Re: L'angolo della letteratura

Inviato da  Giano il 24/3/2015 17:46:50
Seneca, lettere a Lucilio, 28

Credi che questo sia capitato a te solo e consideri con meraviglia, come situazione strana, il fatto che con un viaggio così lungo e con tante varietà di luoghi non hai scosso via la tristezza e la pesantezza della mente? Devi cambiare animo, non clima.
Per quanto tu abbia attraversato un grande mare, per quanto, come dice il nostro Virgilio, "si allontanino e terre e città", ti seguiranno i tuoi difetti dovunque giungerai.
Ad un tale che si lamentava di questa stessa cosa Socrate disse, "perché ti meravigli che i viaggi non ti giovino per nulla, visto che porti in giro te stesso? Ti incalza lo stesso motivo che ti ha spinto lontano". Che può giovare la novità dei luoghi? Che la conoscenza di città o di luoghi? Codesta agitazione finisce nell'inutilità. Ti chiedi perché codesta fuga non ti giovi? Tu fuggi con te stesso. È da deporre il carico dell'animo: prima nessun luogo ti piacerà.

Tieni presente che ora la tua condizione è tale quale il nostro Virgilio descrive (la condizione) della profetessa già esaltata e ispirata e che ha in sè molto spirito non suo: "la profetessa si dimena, (per vedere) se può dal petto scuoter via il grande dio".

Tu vai qua e là per scuoter via il peso che sta dentro, che diventa più scomodo per lo stesso scuotimento, come in una nave i carichi immobili gravano di meno, (mentre) quelli che rotolano irregolarmente immergono più rapidamente quel settore sul quale si sono accalcati. Qualsiasi cosa fai, lo fai contro di te e con il movimento stesso ti nuoci: infatti scuoti un malato. Ma quando avrai tolto questo malanno, ogni mutazione di luogo diventerà piacevole; per quanto tu sia cacciato nelle terre più remote, sia collocato in qualsiasi angolo di paese barbaro, quella sede, qualsiasi sia, sarà per te ospitale. Conta più chi che dove tu sia giunto, e perciò a nessun luogo dobbiamo condizionare l'animo.

Bisogna vivere con questa convinzione: "non sono nato per un solo angolo, la mia patria è tutto questo universo". Se questo ti fosse chiaro, non ti meraviglieresti di non essere per nulla avvantaggiato dai cambiamenti delle regioni nelle quali ti sposti continuamente per noia delle precedenti; infatti ti sarebbe piaciuta la prima se tu ritenessi tua ogni regione. Ora non viaggi ma vai errando e ti fai trasportare e muti luogo dopo luogo, mentre quello che cerchi, vivere bene, è collocato in ogni luogo.
Forse qualcosa può diventare tanto turbolento quanto il foro? Anche lì è possibile vivere serenamente, se è inevitabile. Ma se fosse possibile collocarsi, fuggirei lontano anche la vista e la vicinanza del foro; infatti come i luoghi malsani mettono alla prova anche una salute robustissima, così anche per una mente buona né tuttavia ancora matura e vigorosa alcune situazioni sono poco salubri.

Dissento da coloro che vanno in mezzo ai flutti e, apprezzando una vita agitata ogni giorno con grande coraggio lottano con le difficoltà delle situazioni. Il sapiente sopporterà queste situazioni, non le sceglierà, e preferirà essere in pace che in battaglia; non giova molto aver gettato via i propri difetti, se si deve lottare con quelli altrui.
"Trenta tiranni" dice "circondarono Socrate né poterono spezzare il suo animo." Che importa quanti siano i padroni? La schiavitù è una sola; chi questa ha disprezzato è libero in una folla di padroni quanto grande si voglia.(...)

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