Re: L'angolo della letteratura

Inviato da  Giano il 26/10/2015 17:49:54
Grazie Doktorenko per la citazione di Dostoevskij, non credevo che l' avrei mai letto e invece l' ho finito in un sol fiato. Grazie ancora.

Incollo un altro brano del libro, anche questo, a mio parere, significativo.

(Copiando da un PDF sono sparite le virgole, abbiate pazienza.)



"Signori, io naturalmente scherzo, e so bene che i miei scherzi non fanno ridere, ma non si può volgere tutto in scherzo. Io, forse, scherzo a denti stretti. Signori, dei problemi mi assillano; risolvetemeli. Ecco, voi, per esempio, volete far perdere all’uomo le vecchie abitudini e correggere la sua volontà, in conformità alle esigenze della scienza e del buon senso. Ma come fate a sapere che l’uomo non solo si possa, ma si debba riformare in questo modo? Da cosa deducete che sia così indispensabile per la volontà umana correggersi? Insomma, come fate a sapere che tale correzione porterà davvero un vantaggio all’uomo? E, se vogliamo dir tutto, perché siete così sicuramente convinti che il non andare contro i veri, normali interessi, garantiti dagli argomenti della ragione e dell’aritmetica, sia davvero sempre vantaggioso per l’uomo e sia legge per tutta l’umanità? Perché finora questa è soltanto una vostra supposizione. Ammettiamo che sia una legge della logica, ma può non esserlo affatto dell’umanità. Voi forse pensate, signori, che sia pazzo? Permettete che chiarisca. Sono d’accordo: l’uomo è un animale essenzialmente creatore, destinato a tendere consapevolmente a uno scopo e a esercitare l’arte dell’ingegneria, cioè a costruirsi eternamente e incessantemente una strada, non importa dove conduca. Ma ecco, forse, ogni tanto ha voglia di svicolare via proprio perché è destinato ad aprirsi quella strada, e ancora, forse, perché per quanto stupido in generale sia l’uomo immediato e d’azione, talvolta tuttavia gli viene in mente che quella strada, a quanto pare, conduce sempre non importa dove e che l’essenziale non è dove vada, ma solo che vada e che il bravo bambino, disdegnando l’arte dell’ingegneria, non si abbandoni a un ozio pernicioso, il quale, come è noto, è padre di tutti i vizi. L’uomo ama creare e costruire strade, questo è indubbio. Ma com’è che ama anche appassionatamente la distruzione e il caos? Ecco, ditemelo un po’! Ma su questo argomento voglio dire io stesso due parole a parte. Non sarà che ama tanto la distruzione e il caos (infatti è indubbio che talvolta li ama molto, è un dato di fatto), perché istintivamente teme di raggiungere lo scopo e di completare l’edificio che sta co- struendo? Che ne sapete, forse quell’edificio gli piace solo da lontano, ma non da vicino; forse gli piace solo crearlo, ma non viverci, e preferisce assegnarlo aux animaux domestiques, come formiche, montoni e via dicendo. Le formiche, infatti, hanno tutt’altri gusti. Loro hanno un edificio sorprendente di questo stesso genere, indistruttibile in eterno: il formicaio.

Col formicaio le stimabilissime formiche hanno cominciato, e col formicaio probabilmente finiranno, il che fa molto onore alla loro costanza e positività. Ma l’uomo è creatura frivola e disordinata e, forse, come il giocatore di scacchi, ama soltanto il processo del raggiungimento del fine, e non il fine in sé. E, chissà (non si può garantire), forse tutto il fine a cui tende l’umanità sulla terra consiste solo in questa continuità del processo di raggiungimento, in altre parole nella vita stessa, e non propriamente nel fine, che, s’intende, dev’essere null’altro che il due più due quattro, cioè una formula, perché due più due quattro non è già più la vita, signori, ma l’inizio della morte. Se non altro l’uomo ha sempre avuto una certa paura di questo due più due quattro, e io ne ho paura anche adesso."

Fëdor Dostoevskij

Memorie dal sottosuolo

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