Re: Referendum 12.13 giugno

Inviato da  Makk il 14/6/2011 18:36:49
Citazione:

Calvero ha scritto:
Trovo risibile che tu debba arrivare al nocciolo facendo dei giri lunghi per poi dire come NON stanno le cose.

Questo per il momento chiude la questione, direi.
Citazione:
Quando avrai voglia di mettere bene i punti sulle "I"

Magari lo farò, laddove le mie argomentazioni vengono ribattute nel merito e non sotto la pregiudiziale che "sono bravo a incartare le cose".


Per il momento, il mio pensiero si può chiarire un po' di più ribadendo un passaggio che ho già espresso:
"la potenzialità sempre presente nelle masse, anche quando non la esprimono, e quanta disponibilità persino commovente dei singoli alla partecipazione, anche quando è compressa."

1] le masse hanno una dimensione collettiva, che esprime una specie di "intelligenza del formicaio".
Es: se tu spacchi in due Cipro, metà greca e metà turca, i musulmani hanno una modalità istintiva di reagire all'oppressione: figliano come conigli. E schiacciano il "nemico" negli anni col peso della demografia. Questo li condanna alla povertà, nel frattempo, ma obbliga anche i governanti a tenere conto della variabile (in questo caso etnica).
Non c'è nulla di razionale, individualmente. E' del tutto inutile esaminare i singoli individui perché non si rendono conto di partecipare a una sorta di contropulizia etnica e non ti danno risposte sensate su questo argomento.

L'analisi dei sentimenti della massa, con le categorie che si usano per analizzare un individuo è fallace.
Altrettanto improduttivo è porsi nei confronti delle masse come se il proprio vissuto fosse rilevante. Per quanto insopportabile sia al proprio orgoglio, le proprie qualità umane individuali sono di poco peso se inserite in un "movimento" di massa (le virgolette sono perché di solito il termine "movimento" si intende come una direzione volontaria e dichiarata di azione, ma è solo uno dei tipi di modo in cui le masse si muovono, qui li intendo tutti).


2] All'interno della massa gli individui rimangono tali. E l'uomo è fondamentalmente cooperativo. Le situazioni in cui il sé diventa rilevante non sono le stesse di quelle in cui egli partecipa al movimento della massa.
La dimensione umana individuale è ovviamente influenzata da quella di massa, ma parzialmente. Egli rimane quello che è, con la sua umanità pronta a manifestarsi, laddove possibile. invece, laddove compressa dalla situazione o dal momento, sarà pecora del gregge, con reazioni stereotipe e poco significative della personalità sottostante.

Anche qui l'analisi del comportamento individuale come se avesse piena responsabilità di quello che fa in quanto membro di una massa è del tutto fallace.


Questo per me è del tutto logico. E se non si capisce questo, si perviene a strane teorie che antropormizzano la massa.
Ecco che abbiamo gli italiani contemporaneamente "popolodemmerda" o "grande popolo".
Sono entrambe valutazioni cretine.
L'intelligenza del formicaio ha le sue ragioni, una sua saggezza, che non rispondono alla categorizzazione, facile e alla nostra portata immediata, di attribuirgli "umori" o "sentimenti".

Una valutazione dei movimenti delle masse è anche una bella palestra di umiltà per il nostro ego, perché ci chiede di portare rispetto per cose che non ci piacciono e che come comportamento individuale rigettiamo.
Non tutti sono adatti a fare questo sforzo. Problemi loro. Non è agitandosi scompostamente che possono ottenere da me simpatia per il loro sterile rivendicare qualità etico-morali che umanamente sono importantissime ma un filtro deformante nel loro giudizio delle masse.
In definitiva sono narcisisti che hanno paura (infondata) che la massa li contamini con il proprio comportamento, appunto massificante, e disperda il loro prezioso vissuto ("prezioso" non è usato in senso ironico).
Infondata perché le paure sono create dall'errore fondamentale di appiccicare alla massa le proprie categorie individuali.
Corto circuito logico: la massa ha delle caratteristiche fittizie inventate da me, dopodiché ho paura che la massa mi trasmetta le malattie che io ho inventato.

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