Re: Quando l'oro fisico delle nazioni europee tornerà in Europa?

Inviato da  perspicace il 27/1/2014 11:51:01
I metalli preziosi nel 2014

La maggior parte delle persone si aspetta che la FED sia in grado di risolvere i guai finanziari attraverso il pool di economisti di cui si circonda. E' vista come un baluardo contro l'imprevidibilità degli eventi sconvolgenti che perturbano costantemente l'ambiente economico in cui siamo immersi. Questo perché non hanno una teoria per spiegare i cicli di boom e bust. Questo perché non hanno una teoria del capitale. Si presume che la FED sia stata concepita per arginare eventuali problemi che sorgono senza preavviso. E' davvero così? Vediamo un momento uno dei mercati che fino ad ora è stato sostenuto artificialmente dalla generosità dei banchieri centrali americani: il settore immobiliare. Se mettiamo a confronto base monetaria e mutui trentennali scopriamo che la recente impennata nei tassi dei secondi è avvenuta nonostante il QE3 e nel periodo 2011-12 i tassi sono scesi nonostante la crescita della base moentaria fosse piatta. Cosa significa? La FED non ha alcun potere. E' un bluff. Il suo unico potere è quello di influenzare il mercato, non direzionarlo a piacimento. Ha un campo visivo di breve termine. Chi "comanda" quindi? Le forze di mercato.

"Ora che il nuovo anno ravviva i vecchi desideri
l'anima premurosa si ritira in solitudine"
-- Rubaiyat di Omar Khayyam

Ebbene sì gente, siamo di nuovo in quel periodo dell'anno; ma a differenza del vecchio Khayyam che rifletteva bucolicamente sulla sua necessità di vino, noi dobbiamo rivolgere i nostri pensieri ai pericoli ed alle opportunità del prossimo anno. Sono notevoli e multi-sfaccettati, ma invece di lasciarmi trascinare nell'inutilità delle previsioni offrirò ai lettori le nozioni di base e mi concentrerò sul deterioramento delle valute. La mia conclusione, infatti, è il grande pericolo della distruzione delle valute e che l'oro è fondamentale per la loro rovina.

Con l'inizio del 2014 gli economisti mainstream, basandosi su statistiche inesatte (molte delle quali nemmeno rilevanti per una vera comprensione della nostra condizione economica), sembrano convinti che le crisi degli ultimi anni siano ormai sepolte. Si bevono la favoletta che la disoccupazione è in calo del sei o sette per cento, e che l'inflazione dei prezzi è sottomessa; ma ad un esame più approfondito, fornito dal lavoro di John Williams di Shadowstats.com, scopriamo che queste statistiche sono false.

Possiamo affermare che nella maggior parte delle economie il mercato del lavoro è conforme ad una crisi continua; e se adottiamo una visione realistica degli aumenti dei prezzi, compresi i beni capitali, l'inflazione dei prezzi può anche risultare a doppia cifra. La manipolazione di suddette statistiche è una bazzecola rispetto ai numeri del PIL, che se aggiustati all'inflazione dei prezzi reale si stanno contraendo.

Questa tetra conclusione non dovrebbe essere una sorpresa per le anime pensanti. Queste condizioni sono la logica conseguenza del deterioramento delle valute. Non ho alcun dubbio che se nel 1920-23 la Repubblica di Weimar avesse utilizzato la metodologia statistica odierna, gli economisti avrebbero venduto le stesse conclusioni che sentiamo oggi. L'errore è duplice: credere che l'espansione della quantità di moneta rappresenti una panacea per i mali economici ed ignorare che in realtà rappresenta una tassa sulla stragrande maggioranza delle persone (riducendone guadagni e risparmi).

Questo è l'effetto del denaro non-sonante, e con questo in mente ho ideato una nuova statistica monetaria per quantificare il distacco dalla moneta sonante verso una crescente possibilità di un collasso monetario. La Fiat Money Quantity (FMQ) è costruita tenendo conto di tutte le fasi nel corso degli ultimi 170 anni in cui l'oro, come proxy per una moneta sonante, è diventato proprietà delle banche commerciali e successivamente delle banche centrali (tutti i diritti di proprietà sull'oro sono stati sostituiti da banconote e depositi). Il risultato per il dollaro americano, che come valuta di riserva mondiale è il sostituto odierno dell'oro, è mostrato nella Figura 1.





Le somiglianze grafiche con le espansioni monetarie, che infine hanno portato alla distruzione monetaria e finanziaria, sono impressionanti. Sin dalla crisi della Lehman, le autorità statunitensi hanno avviato la loro pachidermica panacea monetaria. Siamo stati incoraggiati a pensare che attraverso il quantitative easing la FED abbia salvato il mondo nel 2008, quando invece la crisi è stata nascosta mediante l'iper-inflazione della valuta.

Siamo in grado di riconoscere questo errore ed invertire la marcia prima che sia troppo tardi? Finché la funzione primaria delle banche centrali è quella di preservare l'attuale sistema finanziario, la risposta è no. Un tentativo di ridurre il tasso di crescita del FMQ attraverso un restringimento minimo ha già aumentato i rendimenti nel mercato obbligazionario, minacciando di far deragliare gli obiettivi della politica monetaria. L'effetto dell'aumento dei rendimenti obbligazionari e dei tassi di interesse a lungo termine legati alle enormi somme di debito pubblico e privato, è destinato a far aumentare il rischio di fallimenti anche a tassi più bassi rispetto ai cicli di credito del passato (a partire da quei paesi in cui il problema del debito è più acuto).

Con le banche riluttanti a concedere prestiti rischiosi, l'aumento dei tassi di interesse e dei rendimenti obbligazionari porterà ad una contrazione del credito bancario. La FED si farà da parte e lascerà che la natura faccia il suo corso? Anche in questo caso la risposta è no. Per compensare dovrà accelerare le sue iniezioni di denaro e far crescere i depositi sul proprio bilancio. La condizione di fondo che in genere non viene compresa è la seguente:

L'ipotesi che la FED stia pompando denaro in eccesso nell'economia per stimolarla non è corretta.
Gli individui, le imprese e le banche richiedono quantità crescenti di denaro solo per restare a galla e per evitare una seconda crisi del debito.

Ho esposto le ragioni teoriche sul perché le cose stanno così dimostrando che le economie mondiali, completamente gravate da debiti, stanno nascondendo una crisi depressiva attraverso false statistiche sull'occupazione e sull'inflazione dei prezzi. Un'analisi imparziale e informata su tutti (o quasi) i crolli monetari ci dimostra che essi sono il risultato di una perdita del controllo sugli eventi o sull'inflazione della valuta, piuttosto che essere il prodotto di una politica di governo. Mi aspetto che nei prossimi mesi questo diventi più evidente agli occhi dei mercati.


Il ruolo cruciale dell'oro

L'oro è diventato sottovalutato rispetto alle monete fiat come il dollaro statunitense, come mostrato nel seguente grafico che parte dal mese precedente alla crisi della Lehman per delineare la performance dell'oro rispetto all'aumento delle gold stock ed alla misura FMQ del dollaro.



Dato il persistere della crisi celata da statistiche fasulle, la maggior quantità di debito in dollari e la crisi della Lehman che ha aumentato le probabilità di un collasso della valuta, c'è un dubbio legittimo che ci suggerisce come l'oro dovrebbe essere significativamente più in alto. Invece viene scontato del 36%.

Questa sottovalutazione rischia di portare a due esiti importanti. In primo luogo, quando si ribalterà la situazione attuale dell'oro sarà un evento drastico, con risultati potenzialmente catastrofici per i mercati cartacei scoperti. L'ultima volta che è accaduta una cosa del genere, è stato nel settembre 1999 quando le banche centrali guidate dalla Banca d'Inghilterra e la FED salvarono il mercato dell'oro di Londra (dando, presumibilmente, lingotti alle banche in difficoltà). La sottovalutazione attuale dell'oro e il grado in cui è stato esaurito l'oro monetario a disposizione, ci suggerisce che oggi un simile salvataggio del mercato dell'oro non sia orchestrabile.

La seconda conseguenza, invece, viene ampiamente ignorata. La velocità con cui le valute fiat potrebbero perdere il loro potere d'acquisto potrebbe essere notevolmente più rapida rispetto, ad esempio, al crollo del marco tedesco nel 1920-1923. Infatti una volta che la fiducia comincia a vacillare, c'è poco che si può fare per rallentarne il ritmo.

Nel suo trattato “Stabilisation of the Monetary Unit – From the Viewpoint of Monetary Theory” scritto nel gennaio 1923, Ludwig von Mises chiarì che "gli speculatori forniscono il più forte sostegno alle banconote (Marchi) affinché ricoprano il ruolo di denaro." Disse che negli anni del dopoguerra notevoli quantità di Marchi finirono all'estero, "proprio perché ci si aspettava un rally futuro nel cambio del Marco. Se queste somme non fossero state attratte all'estero, il mercato interno avrebbe necessariamente risentito di un aumento ancora più marcato dei prezzi."

A quel tempo le altre valute, in particolare il dollaro statunitense, erano scambiabili con l'oro, così gli speculatori stranieri potevano vendere oro per acquistare Marchi che pensavano fossero sottovalutati. Oggi la situazione è radicalmente diversa, perché gli speculatori occidentali hanno venduto quasi tutto l'oro che possedevano; e se si include la liquidazione di quelle azioni cartacee non coperte da metallo fisico, in una crisi saranno acquirenti di oro e venditori di valute. Quindi è ovvio che l'oro ricopre una posizione fondamentale in una futura crisi valutaria, e quando accadrà è probabile che sarà molto più rapida dell'esperienza di Weimar.

Pertanto prevedo due conclusioni per il 2014: ci stiamo dirigendo verso una seconda ed inaspettata crisi finanziaria/valutaria che può accadere in qualsiasi momento; la mancanza d'oro nelle economie welfaristiche è destinata ad accelerare la velocità con cui si verificherà il crollo del potere d'acquisto.


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