Re: NO TAV INSEGNA.

Inviato da  florizel il 3/7/2011 22:30:59
Se c'è un interrogativo fondamentale che la giornata di oggi a Chiomonte pone, è COME riuscire, tecnicamente, a riprendersi l'area su cui sorge il cantiere della Maddalena.

Non ci si trova di fronte ad una zona rossa come quelle che durante le mobilitazioni servono a difendere un luogo che resterà uguale a prima, ma di fronte ad un'occupazione che stravolgerà il paesaggio partendo da quel punto, apportando danni ambientali, difficoltà per tutti i valligiani, e creando le premesse affinchè l'intero progetto venga realizzato.

Violenza si o violenza no?

E al di là del buonismo che spesso accompagna questo termine, e volentieri utilizzato demagogicamente per demonizzare questa lotta che dura da decenni, è possibile in prospettiva ipotizzare forme di lotta e di resistenza civile per scongiurare lo scempio?

Riporto alcuni commenti presi dalla discussione in Home, per chi volesse approfondire al di là dei tempi e dalle esigenze "editoriali" del sito.


eco3:


"Quando gli attivisti nonviolenti persistono, i problemi dell'avversario possono aggravarsi in vari modi. La maggior parte dei più comuni mezzi di repressione di cui egli dispone sono stati concepiti per combattere forme violente di disobbedienza e di ribellione.

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Per esempio, la repressione dell'avversario sarà probabilmente più limitata di quella che sarebbe stata contro una ribellione violenta, in parte perché una repressione estremamente brutale contro un gruppo nonviolentoè più difficile da giustificare, e in parte perché una repressione eccessiva può, anziché indebolire i resistenti, ritorcersi contro le fonti stesse di potere del'avversario indebolendone la posizione.
Egli può quindi preferire che i ribelli ricorrano all'azione violenta invece che a quella nonviolenta, magari con una forte repressione intesa a rompere la ddisciplina non violenta, o tramite spie e agenti provocatori.

...

Gli attivisti nonviolenti rifiutano deliberatamente di sfidare l'avversario al suo stesso livello di violenza. La contrapposizione di una violenza ccontro l'altra rafforza l'avversario. Il gruppo nonviolenti non solo non ha bissogno di ricorrere alla violenza, ma non deve farlo, per evitare di rafforzare l'avversario e indebolire se stesso.Deve invece rimanere legato al suo "sistema d'arma" nonviolento, dal momento che l'azione nonviolenta tende a ribaltare la violenza e la repressione utilizzata dall'avversario contro la sua stessa posizione di potere, indebolendolo e rafforzando contemporaneamente il gruppo nonviolento.

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la repressione praticata dall'avversario, se si riesce a mantenere la disciplina nonviolenta e la persistenza del gruppo nonviolento, non potrà mai far presa realmente sul tipo di potere esercitato dagli attivisti nonviolenti. Gandhi paragonò questa situazione a quela di un uomo che colpisce violentemente l'acqua con la spada: sarà il braccio dell'uomo a slogarsi. Gene Sharp - Politica dell'azione nonviolenta".



Malcico:

"Ma quale ruggito del topo, se si manifesta pacificamente quelli continuno a farsi abbondatemente i cazzi loro, quando si fa resistenza passiva, quelli usano manganelli, lacrimogeni e vigliacchi infiltrati che provocano violenza che serve per leggittimare ancora più violenza da parte delle forze dell'ordine..


Gli abitanti della Val di Susa hanno già detto no alla TAV, anche senza violenza, da molto tempo. Politici e compagnia se ne sono fottuti e ora cosa pretendono, che i cittadini si facciano da parte?

Quel che ha fatto Gandhi non è paragonabile ora, lui aveva tutta l'India dalla sua parte, cittadini, politici, stampa.. il nemico era uno ed era chiaro a tutti: gli inglesi.

Gandhi chiedeva sì la non-violenza, ma preferiva di gran lunga un uomo che lottasse con tutte le sue forze per una causa giusta, anche con la violenza, piuttosto che un vigliacco.

Qua invece ci sono i cittadini, il popolo contro tutti: banche, multinazionali, politici, mafia. E le forze dell'ordine decidono di proteggere gli interessi di questi ultimi. "


BUBBA

"Anch'io ho sentito che il mov. No Tav si dichiara pacifico e contro la violenza. Sentendo però il fracasso unanime delle forze politiche, e dei giornalisti, che "condannano" l'uso della violenza, non vorrei che il loro dichiararsi "non-violenti" sia dovuto a questa pressione psicologica e mediatica, a questo ricatto del "politicamente corretto" per cui non si può e non si deve usare la violenza. Bisogna sottrarsi con sdegno a questo ricatto, e rifiutarsi di scendere sul terreno del "politicamente corretto".
La violenza è LEGITTIMA."


Pensoso:

"in realtà c'è una violenza legittima, quella delle forze dell'ordine, dato che lo stato detiene il monopolio dell'uso della forza. ovviamente non lo sarebbe sempre... ma vai tu a discriminare quando lo è veramente e quando no... se poi dall'altra parte la si usa, si appare ovviamente sempre nel torto, dato che per le forze dell'ordine c'è il dubbio sull'uso se sia giustificato o meno, ma non sulla legittimità in generale, mentre per chiunque altro si sà per certo che è illegittima, e poi per ciascuno può essere interpretata come giustificata o meno. i partiti adottano di solito questa lettura, nel dubbio ha ragione chi la violenza la può usare per legge, e torto gli altri; soprattutto perchè ambiscono a posti di governo, se già non ci sono, ossia a diretto contatto gerarchico con l'apparato amministrativo e burocratico, incluse le forze dell'ordine, che quella violenza hanno usato, usano ed useranno, e lo possono per legge. la moderatezza di un partito consiste solo in questo, dal punto di vista dell'uso della violenza, ossia nella sola legalità. è chiaro che questo non sposta di una virgola, comunque si interpreti l'uso della violenza, la questione sulla giustezza della TAV; al limite ci troviamo un modo ben collaudato nella storia di discreditare i movimenti NoTav."

Etzechi:

"in qulasiasi contesto e situazione ci sono più calienti e meno calienti, semplicemente.."

Sono tutte posizioni condivisibili, applicate all'attuale situazione in Val Susa.

Ma cosa fare, per rendere efficace la mobilitazione?

Chiedo scusa per eventuali omossioni di parte dei commenti... ho riportato qui solo ciò che può essere utile alla discussione.
Io sono in un momento di empasse riguardo all'eventuale risposta da darmi e da dare, e ritengo che potrebbe essere utile confrontarsi fra noi.

Personalmente, mi prendo la responsabilità di rispedire al mittente eventuali provocazioni o commenti a carattere offensivo.

Spero anche che claus-neghe voglia darmi una mano ... magari poi, se è il caso, si condivide anche l'effetto che il coraggio delle proprie idee produce...

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