Re: L'angolo della letteratura

Inviato da  Mrexani il 16/6/2015 11:50:03
Giano, rilancio...

Da La Persuasione e la Rettorica(1910), Carlo Michelstaedter.

[I cedri cresciuti per le favorevoli condizioni più presto e più alti che non comportasse la resistenza della loro fibra – gravati dal loro stesso peso piegano in breve la cima verso terra. – Quelli invece che combatterono col terreno ingrato e col clima nemico, seppur sono cresciuti, sono tanto cresciuti quanto la loro forza comporta e non c’è vento che li pieghi.

L’uomo che ha assunto la persona sociale, per cui crebbe usurpando l’inadeguata sicurezza che l’ambiente gli offriva, ha fondato la sua vita sulla contingenza delle cose e delle persone, e della carità di queste vivendo da queste dipende pel suo futuro, né ha in sé vigore a conservarsi ciò che non per suo valore gli appartiene. – Di quanto più l’individuo s’adatta alle circostanti contingenze, di tanto è meno sua la sufficienza, poiché tanto meno vasta è in lui la previsione diffusa per artus. Per quanto la previsione sociale s’è allargata ed è sufficiente a un maggior numero di contingenze, tanto più breve è la sfera di previsione e minore la sufficienza dell’individuo che per la sua sicurezza alla previsione sociale come sufficiente s’è affidato. A una sicurezza sociale assoluta corrisponde nell’individuo sociale una previsione ridotta all’attimo e al punto per cui, a ogni nuova contingenza insuffìciente, tolto dal grembo della società, l’individuo in quell’attimo e in quel punto miseramente perirebbe. – Tutti i progressi della civiltà sono regressi dell’individuo. –

Ogni progresso della tecnica istupidisce per quella parte il corpo dell’uomo. – Le vesti, la casa, la produzione artificiale del calore rendono inutile la facoltà di reazione dell’organismo all’aria, al caldo, al freddo, al sole, all’acqua. –

Per la facilità d’avere il cibo senza procurarselo e per la facilità delle armi, l’individuo per sé non è più una forza pericolosa in mezzo agli animali, egli non ha più né l’agilità né la forza articolata e misurata né le mille astuzie ch’erano nella potenzialità del suo corpo e facevano dell’uomo uno dei più begli animali di rapina.

– Ma la società elimina ogni πόνος ogni pericolo che esiga tutta la fatica intelligente e tenace per esser superato: l’impegno di tutta la persona per non esser mortale, e vi sostituisce: o la sicurezza ἀμηχάνους συμφοράς; per le quali gli uomini non vincono o soccombono nella lotta, ma sitrovano ad esser salvi o morti.

Essa s’incarica di trasportar le preziose persone dei suoi figliuoli così che non abbiano a faticare. Così dall’uomo che tutto d’un pezzo col suo cavallo domato da lui e dominato poi sempre collo strano linguaggio fatto di guizzi muscolari nelle gambe, va attraverso terreni sconosciuti conscio dei pericoli e pronto all’adeguata reazione – o che passa i monti scalando le pareti vertiginosamente erte trovando in ogni asperità appoggio bastevole alle mani e ai piedi articolati come le mani – costeggiando l’abisso senza che il cuore vacilli e passando per frane «senza che il piede smuova un sasso» – all’annoiato viaggiatore costretto in un vagone che sbatacchiandolo lo trasporta sopra, sotto, attraverso fiumi e monti e piani, mentre lui si stira o sbadiglia o parla d’orari con profonda conoscenza di causa o discute col conduttore con finissimi argomenti dei biglietti combinati, della tariffa differenziale, dei diritti e doveri vicendevoli del viaggiatore e dell’impiegato ferroviario, che se la provvidenza divina lo mandi a scontrare con un altro treno di viaggiatori assopiti, ma volanti a 60 chil. l’ora – non gli resta nemmeno il tempo di bestemmiare, che si trova già ad esser morto, passato direttamente dai minuti delle sue coincidenze all’eternità della morte, che lo agguaglia a sua grande indignazione, lui, l’uomo civile, ai suoi antenati trogloditi e a tutti gli animali del creato; – dal marinaio che ha in mano la vela e il timone – ed è lui la ragione dell’equilibrio fra il vento e il mare; che sente sul viso la direzione e la forza del vento e misura con l’occhio sicuro la bordata; che lotta con l’uragano a vincere o morire – al viaggiatore di un transatlantico – che o merce ammucchiata nella stiva o high-life sopra coperta, si contorce pel mal di mare e, fidando nella prepotenza del tonnellaggio e delle caldaie del piroscafo che sta come un isolotto in mezzo all’uragano, si trova a calare a picco come un sasso assieme a tutti i compagni senza possibile lotta, se uno scoglio o lo sperone d’un’altra nave si prenda la cura d’aprire i fianchi alla sua città galleggiante – fra quelli e questi – volevo dire – c’è la distanza uguale che fra la vita organica e la vita minerale.]

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