Re: L'angolo della letteratura

Inviato da  Giano il 21/3/2015 16:36:59
In un certo senso può rientrare in questo spazio la lettera che tale Zuane Mocenigo scrisse all' inquisitore di Venezia per denunciare Giordano Bruno.

Il filosofo in quel momento si trovava nella dimora del Mocenigo che lo volle a sé per ricevere lezioni di mnemonica, arte nella quale pare che Giordano Bruno fosse abilissimo.
Il padrone di casa, venuto in contatto con le idee dell' eretico, lo segregò in una stanza, scrisse la lettera e attese che lo arrestassero. Dopo otto anni di processi, senza aver mai più rivisto la luce, Bruno veniva arso vivo.

Ecco la lettera, una specie di bignamino delle eresie (ancora attualissime) del futuro condannato:

Denuncia di Giovanni Mocenigo all’inquisitore di Venezia Giovan Gabriele da Saluzzo (Venezia, 23 maggio 1592)

"Molto reverendo Padre et signore osservandissimo,
io Zuane Mocenigo fo del clarissimo messer Marco Antonio dinuntio a Vostra Paternità molto reverenda per obligo della mia conscientia, et per ordine del mio confessor, haver sentito a dire a Giordano Bruno Nolano, alcune volte che ha ragionato meco in casa mia :
che è biastemia grande quella de’ cattolici il dire che il pane si transustantii in carne ;
che lui è nemico della messa ;
che niuna religione gli piace ;
che Christo fu un tristo et che, se faceva opere triste di sedur populi, poteva molto ben predire di dover esser impicato ;
che non vi è distintione in Dio di persone, et che questo sarebbe imperfetion in Dio ;
che il mondo è eterno, et che sono infiniti mondi, et che Dio ne fa infiniti continuamente, perché dice che vuole quanto che può ;
che Christo faceva miracoli apparenti et che era un mago, et così gl’appostoli et che a lui daria l’animo di far tanto, et più di loro ;
che Christo mostrò di morir malvolentieri et che la fuggì quanto che puoté ;
che non vi è punitione de’ peccati, et che le anime create per opera della natura passano d’un animal in un altro ;
et che come nascono gli animali brutti di corrutione, così nascono anco gl’huomini, quando doppo i diluvii ritornano a nasser.
Ha mostrato dissegnar di voler farsi autore di nuova setta sotto nome di nuova filosofia ;
ha detto che la Vergine non può haver parturito et che la nostra fede cattholica è piena tutta di bestemie contra la maestà di Dio ;
che bisognarebbe levar la disputa et le entrate alli frati, perché imbratano il mondo ;
che sono tutti asini, et che le nostre opinioni sono dotrine d’asini ;
che non habbiamo prova che la nostra fede meriti con Dio ;
et che il non far ad altri quello che non voressimo che fosse fatto a noi basta per ben vivere ;
et che se n’aride di tutti gli altri peccati ;
et che si meraviglia come Dio supporti tante heresie di cattolici.
Dice di voler attender all’arte divinatoria et che si vuole far correr dietro tutto il mondo ; che San Tomaso et tutti li dottori non hanno saputo niente a par di lui, et che chiariria tutti i primi theologi del mondo, che non sapriano rispondere.

M’ha detto d’haver havuto altre volte in Roma querelle a l’inquisitione di cento e trenta articuli, et che se ne fugì mentre era presentato, perché fu imputato d’haver gettato in Tevere chi l’accusò, o chi credete lui che l’havesse accusato a l’inquisitione. Io dissegnavo d’imparar da lui come le ho detto a bocca, non sapendo che fosse così tristo come è et havendo notato tutte queste cose per darne conto a Vostra Paternità molto reverenda, quando ho dubitato che se ne possi partire, come lui diceva di voler fare, l’ho serrato in una camera a requisitione sua ; et perché io lo tengo per indemoniato, la prego far rissolutione presta di lui".

Pesantuccio! Biglino gli fa un baffo!

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