Re: L'angolo della letteratura

Inviato da  FrancescaR il 23/10/2015 23:42:04
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* Il ritorno di Giuseppe *


Stelle già dal tramonto
si contendono il cielo a frotte,
luci meticolose
nell'insegnarti la notte.
L'asino dai passi uguali
compagno del tuo ritorno
scandisce la distanza
lungo il morire del giorno.
Ai tuoi occhi, il deserto:
una distesa di segatura,
minuscoli frammenti
della fatica della natura.
Gli uomini della sabbia
hanno profili da assassini
rinchiusi nei silenzi
di una prigione senza confini.

Odore di Gerusalemme,
la tua mano accarezza il disegno
di una bambola magra
intagliata nel legno.
La vestirai, Maria
ritornerai a quei giochi
lasciati quando i tuoi anni
erano così pochi.

E lei volò fra le tue braccia
come una rondine.
E le sue dita come lacrime,
dal tuo ciglio alla gola
suggerivano al viso
una volta ignorato
la tenerezza d'un sorriso,
un affetto quasi implorato.
E lo stupore nei tuoi occhi
salì dalle tue mani
che vuote intorno alle sue spalle,
si colmarono ai fianchi
della forma precisa d'una vita recente,
di quel segreto che si svela
quando lievita il ventre.
E a te, che cercavi il motivo
di un inganno inespresso dal volto,
lei propose l'inquieto ricordo
tra i resti di un sogno raccolto.


https://m.youtube.com/watch?v=ST_GI44B_7I





* Il sogno di Maria *


Nel grembo umido, scuro del tempio
l'ombra era fredda, gonfia d'incenso.
L'angelo scese, come ogni sera
ad insegnarmi una nuova preghiera.
Poi d'improvviso mi sciolse le mani
e le mie braccia divennero ali,
quando mi chiese "Conosci l'estate?"
io per un giorno, per un momento
corsi a vedere il colore del vento.

Volammo davvero, sopra le case
oltre i cancelli, gli orti e le strade.
Poi scivolammo tra valli fiorite
dove all'ulivo si abbraccia la vite.
Scendemmo là, dove il giorno si perde
a cercarsi da solo, nascosto tra il verde,
e mi parlò come quando si prega
ed alla fine d'ogni preghiera
contava una vertebra della mia schiena.

Le ombre lunghe dei sacerdoti
costrinsero il sogno in un cerchio di voci.
Con le ali di prima cercai di scappare
ma il braccio era nudo e non seppi volare.
Poi vidi l'angelo mutarsi in cometa
e i volti severi divennero pietra,
le loro braccia profili di rami
nei gesti immobili d'un'altra vita:
foglie le mani, spine le dita.

Voci di strada, rumori di gente
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.
Sbiadì l'immagine, stinse il colore
ma l'eco lontana di brevi parole
ripeteva d'un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno, ma sonno non era:
Lo chiameranno figlio di Dio,
parole confuse nella mia mente
svanite in un sogno
ma impresse nel ventre.

E la parola ormai sfinita
si sciolse in pianto.
Ma la paura dalle labbra
si raccolse negli occhi
semichiusi nel gesto
d'una quiete apparente,
che si consuma nell'attesa
d'uno sguardo indulgente.

E tu piano posasti le dita
all'orlo della sua fronte.
I vecchi quando accarezzano
hanno il timore di far troppo forte.


https://m.youtube.com/watch?v=JWuZPRaXssk


Fabrizio De André.





Incanto.

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