Re: L'angolo della letteratura

Inviato da  FrancescaR il 2/1/2015 15:59:54
"... Così, essendo nato e vissuto nei ceppi, essendo l'erede di una lunga progenie di schiavi, l'uomo,
quando ha incominciato a pensare, ha creduto che la schiavitù fosse condizione essenziale della vita,
e la libertà gli è sembrata cosa impossibile.

In pari modo, il lavoratore, costretto per secoli e quindi abituato ad attendere il lavoro, cioè il pane,
dal buon volere del padrone, ed a vedere la sua vita continuamente alla mercé di chi possiede la terra
ed il capitale, ha finito col credere che sia il padrone che dà da mangiare a lui, e vi domanda ingenuamente come si potrebbe fare a vivere se non vi fossero i signori.

Così uno, il quale fin dalla nascita avesse avuto le gambe legate e pure avesse trovato modo di camminare alla men peggio, potrebbe attribuire la sua facoltà di muoversi precisamente a quei legami,
che invece non fanno che diminuire e paralizzare l'energia muscolare delle sue gambe.

Se poi agli effetti naturali dell'abitudine s'aggiunga l'educazione data dal padrone, dal prete, dal professore, ecc., i quali sono interessati a predicare che i signori ed il governo sono necessari; se si
aggiunga il giudice ed il birro, che si forzano di ridurre al silenzio chi pensasse diversamente e fosse
tentato a propagare il suo pensiero, si comprenderà come abbia messo radice, nel cervello poco coltivato
della massa laboriosa, il pregiudizio della utilità, della necessità del padrone e del governo.

Figuratevi che all'uomo dalle gambe legate, che abbiamo supposto, il medico esponesse tutta una teoria
e mille esempi abilmente inventati per persuaderlo che colle gambe sciolte egli non potrebbe né camminare, né vivere; quell'uomo difenderebbe rabbiosamente i suoi legami e considererebbe nemico
chi volesse spezzarglieli."



Errico Malatesta

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