. E' solo che i brevetti non li posso vendere (aspetta!!!! Ma non li potevo vendere neanche prima del referendum: l'Italia ha perso la guerra, e fra le condizioni c'era che la ricerca scientifica sul nucleare la faccio sotto l'occhio vigile e il "diritto di prelazione" sulle scoperte da parte degli USA)

Quindi si è fatta tanta ricerca, in Italia, sul nucleare.
... come? No!? Se non c'è il giro d'affari dietro non faccio un cazzo?
Non solo: tolgo sistematicamente i finanziamenti alle strutture pubbliche di ricerca (a differenza di tutti gli altri paesi d'Europa, che lo considerano investimento "d'immagine" della propria statura statale).

Come dire: si sapeva che andava a finire così.

montante sinistro e count-down



Citazione:
Alla luce di questa precedente posizione, con il senno di poi se ora vincesse il NO, dato che i Comuni non potrebbero avere profitto, chi o cosa riuscirebbe quindi a rendere vantaggioso il Nucleare?

lo stato centrale e i privati (inclusa quella branca, mista pubblico-privato, che è la criminalità organizzata). Le discariche e i termovalorizzatori li fanno per gli amministratori locali? La TAV tiene conto delle municipalità? La Dal Molin chiede il permesso ai veronesi?

Citazione:
Ma non poteva lo Stato allora, come oggi, magari garantire ai Comuni degli sgravi tali da rendere vantaggioso l'affare?

No, la "modernità" berlusconiana ha scelto altre strade: siti "militari" segretati, questioni "di sicurezza nazionale", affari solo a grandi livelli, decisioni sopra la testa degli enti locali.
E la Celere quando non basta tutto questo.

In pratica siamo tornati allo stato centralista e imprenditore, con in più una bella svolta autoritaria e controllo dei mass-media e della magistratura, il che ci porta più vicini alla cara, vecchia, USSR che al turbocapitalismo americano.



Resta comunque valido il presupposto iniziale: se veramente vogliono, lo fanno comunque. Bisogna vedere, come tu stesso dici e come Rickard ha drammatizzato, quanti prezzi devono pagare a farlo contro un esplicito responso popolare: quanti bastoni tra le ruote gli si mettono.

I quesiti referendari sono solo una pallida immagine di quello che significherebbe se fosse possibile fare un quesito tipo "lo vuoi il nucleare SI o NO?"

Ma sarebbe un SI o NO "atecnico".
Dopo il quale sarebbe facile fare il cazzo che gli pare, ma dichiarando che "rispettano lo spirito del pronunciamento popolare".
O ché: non siamo forse in "missione di pace" in 3 teatri di guerra (4 col Libano) che la nostra Costituzione non ci permetterebbe di frequentare?

Dura invece quando gli butti giù la leggina precisa e comunque sanno che gli italiani sanno che la valenza ideale del referendum è "nucleare SI o NO"

Hai tutti due i piccioni: gli blocchi la leggina e gli dici NO (o, speriamo non succeda) "SI/chemmefrega fai come te pare".
Doppio problema per loro. Doppio "vaffanculo" per me.

I quesiti, purtroppo e per fortuna, sono sempre meno di quello che vorresti dirgli in faccia e più di quello che loro vogliono sentirsi dire (cioè sempre e solo: "si, Grande Buana, guida tu").

E la battaglia deve essere anche tecnica. E come tale occuparsi anche di sottigliezze giuridiche, per dire un NO più preciso e puntuale possibile.
Per esempio sull'acqua si era tentato anche un quesito che intaccava pesantemente una legge di Prodi, sulle forme di gestione e sulle modalità di affidamento delle concessioni.
Quello sarebbe stato una mazzata ancora più pesante, ma la formulazione era sul filo del rasoio, tecnicamente, e la Corte Costituzionale lo ha dichiarato inammissibile.
[EDIT: quest'ultima non dovevo dirla, cazzo... adesso come fanno quei poveri antireferendari ad argomentare che i promotori del referendum "si dimenticano" che la sinistra, nelle privatizzazioni dei beni pubblici, c'entra con tutte le scarpe?]

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